18.5.07

tanto pe fa du rise

Sul Foglio del 15 Maggio

Non c’è gara tra Totti e Bono, Chanel è molto più bello di Gucci Q
Non c’è niente di lontanamente paragonabile a Chanel. Non esiste nessun altro nome di bambina così, e nessuno prima di Francesco Totti e Ilary Blasi aveva avuto lo splendido coraggio di superare il livello massimo di burineria mondiale (anche se uno dei figli di Bono, il cantante degli U2, si chiama Elijah Bob Patricius Gucci Q, ma Gucci si nota poco perché è soffocato da altri novantaquattro nomi: invece Chanel si chiama proprio soltanto Chanel, e anzi se l’avessero registrata direttamente “Chanelle”, alla romana, sarebbe stato ancora più bello). Totti e Ilary hanno stravinto su tutti: su Brad Pitt, Angelina Jolie e la piccola Shiloh Nouvel, nome con ambizioni spirituali. Su Gwyneth Paltrow e la figlia Apple, con velleità new age, su Madonna e Maria Lourdes, su Bob Geldof e Peaches Honeyblossom e Fifi Trixibelle, su Demi Moore e Talullah Belle. Le celebrità o le aspiranti nobiltà in cerca di nome originale, assurdo o altezzoso, devono chinare la testa di fronte a Chanel, frutto di: “Amo’, chiamamolo strano” e devono capire che non c’è gara: Totti e Ilary sono insuperabili e simpaticissimi, soprattutto adesso che tutti si sono rassegnati a crederci davvero: “No guarda, non è uno scherzo, no non si chiama Sharel come non so quale principessa leggendaria, si chiama proprio Chanel come il profumo”.
Perfetto e reale Mulino Bianco, che è riuscito a fare la seconda figlia, concepita in Polinesia durante il viaggio per la vittoria ai Mondiali, praticamente in tempo per il Family day (e in un ospedale pubblico, e dopo essere stati in trattoria, e con il capitano che ha assistito al parto e poi è andato in campo, stremato e orgoglioso), Ilary e il marito gladiatore sono il re e la regina di Roma, e nel quartiere del capitano, Porta Metronia, detto anche, con affetto, “Coazia”, gli abitanti da domenica parlano della bimba chiamandola con rispetto “la principessa” e dicono che sia stato “il principino” Christian a scegliere questo nome assoluto. Christian, che però è molto piccolo anche solo per riuscire a pronunciare la parola Chanel, oppure Ilary, che ha una sublime tradizione familiare di nomi originali (sua sorella infatti si chiama Melory con una elle sola) e che ha avuto una magnifica gravidanza popolaresca, ingrassando un po’ e ridendo molto: conduceva “Le iene” con la pancia e al nono mese ovviamente non riusciva più a ballare sui tacchi: allora muoveva solo le spalle, bellissima, felice, e i suoi co-conduttori la prendevano in giro perché scappava sempre in bagno a fare la pipì, poi si faceva fotografare per strada, col pancione, la tuta, i fan e le borse della spesa con dentro il latte e i biscotti al cioccolato. E poi Christian e Chanel hanno le stesse iniziali (lei e sua sorella hanno le stesse finali, un magnifico trionfo di acca e ipsilon) e Chanel Totti suona benissimo. Roma Totti sarebbe stato forse eccessivo (era in ballottaggio assieme a Veronica e a Serenella, come la nonna), così Ilary ha amorevolmente imposto la sobrietà di un marchio elegante. Perché le piaceva il suono, oppure perché durante la gravidanza aveva cambiato profumo, o solo perché le sembrava carino e si era già affezionata. Come suo marito, che chiama affettuosamente la propria auto “la Cayenne mia”, pronunciando ogni singola lettera. Chanel magari tra un po’ di anni protesterà, si lamenterà (ma nessun bambino oserebbe prendere in giro per il nome la figlia del re e della regina di Roma, si spera), Ilary allora riderà e chiamerà a raccolta gli altri fratelli: Christian, Chantalle, Chloè, Chipie, e tutti le diranno che non capisce niente, ha un nome bellissimo.
Annalena Benini

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