Perché Ronaldinho non ha un cognome?
I Mondiali di Calcio sono appena cominciati e il Brasile è una delle squadre favorite, come sempre, e può contare su giocatori come Ronaldinho, giocatore dell’anno, Ronaldo, Cafu e Fred. Ma perché così tanti calciatori brasiliani hanno un solo nome?
E’ una convenzione brasiliana: i soprannomi e i nomi propri vengono usati, da soli, in molti ambienti, per quanto formali. Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, è conosciuto da tutti con il suo soprannome, Lula. Questa abitudine si può ritrovare anche tra ecclesiastici, medici e altre categorie professionali. Addirittura, nell’elenco del telefono della città di Claudio gli abitanti sono elencati con il loro soprannome piuttosto che il cognome.
Questa attrazione brasiliana per i soprannomi potrebbe derivare dallo storico alto tasso di analfabetismo. I nomi abbreviati verbalmente sono generalmente più usati rispetto a quelli lunghi ricevuti per nascita. Inoltre, nella società brasiliana, l’uso del nome o di un soprannome è un segno di intimità e spesso identifica anche la classe di appartenenza. Lula, per esempio, è conosciuto per le sue radici proletarie.
Alcuni studiosi hanno supposto che l’uso del solo nome potrebbe derivare dal periodo della schiavitù che in Brasile è stata abolita nel tardo XIX secolo. Nei documenti, gli schiavi venivano individuati solo con il loro primo nome, per esempio, Joao, oppure con il loro nome e la nazione d’origine, Joao Congo.
Quando gli inglesi hanno introdotto il calcio in Brasile nel XIX secolo, i brasiliani chiamavano i loro giocatori con il sistema inglese, cioè per cognome. Ma con l’aumento di popolarità del calcio, i soprannomi ebbero la meglio. Quando la nazionale brasiliana giocò la prima partita nel 1914, in squadra uno degli attaccanti si chiamava Formiga, il cui significato è chiaro.
Diciasette dei 23 giocatori che fanno parte della squadra brasiliana che partecipa a questi mondiali sono conosciuti con un solo nome. Non ci sono delle regole precise, ma le convenzioni per assegnare i nomi rispecchiano l’adorazione brasiliana per i marcatori e il loro relativamente minor affetto per quelli che invece difendono la porta. I più famosi attaccanti nella storia del calcio brasiliano sono Edson Arantes do Nascimento e Manuel Francisco dos Santos, meglio conosciuti come Pele e Garrincha. I difensori di solito non hanno soprannomi, il nome completo del terzino Roberto Carlos è Roberto Carlos de Silva. I portieri vengono praticamente sempre chiamati per nome e cognome. In quasi un secolo c’è stato soltanto un importante portiere conosciuto col soprannome: Dida, il portiere di questa nazionale.
Se ci sono più giocatori con lo stesso nome allora vengono cambiati i soprannomi per differenziarsi. Recentemente ci sono stati vari Ronaldo in nazionale. Uno è diventato Ronaldao, cioè grande Ronaldo. Un altro Ronaldinho, piccolo Ronaldo. Quando negli anni novanta è arrivato ancora un altro Ronaldinho, venne chiamato Ronaldinho Gaucho, cioè piccolo Ronaldo da Rio Grande do Sul. Col passare del tempo, il primo Ronaldo ha lasciato la squadra, così Ronaldinho è diventato Ronaldo, e Ronaldinho Gaucho è diventato Ronaldinho.
Nei Mondiali di Calcio di quest’anno ci sono altre 3 nazionali con un certo numero di giocatori chiamati sol soprannome. Il Portogallo, di cui il Brasile è un’ex-colonia, ne ha 10. La vicina Spagna ne ha 6. L’Angola, altra ex-colonia portoghese, ne ha 16, incluso Jamba, Loco e Love.
di Nick Schulz, tradotto da www.slate.com
4 comments:
anarchia dei colori del font
nel senso che:
- blu (o viola che sia) sono di Sburk
- neri di Vitt
- rossi (amaranto) del gatto sul tavolo
e poi?
io comuque mi dovrei sentire un attaccante
@ bart
e poi abbiamo il grigio per gli sburkismi non di primo pugno
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