25.6.08

L'arte della pubblicità/2

Credo che un cartellone pubblicitario come quello del post precedente non lo vedremo mai nella metropolitana milanese, né in altre stazioni italiane. Offenderebbe sicuramente il ben pensante di turno, come hanno offeso altre pubblicità in passato (mi ricordo una pubblicità che si rifaceva all'ultima cena di Leonardo; ma anche le pubblicità di Toscani creavano sempre un gran putiferio, anche se in quest'ultimo caso il putiferio era più che ben accetto) o mostre d'arte (mi viene in mente quella sull'arte gay che poi hanno spostato a Napoli, mi sembra).
Ma non siamo solo noi italiani che ci offendiamo facile. Anche i cinesi. Infatti pare che la pubblicità che si vede ultimamente in TV con Richard Gere (oh com'è invecchiato) che pubblicizza un automobile (si vedeva soprattutto durante le partite di calcio degli europei, dove non so se ci avete fatto caso il 95% per cento della pubblicità era di automobili) abbia offeso la Cina, visto che l'attore americano è famoso anche per la sua adesione alla religione buddista e per le sue prese di posizione a favore del Tibet e nella pubblicità stessa si fa riferimento ai monaci buddisti (ci sono bandiere arancioni che sventolano e monaci vari). Dico pare che abbia offeso perché la notizia non è proprio ufficile ma solo riportata su alcuni giornali cinesi; ma la Fiat (la macchina pubblicizzata è una Lancia) invece ha ufficialmente dichiarato che "le scelte effettuate non hanno mai avuto nulla a che fare con ragioni politiche o con l’intenzione della Fiat di interferire con il sistema politico interno di nessun paese, tanto meno nei confronti della repubblica popolare cinese"; che hanno scelto Gere per "la sua lunga ed illustre carriera artistica"; che la scelta del tema dello spot è stata fatta dallo stesso Gere e riflette l'impegno della Fiat a sostegno della libertà d'espressione artistica ma che non va intesa "come un avallo del gruppo Fiat alle opinioni sociali e politiche dell’artista". Il gruppo FIAT, conclude il comunicato, riafferma la propria neutralità in merito a qualsiasi questione politica, sia essa nazionale o internazionale. Nel caso in cui la pubblicità della Lancia Delta possa aver dato origine a fraintendimenti circa una consolidata posizione di neutralità dell’azienda, il gruppo Fiat intende presentare le proprie scuse al governo della repubblica popolare cinese e al popolo cinese".
Certo non si può più dire nulla.
E mettere le mani avanti sembra la strategia più adottata.
Mi piace anche quel 'tanto meno' ... la repubblica popolare cinese.

Mentre cercavo in rete esempi di pubblicità censurate ne ho trovate alcune di una mostra, proprio sulle pubblicità censurate che ci fu qualche anno fa. La maggior parte sono a tema sessuale, naturalmente. Questa qui sotto è la mia preferita, non è a tema sessuale ma dello stessa tema del manifesto del post precedente.
Ah, il mio animo dark.

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