9.7.13

Bruce Springsteen quando non te lo aspetti più


Ieri ho letto un articolo su Internazionale su Bruce Springsteen.
Non sono mai stata una fan di Bruce Springsteen. Ai tempi del liceo andava molto Bruce Springsteen, alle feste il disco Born in the USA veniva sempre messo sul piatto. C'era anche un mio amico che dicevano gli assomigliava, e in effetti era vero. Fu una ragazza americana (che prendeva le pillole per dormire, avevamo 15 anni diossantissimo) amica di un'amica sempre dello stesso giro del liceo che ce lo fece notare, e lei si prese una cotta stratosferica per il brucespringsteen denoaltri. Non ricordo come andò a finire. Lei si chiamava Jennifer, forse.
Insomma Bruce Springsteen non mi piace particolarmente. Non mi piace la sua voce. Non mi piace fisicamente. Non mi piace il suo accento troppo americano. E quando canta si mangia troppo le parole e ne capisco una su dieci.
Un disco suo ce l'ho però, e l'ho anche ascoltato molto: We shall overcome: the Seeger Sessions; che infatti è un disco un po' particolare, una raccolta di canzoni tradizionali americane rese famose da Pete Seeger e altre scritte da lui che sono diventate tradizionali. E' un bel disco.
Però, ecco, questa adorazione per il Boss, non ce l'ho mai avuta.
Anche se in realtà mi sta pure simpatico.
Ma tranne le Seeger Session, mai ascoltato Bruce Springsteen in modo continuativo. E neanche occasionale. Tranne forse per The Fuse, che era la canzone dei titoli di coda di La 25a Ora di Spike Lee. Su quella mi ricordo mi ci fissai, ma secondo me c'entrava il film, che mi piacque molto. A riascoltarla infatti The Fuse, non è che sia chissà che.
Insomma ieri mentre leggevo l'articolo su Bruce Springsteen su Internazionale, mi sono messa ad ascoltare prima le canzoni che citava, e poi quello che mi proponeva youtube, e non ho più smesso.
Ascolto solo roba vecchia però.

L'articolo è su Internazionale di questa settimana, si intitola "Una vita sul palco", è di Richard Williams, ed è apparso su Uncut.

(Foto qui)

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