22.5.08

Vogliamo anche le rose


A Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo esiste la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale che raccoglie diari delle persone comuni. Nel film di Alina Marazzi ci sono alcuni estratti di 3 diari di 3 donne scritti tra la fine degli anni 60 e la fine degli anni 70.
Eccoli:

DIARIO DI ANITA - MILANO, 1967 La mia adolescenza è iniziata a 11 anni e mezzo, quando mi sono sviluppata e ho iniziato a riflettere sul bene e il male. A 14 anni ho abbandonato le certezze religiose. Dai 13 ai 15 ho modificato il mio pessimismo sulla felicità. Bisogna cogliere l'attimo. A 16 passo alla scuola pubblica e sto malissimo perché vengo a contatto con coetanei maschi. A 18 scopro che esistono i problemi sentimentali. Eccomi a un punto morto. Ho finito Proust. mi sento turbata quando si parla di persone che si abbandonano ai piaceri del sesso. Accetto a fatica che un uomo provi desiderio o dorma con una donna o che abbia una relazione illecita. Non posso sentir parlare di amori saltuari e cambiamenti di partner. È insopportabile un libro in cui si parli di ciò con tanta naturalezza, una faccenda normale. Paura di compiere 19 anni, di frequentare l'università. Mi ribello all'idea del vestito bianco, dei parenti, del matrimonio, del contratto legale, della cerimonia in chiesa. Come si fa a vivere fuori dalle convenzioni sociali ? Non trovo un motivo razionale su cui si fondi la repressione degli stimoli sessuali prima del matrimonio. Un'educazione che insegna sin dall'infanzia ad evitare il piacere porta risultati come il mio, cioè la sessuofobia.

DIARIO DI TERESA - BARI, 1975, 22 settembre.
Sono due mesi che non scrivo. Ho provato tante volte ad aprire questa agenda. Mi mancava il coraggio di confidare quello che temevo mi stesse accadendo. Adesso sembra solo una storia da raccontare. La storia di un aborto. La storia del mio aborto. Piango di nuovo, agenda rossa. Ho sofferto troppo e non credo di aver meritato tanta sofferenza. Eppure era così normale per me prima parlare di aborto. Quante riunioni con le compagne. La maternità è una libera scelta. Mi ero sempre sentita lontana da quella scelta. In verità non sono sicura di aver scelto. Temo di non aver avuto scelta. ... Solo allora mi rendo conto di quanto anche lui abbia sofferto. Per la prima volta mi sento un leone, la paura è sparita. Una consapevolezza nuova ne ha preso il posto, io ho diritto alla libertà. Una libertà conquistata non con le bugie, come mi hanno costretto a fare, ma con il coraggio e la dignità. Il dopo era cominciato.

DIARIO DI VALENTINA - ROMA 1979
Bisogna trovare un modello da seguire. Ci guardiamo intorno e vediamo che non ce ne sono. Alcune prendono i soldi dal marito. Qualche altra ha avuto sempre uomini importanti. E ci sono forse le vere emancipate che passano da un uomo all'altro, ma con caratteristiche di stabilità. Parliamo ovviamente di compagne. Ieri ho incontrato una persona,una donna che mi conosceva dai tempi del matrimonio con Claudio. Mi ricordava muta. Mi ha fatto venire in mente una parte della mia vita che nascondo come la spazzatura sotto il tappeto. Il mio pensiero fisso, mentre preparavo la rottura con lui, era: "Se resto qui, non riuscirò mai a fare le cose che mi piacciono." Claudio non mi avrebbe mai lasciata, per lui restavo un mistero. Sapeva di non possedermi sessualmente e questo voleva dire che in qualche modo io possedevo lui, anche se tutti e due facevamo finta di niente. Quando esce fuori la politica, si torna alla massa indistinta delle donne. Il dissenso si esprime solo con orribili urla al microfono. La passività si generalizza battendo le mani su tutto. È come se tutto quello che è successo di concreto, di nuovo, inedito, nei vari corsi, fosse cancellato di colpo. In albergo leggo il diario di Carla Lonzi comprato prima di partire. Parla di quello che io non so dire, i rapporti tra donne nel femminismo. È pesante, è il diario di una mente. È stupenda l'insistenza della Lonzi sull'autenticità. Ed è affascinante la forza del separatismo. Le donne hanno un coraggio enorme a indagare i rapporti tra donne. Gli uomini non potranno mai dirlo di se stessi. Però poi le donne si sminuiscono perché pensano che indagare i rapporti non è politica, è subalternità. Siamo sconfitti, uomini e donne, dopo il '77. Penso che i veri effetti saranno lenti a insediarsi nella nostra coscienza.

