La prefazione alla raccolta di scritti, di Marco Cianchi, così si conclude:
"Ma non mi è neppure sfuggito che in un mondo dove il reale cede il passo al virtuale, dove l'evento è svuotato di significato per eccesso di eventi, dove i mezzi di comunicazioni ci plasmano prima ancora di essere usati, dove l'esistere dipende dal fatto di essere visti, dove lo strapotere della tecno-scienza rimodella le categorie umanistiche; ebbene, non mi è sfuggito, che in un mondo così fatto, l'unica traccia da più parti indicata per ridare senso alla vita sia proprio l'azione: quell'attività quintessenzialmente umana che appartiene solo all'individuo e che ne determina l'identità. In questo senso, quando sarà il momento, e se quel momento ci sarà le pagine di Rosenberg, frutto della riflessione di un'intera vita, potrebbero essere una buona lettura per nuovi inizi individuali, anche nell'arte."
Diciamo che però l'azione è parecchio pertinente anche al mondo animale oltre a quello dell'uomo, no?
E poi "quando sarà il momento", dice; wow, si fa la rivoluzione? Io sarò pronta. Entro stasera (non ce la farò mai) avrò letto gli scritti di Rosenberg sull'action painting e potrò incamminarmi verso nuovi inizi individuali, cioè miei, e anche nell'arte.
Vado.
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