Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
17.1.08
Marsiglia/3
La donna sbagliata era anche la donna del bevitore.
Lui ad alta voce si lamenta della sua leggerezza con gli altri avventori.
Lei per quieto vivere si scusa col distinto signore e torna al bancone assieme agli altri.
Ma l'uomo, offeso, non si accontenta, continua a lamentarsi, è una zoccola, va con tutti, non ci si può fidare.
Gli altri cercano di calmarlo.
La donna non partecipa alla discussione ma segue con aria sconsolata.
L'uomo distinto che ha causato tutto questo mangia tranquillo la sua pizza, sorseggia champagne e ci intrattiene.
Noi facciamo finta di niente e cominciamo a mangiare il secondo: 3 triglie fritte.
La donna sconsolata si offende anche lei e se ne va, seguita dalle sue tre figliole in ordine di altezza, 12, 10 e 8 anni. Si vede che son sorelle, tutte e tre rotondotte, capelli neri lisci legati. Tutte e tre portano ai piedi ballerine nere lucide senza calze (è il 31 dicembre nel caso ve ne foste dimenticati). Tutte e tre hanno l'aria offesa e un po' sconsolata della madre.
L'uomo offeso non demorde. Lancia occhiate al suo rivale. Che non lo considera minimamente: è intento a conversare amabilmente con noi di prestigiose stazioni sciistiche sulle alpi italiane.
L'uomo offeso si offende ancora di più. La sua offesa è direttamente proporzionale ai bicchieri di alcol che gli servono e che lui butta giù. Forse i suoi amici dovrebbero cambiare strategia. Si avvicina al nostro tavolo, avvicina anche una sedia "vedi è come se io mi mettessi a fare il cretino con queste tre signorine". Noi un po' sorridiamo, un po' facciamo finta di niente, un po' addentiamo le sarde e tutte le lische insieme.
A me personalmente, l'uomo offeso non piace. Non so quanto l'ex bella di quartiere sia zoccola, ma cosa importa, io sto con lei. Comunque non ma le sento di dirglielo.
Il pizzaiolo corso sardo zingaro ci tiene alle sue uniche clienti della serata (della settimana? del mese? da sempre?) e ce lo allontana.
Merci.
Ma niente, oh, non demorde, e a forza di insistere arriva dove voleva arrivare: alle mani. Com'è o come non è, perché proprio non l'ho capito, alla fine l'uomo offeso e un tizio mai visto prima d'allora (sarà stato chiuso nel bagno tutto il tempo) escono a picchiarsi nel vicolo.
E tutti dietro.
Nel ristorante rimaniamo io, Fra, Gin e l'uomo distinto. Beviamo champagne e ascoltiamo musica italiana di un cantante mai sentito che reinterpreta canzoni di Toto Cotugno. Ancora.
Fuori schiamazzi.
La prima a rientrare è la ragazzina cameriera. Si sta sganasciando dalle risate. Mai visto nessuno ridere così tanto. Diventa paonazza, rossa, senza fiato. Poi entrano tutti gli altri, anche loro ridendo ma più composti. Infine entra il campione. L'uomo offeso. Ha vinto lui. Incredibile. E pare sia bastato uno schiaffo ben piazzato almeno spero sulla guancia per mettere l'altro al tappeto. E' questo che fa ridere tanto la ragazzina, che mima la scena mille volte.
Gli animi si placano. Tutti ridono. Poi tutti ballano. Dopo aver cambiato CD, finalmente.
Noi ce ne andiamo. Tutti sono felici, siamo probabilmente i loro unici clienti paganti della serata. Ci augurano che la salute ci assista, forse per la bouillabaisse che ci hanno fatto ingurgitare. Noi ce ne andiamo, a scoprire il resto di Marsiglia e come se la passa per l'ultimo dell'anno.
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1 comment:
già, c'ero anch'io in quella bettola marsigliese.....eppure non sapevo di essere in compagnia di cotanta scrittrice!....brava sara!
Bello come un racconto scritto bene riesca a dare una dimensione tutta sua ad una situazione che hai vissuto in prima persona!
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