Un procione col giramento di testa? Ma no, perdinci! Sburk! Se non hai i soldi per pagarti una visita oculistica non è il caso che continui a sostenere la nostra costosissima retta scolastica. È un “swinging cat”, cari alunni poverelli, momentaneamente orfani della vostra beneamata maestrina. La Signorina Vitt, con grosso disappunto della sottoscritta e del collegio docenti tutto, è rimasta vittima di un inspiegabile e quanto mai inopportuno desiderio di tornare al suo paesello d’origine.
Dopo la lezione propongo allora che voi aggiorniate le vostre schede di valutazione. Ricordatevi sempre che siete clienti e che avete diritto a un servizio ineccepibile.
Non mi pronuncerò oltre sulla mia stimatissima collega, la quale ha avuto l’ardire di inviarci la lezione prevista per oggi via e-mail, rischiando un irreparabile inceppo nella nostra mediazione linguistica, per aver dato credito, con stolta protervia, alle scarse prestazioni tecnologiche di quella sua Italietta. Oltretutto, un’attenta analisi del suo contributo denota la penna stanca di chi si espone sconsideratamente ai raggi solari, anziché a una corroborante e rassicurante pioggerellina. Anzi, ho il vago sospetto che lo scritto in questione sia apocrifo, ma non vorrei fare illazioni.
Indubbiamente, però, la frase idiomatica che prenderemo oggi in esame non è di prima mano, non scaturisce dall’incontro fortuito, non presenta ahimè quell’impagabile immediatezza del qui e ora, che solo la voce dell’inviato può veicolare. La nostra piccola scriteriata ha pensato bene, invece, di fornirci un case-study tratto da una puntata di una serie televisiva, ambientata proprio qui a Seattle. Sì, Sburk, vedo che almeno i soldi per il cottonfiocc ce li hai, si tratta proprio dello spassosissimo Frasier, che come saprai ha come protagonista un pomposo psicologo radiofonico.
Un giorno Frasier prende la chiamata di un certo Marco, che con incurante sfrontatezza (non troppo dissimile da quella con cui la nostra insigne collega ha pensato di liquidare le sue responsabilità nei vostri confronti), confessa di stare con la sua attuale ragazza solo in attesa di “qualcosa di meglio”. Quando un Frasier sbigottito si rivolge alla sua collaboratrice chiedendole se effettivamente sia questo il genere di uomini che offre la piazza, se insomma il mondo sia pieno di infingardi come Marco, lei gli risponde:
“Oh, you can’t swing a dead cat without hitting some Marco.”
Orbene, “you can’t swing a cat” o, con maggiore valore enfatico, “you can’t swing a dead cat”, viene usato solitamente per lamentare il poco spazio del luogo in cui ci si trova, si veda l’esempio di “There isn’t room to swing a cat in the kitchen, but the rest of the flat’s ok”. Probabilmente non dobbiamo trarci in inganno e pensare a un gatto in carne e ossa, ma al “cat-o'-nine-tails”, una variazione di frusta prediletta dalla marina inglese, ricavata semplicemente sciogliendo le trecce di cui è composta una fune, in modo da ottenere un’estremità con nove corde. Forse il nove rimanda a una trinità al quadrato: sappiamo quanto fossero rigorosi questi inglesi nel rispettare il volere divino in materia di flagellazione.
Ma stiamo divagando. Nel nostro caso il “swinging cat” si connota di una sfumatura leggermente diversa. Nel dialetto della nostra discutibile collega, si potrebbe tradurre con “dove ti giri ti giri trovi un Marco” o qualcosa del genere. Sta di fatto che abbiamo tantissimi esempi di frasi idiomatiche che si riferiscono in qualche modo questo adorabile felino. A voi l’invidiabile gioia di scoprirli tutti.
Prof.ssa Hannah J. Susannicchi-Subu
Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
31.5.06
The cat is on the table (near the pencil)
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5 comments:
Siccome è tornato il freddo, la suppl è venuta con quel suo cappottino rosso
...più rosso che mai....
ma la cattiveria della supplente vi ha smosso dal torpore! finalmente si rilegge qualcosa su questo blog!
Prof, ma perché tanti modi di dire col gatto?
Ho trovato questa che mi piaceva assai: Nervous as a Cat in a room full of rocking chairs.
La sua segnalazione ci giunge gradita, ma necessita di un sostanziale chiarimento, onde scongiurare il diffondersi di un malaugurato equivoco. Perchè attribuire proprio al gatto questa a dir poco bizzarra fobia per le sedie a dondolo? Ordunque, se lei avesse svolto la sua ricerca con la dovizia necessaria, avrebbe riscontrato un maggior numero di occorrenze per la seguente versione: Nervous as a LONG-TAILED cat in a room full of rocking chairs.
Per passare al secondo quesito che ci ha sottoposto, le suggeriremmo la consultazione di un qualsiasi dizionario idiomatico, settoriale o gergale, per scoprire un numero altrettanto incredibile di espressioni colorite riguardanti il cane (per restare in tema proporrei "Like a dog with two tails").
(Happy) like a dog with two tails.
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