Questi sono i 3 diari, filo conduttore del film sulla liberazione sessuale femminile che Alina Marazzi definisce documentario d'animazione. E intorno a questi 3 diari c'è di tutto e di più: fotoromanzi, cinema sperimentale di quegli anni, documentari dell'epoca, girato oraginale, interviste, pubblicità, cartoni animati, foto, filmati di famiglia.

Intervistatore: Per un uomo in sicilia è importante che la donna sia vergine?
Marito. Sì sì sì sì importantissimo.

Intervistatore: Suo marito aiuta in casa lava i piatti?

Moglie: No no no no.

Intervistatore: Non ha mai cambiato i pannolini al bambino?

Moglie: No maaai!


Non ci sono riferimenti a eventi storici precisi, che in quegli anni ce ne sono stati tanti. No, solo un collage di immagini, parole e musica che restituisce soprattutto l'atmosfera di un'epoca e cerca di suggerirci da dov'è che veniamo. Questo almeno era l'intento della Marazzi, capire perché siamo come siamo oggi. Senza giudizi né nostalgia.

Commento della mia cinecompagna: Certo a quel tempo parlavano molto di più.

Alla fine, solo prima dei titoli di coda, un po' di date e un po' di fatti.
Eccoli:

1966 la legge italiana considera ancora la contraccezione reato contro la stirpe

1967 il diritto di famiglia assegna ancora all'uomo l'esclusivo esercizio della patria potestà


1970 il parlamento approva la legge sul divorzio


1971 viene permessa la vendita della pillola anticoncezionale


1974 referendum abrogativo della legge sul divorzio. Vincono i no, la legge resta


1975 sono istituiti i consultori familiari


1977 uguali diritti uguali salari. Approvata la legge di parità sul lavoro

1978 aborto legale: è approvata la legge 194


1980 vengono abrogate le norme del codice penale relative al delitto d'onore
(E' approvata la legge n.442, che abroga la rilevanza penale della causa d'onore come attenuante nei delitti)

1981 referendum per abrogare la legge 194. Vincono i no, la legge resta in vigore
(Il referendum indetto dal Movimento per la vita per abrogare la legge sull'aborto è respinto dagli elettori)

1983 la legge sulla violenza sessuale conferma il reato contro la morale e non contro la persona


1984 E' istituita la Commissione nazionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna

1987 il Vaticano condanna la fecondazione artificiale

1996 E' approvata la legge n. 66 sulla violenza sessuale, ora riconosciuto come reato contro la persona 2000: la Chiesa celebra il Giubileo a Roma; quell'anno si svolge anche, sempre a Roma, la giornata del World Gay Pride

2007: proposta di legge sui DICO, sul riconoscimento delle coppie di fatto; in opposizione alla proposta si svolge a Roma il Family Day, in difesa della famiglia, quella cattolica

Oggi è il trentesimo anniversario della legge 194.

2 comments:

bart said...

ma insomma cosa ne pensi??

Anonymous said...

Bello! E lei è davvero brava, secondo me. Un'ora sola ti vorrei, per il tema trattato era molto più coinvolgente, questo in qualche modo lo guardi con un po' più di distacco, dico sempre rispetto ad Un'ora sola ti vorrei. Mi piace veramente tanto come mette insieme pezzi anche diversi, senza spiegare troppo, ma che alla fine ti danno un bel quadro. Vorrei riuscire a vedere l'altro suo, che si chiama Per Sempre ed è sulle monache di clausura.