21.1.14

Nuova Zelanda, questa volta: dal cielo




L'aeroporto di Rotorua è molto piccolo e sul lago. Sulla pista neache un aereo. È internazionale perché due volte alla settimana partono i voli per Sydney, Australia.
Quando mesi prima avevo prenotato il volo da Rotorua (Isola del Nord) a Christchurch (Isola del Sud) avevo fatto un errore digitando la mia email e quindi non mi era mai arrivata la conferma, però avevo il codice di prenotazione e i soldi dalla carta mi erano stati prelevati; quindi la logica mi diceva che io e Exco su quell'aereo dovevamo risultare.
Ma un po' di paranoia fa sempre bene.
Auntiedoris ci lascia all'ingresso e sfreccia via con la sua Nissan di 30 anni.
- Ci rivediamo a Natale.
Sfreccia via sul serio. Come la Nissan, anche auntiedoris ha un'età, 86. E la dovreste sentire se quello davanti va piano o sbaglia a mettere le frecce sulle rotonde. Auntiedoris ci ha spiegato che in Nuova Zelanda hanno da poco cambiato le regole delle frecce per le rotonde, e dice auntiedoris che se ha imparato lei alla sua età possono imparare anche tutti gli altri. Se auntiedoris fosse toscana e non fosse stata nella sua vita un ministro della chiesa presbiteriana, sono sicura che in macchina bestemmierebbe.
Entriamo e di gente ce n'è poca, intendo una decina di persone. Siamo i primi a fare il check-in. Tiro fouri i passaporti che appoggio sul banco e la stampa della schermata di internet del biglietto prenotato nel caso ci fossero dei problemi. Lei sorride e i passaporti neanche li guarda; ci chiede se abbiamo bagagli e di metterli sul nastro.
- Solo questi i vostri bagagli? Pochi.
E poi ci dà i biglietti d'imbarco. I passaporti mica li ha guardati. Avrà visto la nazionalità e capito che eravamo noi?
Il gate? Unico, lì accanto. Nessun controllo bagaglio a mano e nessun controllo passaporto.
No worries, è il mantra neozelandese. Solo 5 $ di tassa partenza.
Ci prendiamo un caffè, il primo da quando siamo in Nuova Zelanda, ristretto. Passabile.
Sulla pista sulla riva del lago non c'è neanche un aereo, neanche uno di quelli piccoli. Sulla pista non c'è proprio nessuno, solo il sole. E nell'areoporto di Rotorua il wifi funziona benissimo; io e exco ci aggiorniamo col resto del mondo.
Finché arriva il nostro aereo air newzealand: è piccolo ad elica e il paesaggio sotto tra una nuvola e l'altra ... notevole. A una delle due hostess piace attaccare bottone, prima apprezza il mio pounamu poi chiede a exco se il suo piercing aveva fatto particolarmente male, che anche lei se ne vuole fare uno, mentre i tatuaggi non le piacciono, però finché farà quel lavoro lì non se li può fare i piercing. L'altra hostess invece non sembra star bene.
Dopo un'oretta atterriamo a Christchurch, dove più tardi atterreranno gli australiani e dove ci attende il nostro camper, già affettuosamente soprannominato il bombolone. O almeno crediamo che ci attenda.

1 comment:

SUBU said...

Suspense!