Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
25.1.19
Due film due donne due romanzi
Nel cinema le trasposizioni da romanzi sono sempre rischiose, soprattutto se tu spettatore hai letto il libro, magari anche di recente. Io se fossi una regista non so se azzarderei.
La scorsa settima per caso ho visto due film tratti da due romanzi.
Il verdetto - The children Act è di Richard Eyre, con Emma Thompson, Stanley Tucci, Fionn Whitehead. 2018. È tratto da un romanzo di Ian McEwan che in italiano è tradotto col titolo La ballata di Adam Henry e lo stesso scrittore ha curato la sua trasposizione.
La douleur è di Emmanuel Finkiel, con Melanie Thierry, Benoît Magimel (che ho scoperto essere il giovane di La pianista di Hanneke, totalmente irriconoscibile), Benjamin Biolay. 2017. È tratto da una semiautobiografia di Marguerite Duras dal titolo italiano Il dolore.
Ambe due raccontano storie intime, introspettive, che hanno a che fare con i sentimenti, con pensieri confusi, con scelte personali difficili, con le coseguenze delle scelte. In Il verdetto Emma Thompson è una giudice che presiede casi di diritto familiare e deve decidere se costringere un minorenne testimone di Geova malato di leucemia a sottoporsi a cure che prevedono la trasfusione di sangue, una pratica che non viene ammessa dalla setta religiosa a cui appartiene ma che gli salverebbe la vita. La giudice prenderà un decisione all'inizio del film e per il resto del film si cerca di raccontare le conseguenze della scelta. In La douleur il marito di Marguerite Duras viene deportato dai nazisti perché membro della Resistenza francese e il film cerca di raccontare la snervante attesa prima di notizie sullo stato di salute del marito e su dove si trova e poi con la sconfitta dei nazisti quella del suo ritorno non sapendo se sia ancora vivo.
Emma Thompson è grandissima, probabilmente lo si capisce ancora di più in lingua originale. Il suo personaggio è di poche parole e molto trattenuto nelle manifestazioni emotive ma lei riesce a far vedere tutto. Melanie Thierry è molto bella e il film è quasi tutto costruito sui suoi primi piani ma non so se basta a mostrare tutta l'ampiezza dei sentimenti che la attraversano.
Se ci penso e ci ripenso, sì guardando il film arrivo a cogliere l'esperienza vissuta dai personaggi, ma non mentre il film lo guardo. Ne Il verdetto ci sono così tante tematiche complesse, dal libero arbitrio alla libertà, c'è il rapporto di coppia, i rapporti sociali, la razionalità e l'istinto, la vita e la morte. Il mezzo cinema può riuscire in neanche due ore ad affrontare tutte queste cose? In Le deuleur, sì la snervante attesa si percepisce anche perché il film dura tutte le due ore e sei minuti, ma Marguerite non deve sopportare solo l'attesa ma tutta una serie di sentimenti spesso contrastanti che la logorano emotivamente di cui almeno io avrei voluto sapere di più. Una voce fuori campo legge molti brani tratti dal romanzo, ma non è la stessa cosa della parola scritta su una pagina di carta, o anche un tablet.
Mi è sicuramente venuta voglia di leggere entrambe i libri.
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