Ci ha messo quasi due anni ad attraversare la manica, ma alla fine è arrivato anche da noi.
Dentro c’è un po’ di tutto (e questa è una delle debolezze, secondo la critica del mio co-cinemista): ragazzo irlandese, transessuale, abbandonato da neonato va a Londra a cercare la madre scomparsa quindici anni prima. E’ il periodo degli attentati dell’IRA, c’è una ragazza incinta che resta sola, c’è il rapporto omosessuale, il padre che in realtà è padre ed altre amenità, ma mi fermo qui per non rovinarvelo. Mi ha ricordato un po’ i film di K. Loach (tipo non so se avete mai visto Ladybird Ladybird, dove la protagonista –basso proletariato inglese- partoriva mi pare otto figli che le venivano puntualmente tolti ed affidati agli assistenti sociali. Bellissimo) rispetto ai quali però aggiunge ritmo, ironia e momenti divertenti.
Dura 140 minuti, e anche su questo il mio co-cinemista ha avuto da ridire; in effetti concordo, un paio di passaggi erano evitabili.
Benché la prima reazione sia: e poi? gli succede altro? in realtà il messaggio è molto positivo, e alla fine il film è incoraggiante.
Ci sono delle bizzarrie del regista, che accosta a corpi dilaniati dalle bombe passerotti che parlano, e c’è una buona colonna sonora.
C’è Liam Neeson, e c’è Cillian Murphy che, sprovveduto, è ottimo.
Darkly funny e emotionally engaging è la recensione più vicina a come l’ho trovato io.
Insomma, mi sa che mi tocca andare a vedere 300 al prossimo giro.
Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
31.5.07
Breakfast on Pluto
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2 comments:
ma allora è veramente un buon giorno
il tuo co è proprio d'accordo con te.. soprattutto sull'ultima frase!
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