Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
20.10.16
Gelati, il film
Potrebbero essere anche tanti capitoli, il film Gelati proiettato martedì sera al Cinema Lanteri tutto esaurito due volte. E ho conosciuto qualcuno lì presente che è riuscito a rimanere senza biglietto tutt'e due le volte, il che potrebbe essere un altro capitolo del film, l'opera film che esce dallo schermo e si fa carne e ossa e scende tra noi, si mescola con la folla, del resto era maschio anche lui. È una supposizione.
Tanti capitoli e Gelati il titolo del capitolo centrale. È una supposizione.
Ogni capitolo, qualcuno di più qualcuno di meno, si attacca al precedente e a quello seguente e anche al primo e all'ultimo. Sembra una specie di puzzle, un gioco ad incastri. È una supposizione.
Certo è che le immagini di Gelati sono belle sempre. Sono belle quelle facili, come le panchine rosse del traghetto deserto in perfetta simmetria oppure la barca a pedali con l'ombrellone rosso che esplora il lago di Massaciuccoli. Facili nel senso che le simmetrie sono belle di per sé e anche il lago di Massaciuccoli - ma ci devi pensare a quelle immagini. Facili sono poche cose, è come quando davanti ai quadratini di Mondrian qualcuno dice facile, lo so fare anch'io. Ma sono belle anche le immagini di luoghi meno scontati, come i brutti palazzi di Cisanello (ho intravisto casa mia), le discariche, gli interni anonimi. Io non credo ci sia neanche una sola inquadratura banale in tutto il film. E nonostante il 'credo', questa non è una supposizione.
Di che parla Gelati? Ah boh...
Dell'amicizia che non c'è ma fa lo stesso si va a giro tutti insieme uguale.
Di circolini, biliardini, gelati sullo stecco, traghetti della toremar, piatti da lavare, estate, canzoni sarde, coinquilini, campi da pulire, affitto da pagare.
Di una macchina che non si trova.
Di sei uomini e un mistero.
Poi non si può non andare sul personale.
Gelati non è solo un film fatto bene.
È un film fatto bene di alcuni amici.
È un film fatto bene in un cinema pieno due volte di amici e amici di amici di amici.
È stare seduti accanto alla voce fuori campo e dietro al cameraman.
È applaudire un sacco di volte alle facce contente di vederci tutti lì.
È sentire di appartenere a quelle storie che non si sa bene quali siano ma che le viviamo così.
Sarebbe bello poi girare per Pisa e vedere sempre quelle inquadrature lì - che ci sono davvero.
Gelati è di Davide Barbafiera e Federico Borghesi (in arte Fiera e Freddastereo) con Gabriele Spinelli, Totino Setzi, Ico Gattai, Luca Chiaverini, Davide Barbafiera e Federico Borghesi (attori principali).
Bravi.
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