1.9.08

Holiday in Cambodia/3


Il nostro autista gran suonatore di clacson e campione di sputi con scaracchio era un gran bel personaggio. L'abbiamo capito presto. Dopo un paio d'ore di viaggio c'è stata l'immancabile sosta e dopo l'esperienza dell'andata (vedi sotto) eravamo un po' preoccupati dall'assalto dei venditori. (Devo precisare però che questi piccoli e grandi venditori cambogiani sono una passeggiata rispetto che ne so, a quelli che trovi in Marocco, ma anche a quelli che trovi per le strade italiane, gli dici no grazie gentilmente, e passi a chiacchierare d'altro, da dove vieni, quanti anni hai, come ti chiami.)
Invece, di venditori neanche l'ombra ed anche il posto, il ristorante, era molto meno caotico di quello dell'andata. L'autista ci ha detto mezzora, sosta di solo mezzora e ci ha fatto scendere tutti dal pulman. Essendo le dieci di mattina non abbiamo mangiato ma ci siamo seduti a un tavolo a bere qualcosa. Nel ristorante c'erano anche altri passeggeri di altri pulman che un po' alla volta, gruppetto dopo gruppetto, sono risaliti sui rispettivi pulman e se ne sono andati; e nel ristorante siamo rimasti solo noi, ad aspettare il nostro autista gran suonatore di clacson e campione di sputi con scaracchio di cui cominciavamo a sentire la mancanza.
Soprattutto la mancanza la sentiva un signore very very English accompagnato dalle sue due nipotine (ho immaginato visto che lui era sulla sessantina e le due nipotine avranno avuto sui cinque-sei anni) una chiara chiara chiara e bionda bionda bionda, l'altra scura scura scura e mora mora mora (cioè africana), che Toscani sarebbe morto d'invidia.
Ai nostri commenti sulla sparizione del nostro pulman, sì perché il nostro pulman con tutti i bagagli non era più nel piazzale come gli altri, non c'era, e dopo un'ora non c'era ancora, l'Englishman senza scomporsi troppo (ma solo apparentemente) ha detto semplicemente yes, very very annoying.
Alla fine il pulman è tornato, con sopra il nostro eroico autista, e abbiamo proseguito il nostro allegro viaggio, di clacsonate e sputi ad intermittenza, verso Phnom Penh.
L'Englishman però, solo apparentemente non si è scomposto. Seduto un paio di poltrone di fronte a me, appena ripartita la corriera, ha preso il suo cellulare, e senza scomporsi minimamente, ha chiamato la compagnia dei pulman per lamentarsi dell'autista (non del clacson e degli sputi) che ci aveva tenuti fermi un'ora e chissà dove se n'era andato per quella ora, e che lui, se la compagnia in questione non avesse fatto niente a riguardo, avrebbe smesso di usarla per i clienti del suo albergo in Siem Reap (cittadina iper turistica perchè vicino ad Angkor).
Chissà come è andata a finire?

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