5.6.07

Ancora titoli di coda

Se si guardano fino in fondo i titoli di coda del film dei due fratelli belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne si scopre che l'enfant che dà il titolo al film (sottotitolo: Una storia d'amore), un neonato che dovrebbe avere 8 giorni, è interpretato da circa una ventina di 'attori'. Durante il film, sempre in collo alla madre, ogni tanto sembrava finto, un bambolotto, ma poi vedevi la manina che si muoveva e capivi che era in carne ed ossa.
Krubs: Com'era il film?
Sburk: Bah sì carino. Ha vinto Cannes quando presidente della giuria era Kusturica, e i due avevano già vinto con Rosetta che non ho visto. Per non sciuparvi le sorprese di L'enfant, vi faccio il riassunto di Rosetta:
Periferia di Bruxelles. Rosetta vive con la madre in una bidonville. La madre è alcolizzata e si prostituisce per una bottiglia. Rosetta è il capofamiglia, lavora ma viene licenziata, si arrabatta fra mille espedienti, vende vecchi abiti, pesca in una riserva. Ha dolori insopportabili alla pancia (si scalda col fono) e corre, corre sempre. C'è un ragazzo che l'aiuta, la fa anche lavorare (in nero), ma lei fa la spia e lo fa licenziare per rubargli il lavoro. E corre. Viene di nuovo licenziata. La madre è andata a farsi disintossicare, torna e ricade. E Rosetta è ancora d'accapo, sola, nella bidonville. E pensa di farla finita, ma la bombola del gas è vuota, ne compara una nuova, la porta con fatica. Il ragazzo che ha tradito arriva in suo aiuto. Così la speranza non muore. Si parla tanto di Dogma ed ecco il film dogma-che-più-dogma-non-si-può. La cinepresa a spalla tallona Rosetta a dieci centimetri per tutto il film. Ma i contenuti e la sostanza riescono a intergrarsi con l'artificio, che altrimenti sarebbe mortale (come lo è nel caso di Idioti dell'inventore del Dogma von Trier). Film amaro, povero, ma per qualche verso geniale e indispensabile. Vincitore della Palma d'oro a Cannes 1999.
Non penso che lo vedrò.
Kurbs: Sprizzi entusiamo da tutti i pori.
Sburk: L'enfant non è male se ti piace il Loach proletario inglese e Lars Von Trier e la camera a mano. Anche se qui la camera a mano è usata con parsimonia, il film non è certo una commedia ma riesce a rimanere in qualche modo leggero e ottimista - no ottimista non è la parola giusta, diciamo che c'è speranza - i due attori, giovani, sono veramente bravi, e la storia è originale.
Kurbs: Ok, diciamo che i Dardenne ora li conosciamo e possiamo andare avanti.

5 comments:

bart said...

ed evitarli con cura!!!!!!!!!!

io rosetta l'ho visto e i Dardenne sono entrati in una mia speciale classifica assieme a Kiarostami,Paolo Benvenuti e i fratelli vanzina

Anonymous said...

notevole l'associazione tra i fratelli vanzina e i fratelli dardenne; niente a che vedere con i fratelli coen...

bart said...

lasciami stare i coen!!!
cosa dire invece dei fratelli wachowsky, dei fratelli taviani, dei frateli marx( Karl,Sophie, Hermann, Henriette, Louise, Emilie e Caroline), dei fratelli di rocco e del fratelllo più furbo di sherlock holmes?

Anonymous said...

e tuo fratello invece?

Anonymous said...

mio fratello tira per gene wilder e per iFPFdSH (il fratello più furbo di sherlock H)