Cosa c’è di meglio di una cena a sbafo? Capitano raramente, e forse per questo conservano un gusto tutto loro, quasi trasgressivo, con quella giusta carica di soddisfazione ed adrenalina che si accompagna alla domanda: quanto limpidamente sono consapevoli che sono qui solo ed unicamente per la cena?
La prima di cui ho memoria risale ad alcuni anni fa, sponsorizzata dalle famose coperte di lana merinos, che per un periodo hanno imperversato nelle televendite. Arriva la telefonata a casa “signora, lei e suo marito avete vinto una cena al ristorante…”. Generalmente sono ristoranti pittosto quotati, almeno localmente, che propongono per quella sera un menu fisso. Discreto, non eccelso, ma dignitoso. Bene, arriva la telefonata, la diretta interessata declina (solo perchè reduce da un’analoga cena la settimana precedente, si vede che era periodo), ed io ottengo l’invito per quattro persone a cena in uno dei ristoranti migliori della zona. Lo scopo, per chi paga la cena, è piazzare una parure completa di lana merinos composta da: copriletto, scendiletto, cuscini, pantofole, scaldacollo e fascia lombare. Al nostro tavolo siedono quattro donne single, con scarse intenzioni di accasarsi- si parla di quasi una decina di anni fa, nel frattempo una aspetta un figlio, un’altra ci sta lavorando, altre tergiversano- che iniziano a giocherellare con il cibo, e a scherzare con il povero piazzista il quale data una rapida occhiata conclude, amareggiato: “mmm, mi sa che qui il completo matrimoniale non lo piazzo”.
Cambia scena. Mi capita, per lavoro, che mi sia offerta la cena in cambio della sponsorizzazione di un farmaco (traduco, onde evitare malintesi: mentre io mangio, qualcuno mi racconta come funziona- bene!- un determinato farmaco. E sottolineo, ancora onde evitare malintesi, che io attualmente non posso prescrivere). Ecco, davanti alla fantastica bistecca di stasera mi si è proposta nuovamente la sensazione divertita di alcuni anni fa, la voglia di condividerla con qualcuno, e la speranza di trovare un piazzista disincantato come allora.
Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
14.7.06
M'hai provocato?
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