30.1.09

Non è l'otto marzo


E' da qualche giorno che vorrei scrivere qualcosa sulla violenza contro le donne. Ci penso e ci ripenso a qualcosa da dire in un post su un blog come questo, un blog così leggero e personale. Perché il tema della violenza contro le donne è un tema enorme, di cose se ne possono dire tantissime; e infatti uno fa una ricerca su internet e trova... pochissimo! La mia idea iniziale infatti era segnalare dei link, ma di articoli interessanti in questo inizio anno italiano in cui la violenza contro le donne riempie le pagine dei giornali e le strade, di articoli che valeva la pena leggere ne ho trovati solo uno su La Repubblica che commenta l'argomento vero e proprio e quest'altro su La Stampa che di donne sempre parla, ma del lavoro delle donne. La mia ricerca è stata molto veloce e superficiale, ma comunque mi aspettavo che google mi inondasse di commenti, articoli, slogan, siti sulle donne. Così non è stato; e mi pare, dando sempre un'occhiata superficiale ai giornali, che l'argomento violenza sulle donne sia subito andato in secondo piano, sia perché nel frattempo sono venute fuori nuove notizie (Obama mi ama ma mi sta un po' togliendo la scena, diciamolo) ma soprattutto perché invece di parlare del problema della violenza sulle donne si parla del problema dei rumeni e del problema degli arresti domiciliari. L'impressione è che il problema della violenza sulle donne non esista. Non se ne parla e quindi non esiste.
E invece se ne dovrebbe parlare. Ed è qui che cominciano i problemi. Cosa dico? Speravo che qualche professionista avesse lasciato qualche traccia sul grande web, invece poco o niente.
Si aprono allora varie strade, da quelle personali, come la battuta del capo che dopo un incontro di lavoro con una donna mi dice che c'è poco da fare le donne intelligenti sono di solito bruttine, alle volte in cui hai fatto finta la notte di essere arrivata a casa infilandoti nel primo portone aperto perché da mezzora c'era un tizio in motorino che piano piano ti seguiva, a tutte le volte che sei stata palpata, a che se fai l'autostop allora vuol dire che ci stai, a dire che sei sposata perché se no ti devono corteggiare per forza, a scegliere le strade più illuminate e frequentate, a che lo sai che loro fisicamente sono più forti, a che se racconti queste cose all'amico maschio ti dice che la fai troppo lunga (probabilmente perché l'amico maschio davvero ti considera alla pari, cioè una persona, per fortuna, ma però non capisce e non parlandone si continua a non capire). A quelle più generali, dalle bambine abbandonate in India, agli aborti se è femmina, all'infibulazione, agli stupri etnici, alla discriminazione sul lavoro, ai problemi delle donne in certi paesi musulmani, alla prostituzione, al turismo sessuale, alla violenza domestica, cioè dell'amico, del compagno, del padre, che è molto più frequente di quella per le strade, e così via che altre ora non me ne vengono in mente ma ci sono. Ci sono. E se ne parla troppo poco anche quando avvenimenti di cronaca eclatanti come quelli di questi giorni dovrebbero violentemente stimolarli.
Allora parliamone.

2 comments:

Anonymous said...

quando vuoi. Perchè se ce una cosa che le donna che hanno subito violenza raramente fanno, è parlarne. Perchè a volte, neanche le femmine capiscono davvero.

Anonymous said...

... a leggerlo mi sono commossa....... le parole arrivano al cuore.. diffondiamole..potrebbero guarire il silenzio...e spero anche altro....