26.2.13

Viva la libertà



Purtroppo il fratello gemello filosofo un po' pazzerello appena dimesso dalla clinica psichiatrica che suona il pianoforte e balla a piedi nudi con la cancelliera tedesca e infiamma le piazze e ricorda un pochino Peter Sellers di Oltre il giardino per Bersani non l'hanno trovato e le cose sono andate come sono andate.
Ci tocca quindi tornare al cinema.
Ma per fortuna che esiste il cinema e i Toni Servillo e i Valerio Mastandrea.
Anche se, quando sono andata io a vedere Viva la libertà al cinema eravamo solo in due; il che da una parte è divertente - puoi far finta che il cinema sia tutto tuo e puoi parlare ad alta voce - dall'altra è triste, compreso il fatto che hanno spento il riscaldamento molto prima della fine del film.

21.2.13

Come mi va a febbraio

Non leggo più i poeti.
Ho capito però che la poesia mi piace per la sua essenzialità, perché in poche righe (versi) ti dipinge un mondo, un po' come se fosse un quadro.
Ho capito che Pascoli continua a piacermi molto. Proprio perché è breve, e impressionista. E perché anche quando è lungo, è sempre comprensibilissimo.
Ho capito che l'Infinito di Leopardi non può mai venire a noia.
Ho capito che nessun poeta del novecento italiano mi appassiona particolarmente. Tranne Montale, ma non era in programma. I futuristi sono lunghi e presupponenti. I vociani troppo deprimenti. Boine poi non lo sopporto proprio.

Leggo l'autobiografia di Ansel Adams.
Ascolto Controradio nel finesettimana quando non c'è la pubblicità.

14.2.13

Gabriele Basilico


Ho appena saputo che è morto.
Aveva 68 anni.
Era un fotografo.
Ci sono rimasta malissimo, come se fosse stato un mio amico.
Naturalmente conosco solo le sue fotografie, e la sua faccia.
Ma credo, anzi lo so, che il motivo di questo strano affetto che provo per Basilico sia dovuto al suo libro di fotografie su Beirut.
Sono foto dei palazzi distrutti dalla guerra.
Solo palazzi, raramente si intravedono delle persone. Ma le persone non sono protagoniste nelle foto.
I palazzi sono i protagonisti.
I palazzi sono gli esseri umani.


Poi a un certo punto mi ero convinta di averlo conosciuto Basilico, quando da piccola abitavo appunto a Beirut. Mi ero convinta che questo tizio che era arrivato in moto dall'Italia (eravamo alla fine degli anni '70), e che faceva fotografie e ritratti a carboncino era Basilico, da giovane. Ma non credo fosse lui, lui a Beirut c'è andato più tardi, e forse il tizio con la moto si chiamava Carbone.
Ma per un periodo nella mia testa Basilico l'ho conosciuto, e mi aveva fatto anche il ritratto a carboncino, ed era molto simpatico, quindi un po' amico lo era.
Qui trovate una sua intervista, di Basilico quello vero.

9.2.13

M'era sfuggito

questo documentario su Pisa di, credo, Paolo Sebardini.
Comunque, io voto lui.
(Non Sebardini, anche se mi sta molto simpatico.)


8.2.13

Porzia de' Rossi

aka, la mamma di Torquato Tasso



« Me dal sen della madre empia fortuna
pargoletto divelse. Ah! di quei baci,
ch'ella bagnò di lagrime dolenti,
con sospir mi rimembra e de gli ardenti
preghi che se'n portar l'aure fugaci »

(vv. 31-35, O del grand'Apennino, di Torquato Tasso)

7.2.13

In vista della manifestazione del prossimo 16 febbraio



Pisa: pioggia di adesioni all'appello contro lo sgombero dell'ex colorificio

In vista della manifestazione del prossimo 16 febbraio a Pisa cresce l'attenzione e la mobilitazione contro lo sgombero del Municipio dei Beni Comuni. Decine di firme, da Alex Zanotelli a Don Gallo, da Vittorio Agnoletto a Francuccio Gesualdi, da Tonio Dell'Olio ad Heidi Giuliani, tutti per chiedere che il Municipio dei Beni Comuni di Pisa sia un patrimonio da tutelare e difendere, rilanciando il percorso collettivo che ha portato ad un risultato definito "di alto valore politico sia un esempio virtuoso di buona politica e di alta
partecipazione democratica".

