Ieri lessi l'articolo di Miriam Mafai su Repubblica che criticava il lancio di pomodori e uova (mi sembra) su Giuliano Ferrara durante un suo comizio da parte di un gruppo di donne che protestavano contro la sua campagna pro-life. Le criticava in nome del diritto di parola e di opinione per tutti, qualsiasi essa fosse citando la famosa frase di Voltaire "Disapprovo ciò che dici, ma difenderò alla morte il tuo diritto di dirlo". Togliendo a Ferrara il diritto di parola lo toglieremo a tutti. Così, a una prima lettura ho pensato che ero d'accordo, in fondo chi non lo sarebbe. Però non ero neanche del tutto convinta. Insomma, quando la mattina ho sentito la notizia ho pensato "ben gli sta".
E allora stamani ho letto il trafiletto in prima pagina de Il Manifesto di Marco Bascetta che dice:
L'ortaggio a Giuliano Ferrara
Il lancio di verdure dal loggione non segnò la fine del teatro. Il lancio di verdure su un palco elettorale non segnerà la fine della democrazia. Si tranquilizzi Miriam Mafai. L'insegnamento che lei e il suo giornale quotidianamente ci impartiscono si ispira alla più classica predica che ogni arcigna istitutrice impartisce ai suoi educandi: "Se da bambino rubi la marmellata, da grande sarai un delinquente". Ma le ragazze e i ragazzi che a Bologna hanno contestato Giuliano Ferrara non sono bambini e più che rubare rischiano di essere derubati, di diritti e di libertà. Scomodare poi il povero Voltaire, in un paese che farnetica di "tolleranza zero", è quanto di più sfacciato si possa immaginare. E, del resto, ai tempi di Voltaire non c'erano i monopoli radiotelevisivi né i grandi gruppi editoriali. Che esista una simmetria, una "pari opportunità" tra le diverse voci, tra i diversi soggetti dell'agire politico e sociale, è una vergognosa finzione. Risponda la democratica editorialista con un po' di onestà: se si fosse organizzata in un centro sociale un'assemblea contro Ferrara, anche tre volte più folta dello sparuto gruppetto che lo applaude, quante righe avrebbe dedicato la Repubblica all'evento? Continuare ad agitare lo spettro della violenza, che si tratti di fischi, scritte murali, lancio di ortaggi o di mendicanti e lavavetri, finirà coll'essere, oltre che una scemenza, un'istigazione. Se occupare un edificio o entrare in un cinema senza pagare può significare a Bologna un'accusa di insurrezione contro lo stato, non è forse, questo, un invito a fare almeno sul serio? Il ceto politico e la grande stampa hanno perso il senso delle proporzioni. Per chi ha potere e chi non ne ha non vige lo stesso galateo. Chi dispone di tutti gli amplificatori per accusare decine di migliaia di donne di omicidio può ben incassare qualche pomodoro in piazza.
E per quanto non posso dire che mi sarei unita ai lanciatori di ortaggi né che li approvi, sono d'accordo con Bascetta, e con i lanciatori.
2 comments:
io quasi quasi un paio di cavoli quasi muffiti li avrei...
più pienamente d'accordo non potrei essere.
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