Van Gogh è stato il colpo di fulmine dell'adolescenza. Lo è stato per molti, anche exco ha tre cartoline di Van Gogh appese in camere. Perché oltre l'immediatezza e la forza espressiva dei suoi quadri, il pittore olandese affascina anche per la sua storia personale, per le lettere al fratello Theo, per il rapporto con Gaugin, per quell'orecchio tagliato, per il rocovero in un manicomio e per il finale colpo di pistola.
Poi cresci e scopri anche altro. Tra cui anche artisti come Schiele, Ensor o Kokoshca che sicuramente a lui si sono ispirati. E Van Gogh un po' lo trascuri, non te lo vai proprio a cercare; anche perché pensi che di lui ormai sai tutto e hai visto tutto.
Purtroppo poi anche Van Gogh, come Klimt, è stato ipersfruttato dal punto di vista mediatico e la sua camera da letto e i suoi autoritratti visti e rivisti in mille salse.
In realtà però mi sono bastate le due paginette del libro di storia dell'arte, e rileggere quello che sapevo già, e rivedere le solite immagini dei suoi quadri, per provare di nuovo quella forte emozione.
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