Si aggiunge quindi la società civile italiana in sostegno di un'esperienza che sta mettendo al centro del dibattito politico la questione della tutela dei beni comuni, dalla terra all'acqua, e della necessità di aprire spazi sociali bloccando la cementificazione del Paese.

Una posizione rilanciata nella tre giorni United Colors of Commons, organizzata dal 25 al 27 gennaio scorso, e ripresa dal documento dei giuristi che alcuni giorni fa hanno sostenuto la validità sociale dell'occupazione dello spazio dismesso pisano.

A seguire l'appello della società civile.

PISA. DIFENDERE IL MUNICIPIO DEI BENI COMUNI SIGNIFICA DIFENDERE TUTTI

Il Municipio dei Beni Comuni di Pisa, nato in seguito all'occupazione dell'Ex Colorificio Toscano, complesso industriale diversi anni fa abbandonato dalla multinazionale JColors e lasciato nel degrado in attesa di nuove opportunità speculative, è molto più di un semplice luogo liberato e donato all'associazionismo ed alla
cittadinanza tutta, ma rappresenta un passo avanti rispetto alla pur legittima e necessaria rivendicazione di spazi sociali.

La nascita del Municipio dei Beni Comuni è stato un atto collettivo e pubblico, preannunciato in modo chiaro e trasparente da  un ampio numero di forze sociali, associative e da molti cittadini e cittadini del territorio di Pisa con l'obiettivo di trasformare un luogo degradato ed abbandonato in un luogo di cittadinanza attiva,
di promozione di pratiche di economia ecologica e solidale e di percorsi di educazione alla pace, alla solidarietà ed alla sostenibilità.

United Colors of Commons, la tre giorni che dal 25 al 27 gennaio scorso ha animato la città con centinaia di persone presenti, gruppi di lavoro e plenarie, ha dimostrato come l'ex Colorificio Liberato sia un'opportunità per tutti per ridare ossigeno ad una politica dal basso, capace di partire dalle esigenze, dai bisogni e soprattutto dai diritti delle persone e delle comunità.

I recenti sviluppi, che parlano di una istanza di sequestro depositata alle forze dell'ordine da parte della proprietà, del rischio di sgombero e di un silenzio assordante da parte dell'Amministrazione pubblica, mostra come troppo spesso al valore sociale di esperienze come il Municipio dei Beni Comuni l'unica risposta sia l'ordine pubblico. In un momento di crisi economica, sociale, ambientale, in cui è sempre più necessario riscoprire valori e pratiche di solidarietà e cooperazione per un'uscita sostenibile da un futuro sempre più nero, troppe volte la politica istituzionale si distrae, quando non è connivente, lasciando spazio agli interessi privati ed agli appetiti speculativi.

Noi, rappresentanti di organizzazioni, reti, forze sociali, media indipendenti, crediamo che il Municipio dei Beni Comuni di Pisa sia un patrimonio da tutelare e difendere, che il percorso collettivo che ha portato a questo risultato di alto valore politico sia un esempio virtuoso di buona politica e di alta partecipazione
democratica. Per questo motivo sosteniamo l'esperienza del Municipio dei Beni Comuni, dichiarando fin d'ora la nostra disponibilità ad impegnarci nei nostri rispettivi contesti perchè un'esperienza tanto virtuosa possa continuare a vivere e a consolidarsi.

prime adesioni:

