Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
3.3.08
No country for old men
Caro Anthony,
domenica scorsa sono andata a vedere l'attesissimo almeno per me film dei fratelli Coen No country for old men, e ho pensato uao, bello. A partire dal loro modo di girare, ho trovato tutto notevole: le immagini, che sono lente, che si soffermano su particolari insoliti, la storia, gli attori, i personaggi, il personaggio soprattutto interpretato da Bardem (ma chi c'era nella giuria degli Academy Awards? Quentin Tarantino?). Tornata a casa, a parte una scomessa persa con Mr Bart (io ero convinta che Bardem avesse vinto l'oscar come miglior attore protagonista, Mr Bart diceva di no e naturalmente aveva ragione, questi inglesi) sono corsa qui su internet a vedere se il mio guru della scienza della critica cinematografica, anche lui inglese, e che scrive sul New Yorker, avesse per caso fatto lui la recensione al film. E infatti sì. Che bello.
Ma dopo varie letture, continuo a essere perplessa.
Ecco, Tony, ho l'impressione che non ti sia piaciuto. Ho letto e riletto il tuo articolo, lunghino come al solito e pieno di termini eruditi, e non mi è tuttora chiaro, ma non mi sembri convinto. Hai per caso parlato con Gramellini? Sei diventato buono? Impossibile.
Cominci col paragonare le immagini delle praterie del Texas con quelle della Savana. Non capisco se questo va bene o no.
Poi dici che se vuoi uomini di legge cinici e fuggitivi intelligenti e calcolatori avresti scelto Elmore Leonard e non McCarthy. Non so che dire, non ho letto né l'uno né l'altro. Ma perché McCarthy no?
Poi mi sembra di capire che non ti piace questa lentezza, come se fosse Faulkner, dici. Anche qui, che dire, ho provato a leggere Mentre morivo di Faulkner in inglese ma non ci capivo niente e ho dovuto abbandonare, ma sembrava bello. Dici che i Coen fanno del feticismo fatalista, intendendo le inquadrature dei coltelli che svitano le viti, la bottiglia di latte freddo che ancora evapora, le tracce di polvere sul fondo delle tubature dell'aria condizionata, e le innumerevoli pozze di sangue che lentamente si allargano. Feticismo fatalista. E allora? Perché no?
Dici che le innumerevoli mostruosità vengono commesse in totale rilassatezza, ma che secondo te è in realtà mancanza di passione. Dici che i Coen hanno ancora quel gusto per lo schifiltoso tipico dei più piccoli, e che ci sfidano ad avere la stezza loro freddezza adorando Chigurh (lo spietato killer) per la sua.
Dici che il film è troppo lungo, che dopo un'ora e un quarto si era già capito dove i fratelli volevano andare a parare e ti è sembrato che loro, come l'invincibile cattivo, avrebbero anche potuto continuare così per sempre.
Dici, mi sembra di capire, che i Coen hanno fatto solo un esercizio di stile, prendendo il genere drammatico western con vendetta e copiandolo senza aggiungerci niente di personale o passionale.
Infine, dici, che non ti è piaciuta la capigliatura di Bardem.
Carissimo Anthony Lane, questa volta, non sono d'accordo, ma proprio per niente, e non sto qui a confutare ogni tuo punto, ti dico soltanto che la capigliatura di Bardem era perfetta, come il resto del film.
Comunque con affetto.
Tua
Sburk
Cara Sburk,
mi scusa per mio italiano.
Dico vero a tu e a tutti lettori tui, tanto son four cats.
Joel e Ethan Coen non dice mai ciao a me.
Quindi io scrive male di film.
Così capisce chi sono io.
Americani devono impararele buone maniere. Non pensa anche tu?
Sinceramente,
AL
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
3 comments:
SEI MITICA : )
Ah! uno dei miei iscritti al fourcats fan club.
Grazie so!
io no ti perdona che lo ai vizto no con me.
Post a Comment