Non, Vita, perché sei nella notte
la rapida fiammata e non per questi
aspetti della terra e il cielo in cui
m’oblio –
per le sue rose che non sono ancora
schiuse e si sfanno; per il Desiderio
che nella mano ratta lascia cenere;
per l’odio che ciascuno porta a sé
del giorno avanti; per la sordità
di tutto ai sogni che ci metton ali;
per non potere vivere che l’attimo
al modo della pecora che bruca
andando questo e quello ciuffo d’erba
e non vede non sa fuori di esso;
per la tristezza ultima d’Amore;
il rimorso che sta in fondo ad ogni
esistenza; d’averla spesa invano,
come la feccia in fondo del bicchiere;
per la felicità grande di piangere,
il non sapere e l’infinito buio...
- per tutto questo amaro t’amo, Vita.
Camillo Sbarbaro era un poeta del primo novecento, ligure.
Oltre alla poesia, l'altra sua grande passione furono i licheni. Ha scritto infatti:
Capisco, adesso, perché questa passione
ha attecchito in me così durevolmente:
rispondeva a ciò che ho di più vivo,
il senso della provvisorietà.
Sicché, per buona parte della vita, avrei raccolto,
dato nome, amorosamente messo in serbo....
neppure delle nuvole o delle bolle di sapone
- che per un poeta sarebbe già bello;
ma qualcosa di più inconsistente ancora:
delle effervescenze, appunto.
2 comments:
Camillo Sbarbaro pensavo fosse il secondo e terzo nome di Attila-Diego Flagello diddiotuono.
:)
ganzi i licheni però, no?
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