Ascolto l'ultimo dei Pearl Jam.
Leggo Pity the Nation di Robert Fisk.
Robert Fisk per chi non lo sapesse è un giornalista inglese che da molti anni vive a Beirut. E' uno dei maggiori corrispondenti e esperti della situazione mediorientale. I suoi articoli tradotti si possono leggere certe volte sull'Unità.
Pity the Nation è il suo libro sulla storia del Libano, la storia soprattutto recente anche se ho appena finito il capitolo che racconta dell'esodo dei palestinesi nel 1948 quando Israele diventò nazione.
Racconta che la maggior parte dei palestinesi che pensarono fosse meglio andare via, erano convinti che sarebbero stati via per un breve periodo, brevissimo, così chiusero le loro porte di casa portandosi dietro le chiavi. Racconta Fisk, che molti palestinesi nei campi profughi in Libano queste chiavi ce le hanno ancora, e ancora sperano di tornare a casa loro.
Traduco da un altro capitolo: " (...) Allo stesso modo in cui si aspettavano che noi credessimo alla storia che questo fosse l'unico paese in cui fosse possibile sciare sulle motagne la mattina e nuotare nel Mediterraneo nel pomeriggio. Come molto altro in Libano, era fisicamente possibile ma non avevamo mai conosciuto nessuno che lo avesse veramente fatto."
Ah! Anche a me l'hanno raccontato.
Ed io c'ho creduto.
Pity the Nation è in inglese e dura 694 pagine. Avevo già provato a leggerlo anni fa ed ero arrivata a pagina 71. Ora sono a pagina 52 ma conto sull'entusiasmo post settimana libanese. Non credo che riuscirò a finirlo, non sono brava con i saggi, finisco solo quelli che devo leggere per forza.
E una storia inventata già mi sta mancando.
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