8.4.10

Amarcord



Anno: 1973
Regia: Federico Fellini
Sceneggiatura: Federico Fellini e Tonino Guerra
Musiche: Nino Rota
Scenografia: Danilo Donati
Attori: Pupella Maggio, Armando Brancia, Magali Noel, Ciccio Ingrassia

Forse uno dei film più rappresentativi di Fellini.
Ma lo dico senza aver visto La Dolce Vita e aver visto Otto e mezzo troppo tempo fa e troppo piccola per apprezzare qualcosa.
Amarcord è la tabaccaia con il suo seno fantasmagorico.
E' lo zio Ciccio Ingrassia che da in cima ad un albero grida voglio una dooooooonna e lancia sassi in testa a chiunque tenti di farlo scendere.
E' la gigantesca nave Rex disegnata su un cartone.
E' la bella Gradisca che sculetta ad ogni occasione.
E' la nebbia fitta fitta dentro la quale gli alberi sembrano buoi o forse sono i buoi che sembrano alberi
E' la nevicata del millennio che diventa un labirinto nella piazza del paese
E' il Grandhotel.
E' la parata fascista e l'Internazionale dal grammofono in cima al campanile.
E' la morte ma anche un matrimonio quasi insperato
E' il suonatore di fisarmonica cieco.
E' l'amico ciccione innamorato di Aldina
E' Titta che non confessa al prete tutte le volte che si masturba, ma a noi sì che ce lo racconta.
E' la musica di Nino Rota.
E' la primavera che arriva e arriva ancora dopo l'ennesimo inverno.
E' altro, tutto dentro un film.
La fantasia di Fellini è sconvolgente, e nonostante qualche volta mi dia fastidio il modo in cui rappresenta la donna, le immagini che riesce a creare sono davvero uniche.

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