Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
8.11.13
Due film nel weekend, non americani
Carlos
E' un film di Olivier Assayas. Protagonista Edgar Ramirez.
E' nato come miniserie televisiva franco tedesca e poi è uscita anche come film di 165 min.
Carlos è il nome di battaglia di Ilich Ramirez Sanches, un terrorista mercenario venezuelano. Nel film lo vediamo soprattutto legato al gruppo FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) insieme ad altri terroristi la maggior parte tedeschi. Da wikipedia vengo anche a sapere che era stato fatto il suo nome anche per la strage di Bologna, ma che questa pista non venne mai ufficialmente indagata.
Il film mi è piaciuto. E' molto lungo ma non annoia. C'è una bella ricostruzione degli anni 70 anche se l'occhio attento di a.elle nota che la macchina che salta in aria nella finzione del film è di un modello diverso rispetto a quella che poi fanno vedere nei servizi dei telegiornali dell'epoca. Ci sono anche belle ricostruzioni dei paesi, molti, visitati di Carlos. Beirut ad esempio sembra davvero Beirut. Rimaniamo impressionati da come 6 terroristi con una borsa piena di armi entrano indisturbati nella stanza delle riunioni dell'OPEC a Vienna e sequestrano 60 persone. Il film è molto asciutto senza ridondanze, senza mitizzazioni varie.
Io Carlos non lo conoscevo anche se ho letto poi che soprattutto nella stampa era quasi un personaggio mitologico; quasi si dubitava della sua vera esistenza e c'erano teorie che sostenevono che fosse un'invenzione dei governi e massmedia per vendere giornali e giustificare la minore libertà. Il film non spiega molto, forse anche perché molto non si sa; nonostante Carlos sia vivo e vegeto in una prigione francese evidentemente come i terroristi nostrani la maggior parte delle cose non le raccontano, o non gliele lasciano raccontare.
Carlos viene rappresentato come una persona un po' banale e vuota, che non sembra aderire alle idee rivoluzionarie dei gruppi terroristici attivi con cui si associa. Non sembra avere un preciso credo politico. Sembra agire per il solo gusto dell'azione. Non viene neanche dipinto come un killer spietato, anche se gli piacciono molto le armi. Pare soprattutto uno amante di se stesso, che fa il terrorista perché è ganzo. Insomma, nel film questo mito Carlos viene completamente smontato.
E questo colpisce, abituati come siamo a vedere film dove i personaggi devono essere personaggi. In Carlos, quello che davvero era un personaggio nella vita reale (credo) viene ridotto allo stato di persona quasi banale, e un po' stupidotto (non mi viene la parola, e tre giori che la cerco).
Insomma, cbp, Carlos non assomiglia per niente a Raymond 'Red' Reddington.
La bicicletta verde
Titolo originale: Wadjda.
E' un film saudita di una regista donna, Haifaa al-Mansour. In Arabia Saudita le donne non possono fare niente. Nel film si vede benissimo. Per esempio non possono guidare, e quindi hanno bisogno di autisti per andare nei posti. O per esempio non possono stare pubblicamente insieme ad altri uomini, e la regista molto spesso ha dovuto dirigere gli attori da dentro un furgoncino guardando i monitor.
Io ho un debole per i film arabi e questo film mi è piaciuto molto.
E' la storia di Wadjda, una ragazzina di 14-15 anni un po' ribelle che decide che vuole una bicicletta. In Arabia Saudita non è visto di buon occhio che una donna vada in bicicletta. In Arabia Saudita le donne non possono fare niente, l'avevo già scritto?
Intorno a Wadjda il suo mondo, saudita (in cui le donne non possono fare niente): la scuola, le amicizie, la famiglia in crisi perché il padre di Wadjda sta per prendere una seconda moglie, dato che la madre di Wadjda non può più avere figli.
Il tutto raccontato con molta delicatezza e dolcezza, e soprattutto dal punto di vista del mondo femminile.
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3 comments:
carlos ce l'ho pronto da tempo, ma la lunghezza mi spaventava, non per il fatto in sé quanto per il tempo che non ho mai di concedermi un film...ma ora che ho letto quello che scrivi mi ci impegnerò di più!
Grazie!
non li ho visti, perché a volte ho paura di certi film, che mi facciano troppo male... il primo giorno di stabilità emotiva però me ne guardo almeno uno.. la bicicletta verde non sai quante volte l'ho cominciato!
di questo due non credo ci sia da aver paura. Carlos è molto scarno, per niente emotivo. E la bicicletta verde è davvero un bel film secondo me, e la protagonista è un bel personaggio. Certo la condizione femminile che si vede nel film è allucinante, ma non è un film pesante (per come l'ho percepito io)
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