Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
29.3.19
Peterloo
Mike Leigh per fortuna è esattamente come me lo immaginavo. Non dico fisicamente, perché ho presente com'è fatto fisicamente. Sono sempre in dubbio se andare a incontri con scrittori, registi, artisti etc di opere che magari mi sono piaciute molto per paura di scoprire che l'autore è tremendamente antipatico se non peggio. Non sono molto brava a separare l'opera dall'autore e quindi spesso preferisco non conoscerlo, anche se poi la curiosità, come in questo caso, ha la meglio.
Ecco, con Mike Leigh senti che ci potresti mangiare insieme al circolino, sembra un amico di vecchia data che incontri alle cene e con cui chiacchieri piacevolmente di tutto, o quasi perché un paio di risposte che ha dato alla fine del film non mi sono piaciute molto. Per esempio quella alla prima domanda: gliel'ha fatta un ragazzo molto giovane, vent'anni o poco più, era da solo, l'ho notato perché mentre con effe cercavamo dove sederci lui si è offerto di alzarsi per farci sedere accanto a lui, ma eravamo in tre e lì c'erano solo due posti. Il ventenne, secondo me un suo grande fan, gli ha fatto la prima domanda e per questo ha già la mia enorme stima (io non ho il coraggio di farne neanche una di domande e per Leigh ce l'avevo), gli ha detto che aveva letto da qualche parte che Leigh aveva un metodo molto particolare di lavorare con gli attori, che non li faceva incontrare fino a quando non avrebbero cominciato a girare le scene insieme. Leigh gli ha risposto che doveva essere una leggenda metropolitana, che fin qui va bene, del resto se non è vero va detto, poi gli ha detto che è anche assurdo pensare di lavorare in quel modo, sottolineando questa cosa e implicando che anche credere a questa bufala era poco intelligente, e infine ha ripetuto più volte che era bullshit. Insomma, sarà anche vero che questo ventenne ha detto una fesseria però Leigh gli poteva rispondere in modo meno brusco. Mi sono molto immedesimata nel ventenne.
Peterloo il film racconta del massacro di Peterloo. È un evento poco ricordato anche dagli inglesi e anche per questo Leigh ha voluto metterlo in scena; inoltre qust'anno si celebrano i 200 anni. Questi i fatti: durante un comizio pacifico organizzato a Manchester nel 1819 in cui si chiedeva tra le altre cose una migliore rappresentanza nel parlamento britannico e al quale parteciparono si stima tra le 60.000 e le 80.000 persone tra cui tante donne e bambini per disperdere la folla vari reparti dell'esercito uccisero15 persone e ne ferirono 400-700.
Il film parte dalla vittoria inglese a Waterloo, il termine Peterloo coniato da un giornalista dell'epoca mette insieme la parola Waterloo e St. Peter's Field dove la manifestazione ebbe luogo, e racconta le varie fasi che portarono all'organizzazione del comizio e alla decisione di ministri del governo inglese, magistrati e proprietari terrieri di chiedere alle forze dell'ordine di disperdere a tutti i costi la folla per paura di una rivoluzione popolare. Il film è molto didascalico, Leigh alla fine del film racconta che c'era stata una lunga ricerca in biblioteche e archivi storici, e che nel film molti discorsi pubblici e lettere scritte ricalcano l'originale. Sembra di capire che il regista abbia cercato il più possibile di attenersi ai fatti e di non dare giudizi e in questa epoca dove tutti sembrano avere l'opinione più giusta su qualsiasi cosa e te la dicono urlandoti nell'orecchio e guai se la pensi diversamente, la scelta di Leigh è onorevole e benvenuta. Però al film, secondo me, manca pathos che va bene che siamo inglesi, però è stato chiamato un massacro, il pathos qui c'è per forza. Ho sentito varie persone definire il film tremendamente noioso forse anche perché se non si ha un po' di infarinatura di storia inglese non è facile seguire tutte le questioni su rappresentanza, diritto al voto, proprietari terrieri etc. E di questioni ne tira in ballo veramente tante, per esempio interessante è la partecipazione delle donne all'organizzazione del comizio.
Io che pure ho fatto fatica a seguire le questioni prettamente inglesi ottocentesche sono rimasta invece incantata dalla fotografia: le scene sembravano tanti quadri fiamminghi mi viene da dire, anche molti volti sembravano usciti da tele fiamminghe. Ma anche le scene meno pittoriche erano tutte delle opere d'arte. E sarebbe stata questa la domanda che avrei voluto fare a Mike Leigh, se si fosse ispirato per molte scene a dei quadri in particolare. Ma non gliel'ho fatta.
Peterloo è un film di Mike Leigh del 2018. La fotografia è di Dick Pope.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment