4.10.09

Aeroporti


Aeroporti. Come le stazioni, dei treni o dei pulman, sono dei posti da dove si parte e dove si ritorna. Anche agli aeroporti si può assistere ad adii strazianti e ritorni commoventi. Ma gli aeroporti sono anche dei non luoghi; dei posti dove il tempo non ha importanza; il giorno, la notte; la meteorologia; solo l'ora a cui parte il tuo prossimo volo ha importanza. Gli aeroporti non luoghi sono quelli in cui capiti in transito, in una città o in una nazione che magari non hai mai visitato e di cui in tasca non hai la moneta giusta. E intorno a te, ci sono altre mille persone nella tua stessa situazione.
All'aeroporto di Zurigo sono stata ore a guardare una donna sdraiata nelle poltroncine davanti a me che dormiva con tappi nelle orecchie e mascherina sugli occhi con la testa appoggiata sulle ginocchie del suo compagno. Erano tutti e due molto belli, lui biondo danese lei scura orientale. Mi sono chiesta da dove venissero e dove andassero. Sembravano reduci dal giro del mondo in ottanta giorni in mongolfiera.
All'aeroporto di Kuala Lumpur mi sono comprata dei pantaloni perché durante il viaggio quelli che avevo mi si sono strappati. Sono rossi e malesiani. Non li metto molto spesso, ma ogni volta che lo faccio mi ricordo da dove vengono.
All'aeroporto di Bangkok vendono sigarette con foto di come il tabacco riduce certe parti del tuo corpo, i denti, i polmoni. Sono tremende, e chissà quanto servano al loro scopo.
Ieri, ma è già ieri l'altro sono passata dall'aeroporto di Monaco. Viaggio breve il mio, ma Monaco è un incrocio, un hub, importante, ci passa un mucchio di gente.
A ottobre la gente che viaggia è diversa. Pochi sono i vacanzieri. Anzi non si notano proprio. La maggior parte delle persone che ho visto erano giovani uomini in completo blu con computer. Tanti yuppie. Ma non erano tutti finiti negli anni ottanta? Evidentemente no.
Negli aeroporti capita di conoscere qualcuno. Il volo cancellato, il volo in ritardo, l'uscita che non si trova... avvicina, accomuna. Nascono amicizie. Durano un'ora, magari due. Anche intense. Che poi finiscono subito, appena usciti dall'aeroporto, appena saliti sull'aereo. Ma sono belle, perché sono così.
All'aeroporto di Monaco ieri, che è già ieri l'altro, ho assistito, per la prima volta, alla ricerca del passeggero mancante. Sembrava di stare al mercato delle vettavoglie. Davanti a me ben due uscite, una per Nizza e un'altra per Colonia; un po' più in là anche Lisbona. Succede che imbarcano, ma alcuni passeggeri mancano. Scatta la ricerca del passeggero mancante. Prima è una ricerca tranquilla. L'hostess addetta in tedesco e in inglese ripete all'altoparlante il nome del volo, la destinazione, e urge i passeggeri ritardatari ad apprestarsi al cancello. Dopo dieci quindici minuti, gentilissima, in abito tipico tedesco/tirolese ripete l'operazione. Ma poi la cosa si fa ansiosa, nessuno arriva. Eh eh... vengono svelati i nomi dei passeggeri mancanti. Nome e cognome e da quale città provengono. Tutto l'aeroporto sa chi sono. Qualcuno si fa vivo, con buste del duty free a seguito. Ma non basta. Il volo non è completo. Allora ho pensato che evidentemente, se una hostess a terra non riesce a imbarcare tutti, le tolgono una parte dello stipendio, perché queste - quello del volo di Lisbona era un uomo ma lo sentivo solo parlare all'altoparlante ma sono sicura che faceva uguale - queste, uscivano dalla loro postazione e in mezzo al corridoio fermavano chiunque passasse e gli chiedevano, anzi gli supplicavano, se andavano a Lione o Colonia. Lione? Colonia? Lisbona?
Lione secondo me ha raccattato tutti. Colonia, a un certo punto ha deciso di chiudere il volo, e un tizio è arrivato tre minuti dopo, e non c'è stato verso, da brava tedesca, l'hostess non l'ha fatto salire sul volo ma l'ha mandato al banco servizi.
All'aeroporto di Monaco c'è un negozio di giocattoli favoloso.
All'aeroporto di Monaco c'è la birra weiss buona buona.
E tanti bagni.
All'aeroporto di Monaco ci sono il tè, il caffè e la cioccolata gratis.
Viva la Lufthansa, anche se all'andata mi ha perso i bagagli.
Secondo me il pounamu non funziona più.

6 comments:

suzie wong said...

ma sei andata a trovare la vittons?
la foto è totally awesome

travelling sburk said...

no, ero a vienna per il congresso dell'easd, ma invece di lavorare sono andata a giro: meglio di così!

cbp said...

si si si ma sai che ne parlavo questa mattina? dell'immenso Monaco? con il tè e il caffè gratis?!! e stasera ti leggo!coincidenze!

sburk said...

la foto poi l'avevo messa a caso, poi guardandola e riguardandola mi sono accorta che c'ero stata in quell'aeroporto, ancora per uno scalo, e che scalo. E' l'aeroporto di Bangkok.

tsaramaso said...

30/09/2009
X: e tu? dove sei in quella foto?
un palazzetto?

Y: in uno dei tanti aeroporti...
aspettando
la coincidenza
anche gli aerop sono non-luoghi

X: si, gli aeroporti sono non luoghi uno dei miei non-luoghi preferiti e soprattutto sono i non-luoghi tipici dei “nomadi”

Y: a me danno un pò di angoscia, preferisco di più le stazioni ferr

X: per via dell'attesa?

Y: gli aerop sono troppo impersonali, la gente è troppo diversa, ciò mi causa una sensazione di estraniamento
difficile da digerire

X: a me invece piace proprio questo. Il fatto di vedere gente diversa che parte, va, viene...ora che l'aereo è più accessibile, la gente è tanta. E mi godo lo spettacolo
e m'invento le storie
che stanno dietro alle persone
come la storia della signora che abbiamo aiutato sul Tana-Parigi

Y: anche a me fa quest'effetto all'inizio
ma poi diventa troppo
mi metto a fissare le persone che m'incuriosiscono
cerco di cogliere i loro dialoghi

X: e la gente ti dice "che c'hai da guardare?"

Y: una volta ho assistito a due fidanzati che litigavano terribilmente in fila per i controlli
fu tristissimo
lei lo accusava di avere perso la carta d'imbarco
era vero
lui non sapeva che dire
avrebbero perso l'aereo
lei aveva quasi una crisi isterica

X: e tu somatizzavi...

Y: piangeva e per poco non lo menava
io me lo caricavo addosso
non somatizzavo
ma mi pesava
insomma, che palle!

sburk said...

Io sono d'accordo con X. Le stazioni non sono dei non luoghi, e di solito non ci stai per molto. Negli aeroporti certe volte ci devi stare veramente per un casino di tempo. E anche a me ultimamente mi è capitato di vedere problemi con le carte d'imbarco, ma felicemente risolte, lui era passato per prima con la carta d'imbarco anche di lei, e lei senza non aveva potuto rincorrerlo, c'ha pensato un altro passeggero naturalmente.