Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
10.10.06
Pronto, sono io
Pronto c'è Pompeo?
Deve aver sbagliato numero.
Ah, mi scusi.
Pronto c'è Pompeo?
Gliel'ho detto prima. Ha sbagliato numero.
Ah, mi scusi.
Pronto c'è Pompeo?
Insomma, quante volte glielo devo dire che ha sbagliato numero.
Mi scusi, ma Pompeo mi ha dato questo numero.
E' sbagliato.
Mi scusi.
Pronto c'è Pompeo?
Tut-tut tut-tut
Pronto c'è Pompeo?
Ahhhhhhhhh
Pronto.
Pronto.
Buonasera.
Buonasera.
Sono Pompeo. Ci sono state telefonate per me?
Nell'era del cellulare, la cabina telefonica (cabine? ne sono rimaste poche) o comunque il telefono pubblico ha guadagnato in fascino. Ormai non lo usa quasi più nessuno, se non i turisti o quando siamo turisti noi. Ma la cabina/telefono pubblico è sempre stato un luogo interessante: le cabine telefoniche rosse inglesi, la cabina dove si cambia superman, la cabina telefonica dove cerca riparo un personaggio di Gli Uccelli di Hitchcock ma che gli uccelli riescono comunque a fracassare, c'è anche un film che si chiama Phone Booth - In linea con l'assasino che ruota tutto intorno a un telefono pubblico, e altri che ora non mi vengono in mente; ma un 'altra tipica scena dei film che riguarda il telefono pubblico è quando si mette a squillare, di solito a New York e di solito per dare indicazione su dove lasciare il riscatto.
Chiamare una cabina telefonica pubblica. Fantastico! In Italia, che io sappia le cabine telefoniche non hanno un numero di telefono a cui poterle chiamare e sperare che uno sconosciuto risponda, ma negli USA (dove è risaputo c'è tutto), sì.
E un certo Mark Thomas, appassionato di telefonate casuali (cioè faccio un numero a caso e vedo chi mi risponde e ci parlo più a lungo possibile), ha deciso di raccogliere i numeri dei telefoni pubblici e pubblicarli on line sul Payphone Project, in modo che chiunque possa chiamarli. Per i telefoni in Times Square c'è anche una web cam così lo sconosciuto non è più così tanto sconosciuto ma pare che sia difficile farsi rispondere a quei telefoni perché fanno uno squillo solo, di bassa intensità, e con tutto il caos che c'è a Times Square è difficile sentirli.
Purtroppo, il sito del Payphone Project non è più aggiornato da parecchi anni: Mark Thomas nel frattempo è diventato un pianista di musica classica e con l'avvento dei cellulari le cabine telefoniche avranno guadagnato fascino ma perso clienti e quindi molte sono state tolte. Ma l'idea rimane grande e si può sempre provare a chiamare quei numeri, se qualcuno risponde sicuramente è uno sconosciuto.
Ringrazio il programma di Radio2 Dispenser per la segnalazione del Payphone Project.
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