Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
11.11.09
Valzer con Bashir
Daniele Luttazzi non ne aveva parlato bene del film. Forse perché non accusava abbastanza gli israeliani. Forse ha ragione, non lo so.
E' un film d'animazione, o come lo chiama Anthony Lane a cui è piaciuto molto (ed è cosa rara), è un adult psycho-documentary combat cartoon.
Il disegno non è particolarmente artistico, come quello di Belleville per esempio; le figure umane, molto simili al vero, sembrano muoversi a scatti e c'è un colore marrone-giallo-oro che persiste per tutti i circa 90 minuti. Questo aiuta a mantenere la storia nell'ambito dei sogni, degli incubi, della memoria che si rifiuta di ricordare, dell'inconscio.
E' un ex-soldato che cerca di ricordare; un ex-soldato che partecipò all'invasione del Libano del 1982.
Si racconta del massacro di Sabra e Chatila.
Si racconta che furono i falangisti libanesi a perpetuarlo per vendicare l'assassinio del loro, e di tutti i libanesi, primo ministro Bashir Gemayel.
Si racconta che gli israeliani che avevano da poco invaso Beirut erano appostati sui tetti intorno a quei due campi profughi e controllavano l'entrata.
Si racconta che non fecero nulla per fermare il massacro.
Si racconta che Ariel Sharon, a quel tempo ministro della difesa, ricevette una telefonata da parte di un giornalista che lo avvisava di cosa stava succedendo.
Le ultime scene del film non sono d'animazione, sono reali. E' un'avvertenza, io non ho guardato.
Il titolo non l'ho capito.
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