9.11.11

Biennale d'Arte di Venezia - la cosa che mi è piaciuta di più

Non l'ho vista tutta la Biennale, anzi una piccola parte. La Biennale è cosa enorme, si svolge principalmente n due posti, Arsenali e Giardini; poi ci sono padiglioni sparsi per tutta Venezia. Inoltre muoversi a Venezia non è semplice, che è anche il suo bello; ma se non hai tempo da perdere (eh... il tempo) raggiungere i vari punti della Biennale non è cosa semplice.
Quindi consigliata da chi ci era già stato e dovendo fare una scelta, ho visitato la parte negli Arsenali, che anche loro potrebbero facilmente essere la cosa che mi è piaciuta di più.

Invece, la cosa che mi è piaciuta di più tra le opere in esposizione è stato The Clock di Christian Marclay. E' un video della durata di 24h costruito con tantissime inquadrature e sequenze provenienti da svariati film internazionali di tutti i tempi nei quali si vede un orologio che segna l'ora o se ne parla. L'ora segnalata nell'inquadratura è la stessa del mondo reale.

Verrebbe da pensare: noioso.

Per niente; almeno per due motivi che mi vengono in mente, anzi tre, mmm quattro...

Il primo è un motivo generale: ognuno di noi ha a che fare col tempo, quasi sempre (quasi quasi toglierei il quasi), la sveglia la mattina, gli orari di lavoro, gli appuntamenti con gli amici, l'inizio di un film al cinema, le 17.31 in alto a destra in questo momento su questo schermo. Non si sfugge. Chiunque quindi si relaziona subito con gli orologi del video di Marclay.
Vedere poi in continuazione che ore sono crea anche una certa tensione. Io al museo ci sarei stata tutto il tempo a vedere The Clock, ma proprio The Clock mi ricordava in continuazione che stavo 'perdendo' tempo prezioso per vedere altre parti della mostra e che tra qualche ora la mostra chiudeva.
Vedere in continuazione che ore sono crea anche una tensione interna al video. In automatico io spettatore pensavo che qualcosa stesse succedendo, anche se non c'è un racconto tradizionale all'interno di The Clock.
Questo è aiutato anche da un bel montaggio. Le sequenze e le inquadrature non sono montate a caso seguendo solo le ore e i minuti degli orologi, ma se per esempio in un'inquadratura James Stewart in bianco e nero esce a sinistra da una stanza guardando il suo orologio da taschino, nell'inquadratura successiva si vedrà una stanza con un orologio a pendolo fermo e Cate Blanchett a colori che entrerà da destra per andare a farlo ripartire. Nella mezzora che ho visto io, circa dalle 14.00 alle 14.30 c'erano sequenze di un film che venivano riprese più volte, un uomo legato che fissava un orologio; anche questo creava una specie di narrazione.
E poi c'è il gusto di riconoscere i film!
Insomma non mi sarei più alzata da quei comodi divani, parte dell'istallazione, se non fosse stato per quegli orologi che mi ricordavano in continuazione che ora fosse.

Christian Marclay ci ha messo due anni a fare The Clock, che in fondo non sono neanche troppi.
The Clock ha vinto il Leone d'Oro alla Biennale d'Arte di Venezia di quest'anno.
Qui se ne può vedere qualche minuto, fatelo partire alle 12.04.
Io però lo vorrei vedere tutto.

1 comment:

Ilgeko said...

ganzissimissimo.