12.11.13

Cosa ne hai fatto delle forbici





E' stato un weekend pinteriano quello appena passato, nel senso letterario del termine; perché credo che non sopravviverei ad un weekend realmente pinteriano.
Sicuramente è preferibile uno kafkiano.

Venerdì
Lettura di uno dei testi teatrali capolavoro di Harold Pinter (per me Harold Pinter è un genio), Il ritorno a casa (Homecoming). Il testo è del 1964 e raccontarlo non ha senso. Bisogna leggerlo. Anche perché come tanti testi teatrali di Pinter, si svolge tutto in un salotto nel quale non succede quasi niente. E sottolineo quasi. Il quasi è fondamentale. Come lo sono le pause di Pinter. Il teatro di Pinter è un teatro di parola. E di pause. Le parole di Pinter sono dei macigni. E io veramente non so come fa perché a prima vista sembrano parole banali.
La prima battuta di Il ritorno a casa è "Cosa ne hai fatto delle forbici?" detta da un padre anziano al figlio adulto spaparanzato sul divano a leggere il giornale. E se conosci un pochino Pinter lo sai, lo avverti subito dopo la prima battuta: in quel salotto succederà di tutto.
In un articolo molto lungo e molto bello del New Yorker (in inglese) si dice, tra le molte cose, che i testi di Pinter gli scaturivano dall'inconscio (attenzione: è un'interpretazione molto mia estrapolata dal lungo articolo), che era una cosa sulla quale lui non aveva quasi potere. Infatti, coscientemente non sono chiari i testi di Pinter (qualcuno di più qualcuno di meno) ma in qualche parte del mio inconscio lo sono, e come.

Sabato
E poi questa non chiarezza permette di discutere per ore sui sensi e sui segnificati una volta visto Il ritorno a casa al Teatro Metastasio di Prato. A meno che in macchina non ci sia anche eli, allora e spettegolume a tutto spiano. E Pinter, secondo me, ne sarebbe contento.
Lo spettacolo non era male. Ho trovato gli attori tutti bravi, forse qualcuno un pochino sopra le righe. Pinter non viene messo troppo in scena in Italia, e infatti è la prima volta che vedo un'opera di Pinter a teatro. Pinter è difficile da mettere in scena, e in questo weekend pinteriano ho elaborato la mia teoria sul motivo di questa difficoltà. Che più o meno è la stessa di quando vai al cinema a vedere un film di cui hai letto il libro. Tutti i non detti pinteriani, tutti i sottointesi, le poche informazioni che il drammaturgo inglese inserisce nei suoi testi (per esempio Pinter fa scarsissimo uso di didascalie) fa sì che io lettrice mi devo immaginare tutto; e lo faccio, alla grande, soprattutto nel mio inconscio. Una volta che vedo lo spettacolo in carne ed ossa sul palco, la mia immaginazione si spegne e guardo quella del regista. E quindi o riesce in qualche modo a soprendermi o altrimenti rimango più o meno delusa.
Pinter è difficile da rendere sul palco. Trovamelo un attore che recita "Cosa ne hai fatto delle forbici?" trasmettendo allo spettatore tutta quell'inquietudine e angoscia che arriva invece al lettore.

Domenica
Leggo Tradimenti. Sicuramente meno potente di Il ritorno a casa. E forse più semplice da mettere in scena, anche per la struttura del racconto che comincia dalla fine e va indietro negli anni. Bellissimo anche quello.
Riguardo, dopo tantissimi anni, la donna del tenente francese. Pinter ha scritto molto anche per il cinema. Spesso non testi originali (forse nessuno?) ma adattamenti da romanzi, come questo. Pinter al cinema è molto diverso dal Pinter a teatro; e come anche quando lo vidi la prima volta, La donna del tenente francese non mi fa impazzire. Ma allo stesso tempo sì. La potenza di Pinter. Poi ci sono Meryl Streep e Jeremy Irons quindi sai che qualcosa di sordido avverrà. Jeremy Irons recitò anche nel film tratto da Tradimenti. Mi sa che il weekend pinteriano avrà degli strascichi nel prossimo.

A me di Pinter piace tutto, o meglio tutte le sue parole. Gà in passato avevo linkato il discorso che fece quando ricevette il Nobel (è in inglese ma a cercarli si troveranno anche i sottotitoli). Era già molto malato e si presentò in video seduto su una poltrona con un plaid sulle ginocchia: recitò una ferocissima accusa contro gli Stati Uniti. Harold Pinter purtroppo è morto nel 2008.

In realtà un altro spettacolo di Pinter grazie al blog ho scopeto di averlo visto. Evidentemente non era per niente memorabile.

3 comments:

cbp said...

dehmadeh il biglietto costa 37 euro a To... ohcomesifa! e se ci vogliamo andare in due?!

in compenso ci sarà a breve il TFF e quello me lo scofano da mane a sera!!! proiettano tipo 300 film in 9 giorni!!!!

sburk said...

37 euro, caro come il verdi di pisa; il metastasio in platea era 18

ah il TFF, ora mi guardo il programma

cbp said...

ecco 18 ci si fa!