Mi scrive dal Brasile Nik amico di Exco:
Figaro, all'apparenza, a un occhio inesperto, al visitatore occasionale, era solo un gatto bianco e nero. Pigro, fazioso, peloso, riservato e prepotente con i suoi simili. A tratti giocoso.
Figaro in realtà
andava oltre la sua sagoma bicroma, mero contenitore di uno spirito
contemplativo, meditativo e protettore della casa dagli estranei e dagli
antipatici. Figaro era il custode dell'appartamento, aveva in testa la
mappa precisa di ogni oggetto della casa e si muoveva con destrezza,
registrando ogni spostamento o cambiamento. Era una presenza pura,
animalesca.
Figaro era il gatto per antonomasia, Figaro E' un'idea di gatto, e
in quanto tale non soggetta alle leggi della biologia o della chimica.
Figaro, dunque, non può morire.
Perchè se morisse figaro, morirebbe un concetto, e, logicamente,
dovrebbero sparire tutti i gatti. Vedremmo degli animali che sono
identici a Figaro, senza però sapere come chiamarli, dovremmo inventarci
un nuovo nome: i Figari, per esempio.
Per me è impossibile slegare la categoria gatto dal nome Figaro.
Per questo mi ricorderò per sempre di Figaro.