6.2.19

La Favorita



È Yorgos Lanthimos, che è un po' come il marmite: love it or hate it.
A me piace, sia Lanthimos che il marmite.

È con Olivia Colman, Rachel Weisz, Emma Stone.

È del 2018 ed è candidato a un sacco di premi Oscar. Tanti quanti il film Roma. Io scommetto che la maggior parte li vincerà Roma, ma il solo fatto che La Favorita fosse candidato a così tanti premi Oscar aveva già fatto dubitare me e A che potesse essere all'altezza dei precedenti, cioè andando all'indietro tra quelli visti: Il sacrificio del cervo sacro, Lobster e Dogtooth.

In La favorita Lanthimos si è molto ammorbidito. È sempre un po' macabro ma più nell'idea che nella pratica. Sangue dagli occhi non ne esce a nessuno. Direi che tuttavia possiede la qualità del grottesco, ma qualsiasi racconto dei reali inglesi cede facilmente al grottesco, magari Lanthimos ci pigia un po' sopra e forse questa Regina Anna era particolarmente adatta a rappresentare il grottesco. L'ironia non manca. Insomma anche se il marmite lo detestate, La Favorita lo potete tranquillamente vedere.

Ho scoperto infatti che la sceneggiatura non è sua. Questo, mi sa, spiega molte cose. Lo dico, per quanto La Favorita mi sia piaciuto molto molto, spero che Lanthimos non abbia litigato con Efthymis Filippou e che tornino a scrivere insieme il prossimo film.

Allora Sburk, perché ti è piaciuto molto molto?
Perché pur non essendo originale nella sceneggiatura come gli altri, Lanthimos rimane sempre più originale della maggior parte dei registi, e l'originalità, cioè il non raccontare sempre la stessa cosa o il raccontarla in modo nuovo, non è semplice e chi ci riesce è bravo. Lanthimos ci riesce.
Perché è un film in costume sui reali inglesi e se lo fai bene, sarà un bel film. Perché ti puoi sbizzarire sui costumi, sulle parrucche, sul trucco, sui cibi, sulle abitudini (grottesce, macabre e ironiche) dei nobili, sulla campagna inglese, sui cavalli e le carrozze, sui saloni, le camere da letto e le cucine con la servitù e in La Favorita ogni particolare è pensato e curato, ogni particolare è perfetto.
Perché poi Lanthimos è un grande registra e lo si vede dalle inquadrature che sceglie, dalla luce, dai primi piani, dagli attori, direi attrici qui, dalla colonna sonora.

Ora io e A ci guardiamo Alps nella speranza di assaporare quel Lanthimos che tanto amiamo.

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