4.11.10

Il profeta

E' un film francese di Jacques Audiard di cui molto si è parlato e che finalmente ho visto. Vincitore di vari premi tra cui miglior film straniero ai BAFTA, gran premio della giuria a Cannes, innumerevoli César, il film si svolge quasi esclusivamente in un carcere francese, tra malavitosi corsi e arabi. Malik il protagonista è arabo.
Insomma, un film di genere, quello gangster, carcerario; quello che entra in carcere e all'inizio è dura ma poi si farà strada. Più o meno: Audiard segue le regole ma le mescola un po'.
Il film è scarno, alcune scene sono anche molto pesanti (per gli stomaci deboli tipo il mio, bisogna superare i primi 15-20 minuti), non ci sono belle faccie di gangster, carceri modello e la battuta simpatica pronta; ma la fotografia è bellissima. Malik è egoista, spietato, sicuro di sé; ma ha anche 19 anni, è incerto, spaesato, e affettuoso. Impara ad uccidere, ma anche a leggere. E' ingenuo; ma anche furbo. La storia è reale, pesante, attuale; ma c'è spazio anche per la fantasia e per un fantasma.
Ecco, Il Profeta mi sembra un film pieno di contraddizioni, mai lineare e per questo sempre sorprendente (e dura più di due ore e mezzo).
Bravi gli attori, soprattutto il protagonista, Tahar Rahim, e il boss corso, Niels Arestrup.

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