Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
30.8.06
New York City/Where are you from
Leggo che a NYC ci sono 8 000 000 di abitanti.
D'estate poi, ci sono anche tutti i turisti. Manhattan diventa parecchio affollata.
E' inevitabile fare quattro chiacchiere con uno sconosciuto.
Le situazioni possono essere svariate, e in una settimana, di cui 5 passate nella grande mela, a noi ne sono accadute varie; tra cui:
1: In the subway.
La metropolitana newyorchese è vecchiotta. La prima linea sotterranea venne inaugurata nel 1904, era lunga circa 15 chilometri e aveva 24 stazioni. Anche per questo motivo non è molto estesa e in certi posti non ci puoi proprio arrivare; devi integrare con gli autobus. Poi non è facile da capire, le linee si sdoppiano, cambiano a seconda dell'ora, del giorno; non tutti i treni sono uguali, ci sono i locals, gli express. E poi lì sotto ci fa un caldo, i soffitti sono veramente bassi, le indicazioni sono poche e confuse. Aiuto! Voglio uscire!
Mal comune mezzo gaudio. Non sono solo i turisti a non capirci nulla là sotto, ma anche i newyorchesi; quindi parte la chicchiera.
- E' questo il binario per andare uptown?
- Lo spero.
- Certo c'è poca gente.
- Lì c'è scritto direzione uptown.
- Sì sembrerebbe giusto. Di dove siete?
(con la domanda 'di dove siete' non si può sbagliare, perché i newyorchesi puri sono veramente in minoranza, e poi se sei veramente nato e cresciuto a NY, puoi sempre parlare delle tue origini irlandesi, svedesi, greche, italiane, turche... insomma con 'where're you from' la chiacchiera volante è assicurata. La rivelazione della tua cittadinanza stimola tutta una serie di domande: ti piace NY, cosa avete visto, cosa in particolare vi è piaciuto, quanto è diverso dal posto vostro, etc)
- E tu?
- New York.
- Nato e cresciuto?
- Sì.
(anche se sei così banale da essere nato a NY, puoi comunque stimolare altre domande: in che quartiere abiti, ma lo sopporti ancora tutto questo rumore, e ti perdi in metropolitana, etc)
Il binario poi era quello sbagliato, perché leggendo tra le righe del cartello posto sopra c'era scritto che i finesettimana a sera tardi (late night che ore sono?) di lì non passavano treni.
2. On the ferry
La notte, seduti fuori, mentre il traghetto si allontana da Manhattan tutta illuminata.
- Ancora non mi sono abituato a questa vista. E' bellissima.
- Eh sì. Di dove sei?
- Di San Diego.
(e qui scatta il paragone tra le due città americane, il clima a SD è meglio e anche la gente è molto più gentile, ma NY è unica, ci sono così tante cose da fare)
- E tu?
- Italia.
(la nazione non deve aver ispirato molto perché ha optato per un'altra domanda)
- E dove stai a NY?
- Da un'amica.
- Italiana?
- No americana.
- E dove l'hai conosciuta?
- In Libano.
- Ah conosco dei libanesi. Lavorano nel mio ufficio.
- Mmm
- Poi ho dei carissimi amici israeliani.
- Mmmm
(Quest'esemplare di San Diego non era particolarmente vispo e la rivelazione libanese che avrebbe dovuto far partire un'interessante discussione è morta lì; non tutti sono dei maestri nelle quattro chicchiere)
3. In Central Park
Central Park è veramente enorme. Perdersi è facile. Quando chiedi indicazioni a dei passanti, la percentuale che siano anche loro dei turisti è alta. I passanti eravano noi. Lui era di Dusseldorf e cercava Strawberry Fields. Lui credeva che noi venissimo dalla Spagna. Un classico. Noi lo abbiamo messo sulla retta via e ci siamo dati appuntamento a Strawberry Fields.
4. Waiting for the rain to stop
- Di dove sei?
- Italiana.
- Io vengo dal Nepal.
- E tu?
- Nigeria.
(Troppo facile. Puoi andare avanti per ore, giorni, anni)
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