Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
30.9.10
L'uomo che verrà
E' di Giorgio Dritti ed è del 2009.
Giorgio Dritti è un uomo di 51 anni e questo è il suo secondo film, dopo il molto apprezzato Il vento fa il suo giro. Prima di questi due film ha fatto documentari, cortometraggi, ha collaborato con altri registi, insomma si è dato da fare, ma è con Il vento fa il suo giro che si è cominciato a parlare di lui. Giorgi Dritti ha questa faccia molto normale che in quest'epoca in cui bisogna essere tutti straordinari, è cosa straordinaria. E leggendo le interviste dice cose normali, straordinarie
L'uomo che verrà parla di contadini nell'inverno del 1943 nelle campagne intorno a Bologna. Racconta di famiglie che parlano in dialetto e vivono tutte insieme in case spoglie, dormono nelle stesse camere, nonni zie figli, fanno il pane e macellano il maiale di nascosto trasportandolo su una barella coperto da un lenzuolo come un caro estinto. E'un inverno, quello, pieno di neve, e i bambini vanno a scuola con i pantaloncini corti e la sera si ritrovano nella stalla dove fa più caldo a intrecciare le ceste e parlare, tutti quanti. L'uomo che verrà parla di guerra, che all'inizio è lontana ma poi piano piano si avvicina; ed è proprio quella studiata sui libri di storia, ma guardando il film pensi che è passato tanto tempo da quando te l'hanno fatta studiare, e te la eri un po' dimenticata. Ma pensi che le guerre sono anche tutte uguali, e quello che è successo soprattutto alla fine della seconda guerra mondiale, succede ancora tutti i giorni in altre parti del mondo. Ma i civili, le persone normali, raramente fanno notizia, raramente fanno spettacolo, al massimo fanno numero.
In L'uomo che verrà le persone normali ti vengono presentate una ad una, e sono straordinarie. La campagna è straordinaria, e il bosco, e pure il parroco, e la strada in salita che porta al casolare.
Il film è straordinario, secondo me.
E' anche vietato ai minori di 16 anni, io vi ho avvertito.
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3 comments:
lui bravo..
e brava anche Sburk che ci dà la dritta, io non l'avevo mai sentito.
A me il film mi ha entusiasmato, per dirla tutta, forse anche perché del film non sapevo proprio niente. Ora voglio vedere anche l'altro suo.
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