29.10.19

C'era una volta a Hollywood



Once upon a time in Hollywood perché l'ho visto in lingua originale.
Ricordo anche il commento di Ex-co: "Avessi visto prima Tarantino di Joker forse mi sarebbe piaciuto". Ed è così. C'era una volta a Hollywood è moooolto meglio ma non è il miglior film di Tarantino. Forse.
Il racconto è molto originale (anche se non c'è molto racconto).
I personaggi sono molto originali, soprattutto i due protagonisti interpretati dai bravi Leonardo DiCaprio (che è bravo eh, però sempre un po' uguale) e Brad Pitt (che secondo me infatti è più bravo ma con tutte le sue vicende sentimentali sbandierate sui giornali ha perso un po' di credibilità). Il primo interpreta Rick Dalton, un attore in decadenza che gira soprattutto serie TV in cui fa sempre il cattivo; il secondo interpreta Cliff Booth, il suo stuntman, factotum e in fondo unico amico.
Ci sono le tipiche scene tarantiniane un po' comiche un po' splatter che tutti noi amiamo e ci aspettiamo. La migliore è forse la scazzottata tra Bruce Lee e Cliff. Rispetto ad altri suoi film, però, ce ne sono meno di queste scenette.
Come c'è molta meno violenza, di quella splatter tipica dei film di Tarantino, che tutti noi amiamo e ci aspettiamo. Sono solo due.
Ci sono delle scene che forse si potevano tagliare, come i viaggi in macchina dei due, o solo di Cliff, per attraversare Los Angeles. Ma anche la scena di Sharon Tate (Margot Robbie) al cinema che forse serve per introdurre la storia parallela, che poi non è che ci sia molto la storia parallela. La storia parallela è quella di Sharon Tate che è la vicina di casa di Leonardo DiCaprio. Quella casa dove avviene il massacro ordinato da Charles Manson.
C'è una cura nei minimi particolari, tipica anche questa di Taranatino, che io non so cogliere, ma che Anthony Lane sì. La musica, le auto, i vestiti, gli occhiali, Brad Pitt a torso nudo sul tetto, i poster sui muri, le scarpe, la moglie italiana, tutto è come deve essere, niente è lasciato al caso, mai. E niente è mai banale. E questo forse è sufficiente per rendere tutti i film di Tarantino una spanna superiori a molti altri. (Joker non lo vede neanche da lontano.)
La mia impressione, viste le molte citazioni ai film di Sergio Leone e agli spaghetti western, a partire naturalmente dal titolo, è che volesse fare un film che anche nella sua costruzione potesse richiamare quel cinema. E anche Antonioni, che forse viene citato anche lui? Non ricordo. È così che mi spiego le scene lunghe che sembrano non avere motivo di esistere, che sembrano non essere necessarie.
La mia impressione è che però nonostante tutta la sua buona volontà e tutta la sua cultura cinefila, questo tipo di cinema, mi viene da chiamarlo europeo, non sia nelle corde di Quentin Tarantino. Nel film sembrano esserci tutti gli ingredienti che servono ma alla fine c'è qualcosa che non funziona. Ci ha abituati a Le iene, Pulp fiction, Kill Bill che magari sono difficili da replicare, ma noi pazientemente aspettiamo.

Once upon a time in Hollywood è un film del 2019 diretto da Quentin Tarantino con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie. E un sacco di altri attori famosi che fanno piccole parti: Al Pacino fa un agente, Dakota Fanning una hippie, ci sono Bruce Dern e Luke Perry, Damien Lewis che fa Steve McQueen, ci sono alcuni ricorrenti attori dei film di Tarantino come Michael Madsen e Tim Roth (le scene di quest'ultimo però sono state tagliate).

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