Vittorio Agnoletto (Flare), Gianni Alioti (Fim), Marco Balconi (DES Brianza), Davide Banti (Cobas Lavoro privato), Andrea Baranes (Campagna Sbilanciamoci), Vittorio Bardi (Associazione "Sì alle energie rinnovabili No al nucleare"), Piero Bernocchi (Cobas), Marco Bersani (Attac/Forum italiano dei movimenti per l’acqua), Davide Biolghini (Area Ricerca e Formazione Tavolo RES Italia), Valeria Bochi (Co-presidente REES Marche), Raffaella Bolini (Arci), Paolo Cacciari (Associazione Decrescita), Marco Calabria (Comune-info), Roberto Campanelli (Unione degli studenti), Gianluca Carmosino (Comune-info), Alberto Castagnola (Reset), Michele De Palma (Fiom), Giuseppe De Santis (DES Brianza), Ornella De Zordo (PerUnaltracittà), Daniela Degan (Reset), Federico Del Giudice (Rete della conoscenza), Tonio Dell'Olio (Libera), Monica Di Sisto (Fairwatch), Tommaso Fattori (Trasform! Italia), Fausto Ferruzza (Legambiente Toscana), Don Andrea Gallo (Comunità di San Benedetto al porto), Haidi Gaggio (Comitato Piazza Carlo Giuliani), Francuccio Gesualdi (Centro Nuovo Modello di Sviluppo), Federico Giusti (Cobas
Pubblico Impiego), Laura Greco (A Sud), Lorenzo Guadagnucci (Comitato Verità e Giustizia per Genova), Maurizio Gubbiotti (Legambiente), Fabio Laurenzi (Cospe), Cristiano Lucchi (l'Altracittà), Luca Martinelli (redattore Altreconomia), Katya Mastantuono (REES Marche), Alessandra Mecozzi (Rete italiana per il
Forum Sociale Mondiale), Grazia Naletto (Campagna Sbilanciamoci), Jason Nardi (Solidarius Italia), Ciro Pesacane (Forum Ambientalista), Mario Pezzella (Scuola Normale Superiore), Maurizio Piccione (Presidio Picapera di Vaie e Ass Spinta dal Bass - Valle di Susa), Martina Pignatti Morano (Un Ponte per...), Anna Pizzo (DmKm0), Pietro Raitano (direttore Altreconomia), Andrea Saroldi (Esperto di economia solidale), Chiara Sasso (Rete del Caffé Sospeso - Valle di Susa), Patrizia Sentinelli (Altramente), Luca Spadon
(Link-Coordinamento universitario), Gigi Sullo (DmKm0), Leopoldo Tartaglia (CGIL), Riccardo Troisi (Reorient), Gilberto Vento (Cobas scuola), Giuseppe Vergani (DES Brianza), Aldo Zanchetta (Fondazione
Neno Zanchetta per i popoli indigeni latinoamericani), Padre Alex Zanotelli (Missionario comboniano), Alberto Zoratti (Fairwatch)

6.2.13

La foto perfetta?



Dal corriere online:

«La foto "Inverno a Cracovia" è stata pensata e studiata», ha spiegato il fotografo. Che aggiunge: «In testa avevo una certa idea, ma stavo aspettando il momento giusto per realizzarla». L’idea gli è infatti venuta durante una delle sue abituali passeggiate lungo la Vistola. Dunque non si tratta solamente di fortuna: è anche il frutto di tanta pazienza.

La foto è del polacco Martin Ryczek.

4.2.13

Una settimana nella vita di exflat


Day 1
Finalmente lo spostano dalla cucina di Carluccio's Covent Garden - dove non si trovava bene, aveva acquisito sentimenti razzisti nei confronti di tutta la Polonia, ed era stato declassato di nuovo a lavapiatti - alla cucina di Carluccio's Waterloo Station. Qui il suo capo è un albanese, Bledi (mi sembra), lavora di nuovo al grill, di nuovo solo con polacchi. Ma questi sono diversi, ha detto. Menomale, perché davvero ero diventato intollerante verso tutti i polacchi.
Anche Polanski?

Day 2
Dopo aver fatto nottata in un posto che da come mi ha detto il nome io avrei dovuto conoscerlo, è arrivato a lavoro con un'ora e mezza di ritardo. Bledi lo licenzia.

Day 3
E' disoccupato. E quasi quasi gli piace. 

Day 4
Arriva a trovalo la sua nonna ottantacinquenne, accompagnata dal cugino. Scorazzano su e giù per Londra con la MIA guida. Vanno anche sul Big Eye e prendono il battello fino a Greenwhich.

Day 5
Mi chiama al telefono per dirmi che gli piacerebbe tenersi la MIA guida di Londra. Dice, mi ha aperto un mondo.

Day 6
Lo riassumono al Carluccio's Waterloo Station, ma non può prendere le ferie a fine febbraio come previsto. Bledi gli dice, dimmelo se fai nottata, ero giovane anch'io una volta (credo che Bledi abbia la mia età, infatti io nottate non ne faccio), se possibile ti cambio orario.

Day 7
Finalmente ci parliamo a voce su skype e mi racconta tutto.