28.2.11

Per esempio

Il Cippi in mostra!

Il Cippi in una foto di Michele
 


Cippi Pitschen
La vita e il mondo dal suo obiettivo: viaggi, graffiti, amici
Stazione Leopolda a Pisa
Dal 5 al 13 marzo

Il Cippi ci ha lasciati un anno fa, e a un anno dalla sua morte viene organizzata una mostra delle sue fotografie, disegni e poster.
Il Cippi oltre a essere fotografo era un sacco di altre cose.
Era marinese. Abitava in una casa che si affacciava sul mare. Anche se in realtà era svizzero.
Era un collezionista. Quella sua casa affacciata sul mare a Marina potrebbe tranquillamente diventare un museo.
Era un marinaio. Dai suoi viaggi in giro per il mondo a riportato le foto e le collezioni.
Era un bevitore di ponce alla livornese del barrino in piazza delle baleari.
Era un traduttore del cinese.
Era un sostenitore della superiorità del materasso ad acqua rispetto a quello normale.
Era un esperto di scritte sui muri. Ha pubblicato tre libri sull'argomento (o quattro?).
Era molto di più.

Qui il sito del Cippi.
Qui un bel ricordo di Michele.

24.2.11

I links del geko a febbraio


Per la serie (ma per ora è il primo): scene da film ridicolmente impossibili.
La verità su stonehenge.
Una fotografa che piace al geko.
Sostiene Banksy.
Se ti avanza qualche tubatura dall'ultima ristrutturazione della casa.
Le foto delle nipoti da inviare alla nonna.
Il gatto.
Graffiti che se li annaffi crescono.

Black Swan

E' il nuovo film di Aronofsky che ancora non ho visto.
In un cinema di Riga, in Lettonia, durante la proiezione di Black Swan, uno spettatore ha sparato ad un altro perché faceva troppo rumore mangiando i popcorn. Il mangiatore di popcorn è deceduto. L'arma da fuoco era regolarmente registrata.
State attenti.

23.2.11

Zuppa pà


noodlefarinadifrumentooliovegetalesaleesaltatoredisapiditàagentilievitanti
dellafarinaantiossidantecorrettorediaciditàzuppadisdratataaromadimanzo
carnedimanzozuccherocipollapomodorodisidratatospeziecoloranteaddensante
polveredicacao(!?)acidificanteverduredisidratatecarotemaispiselli



patateporribrodosedanocarotecipolleprezzemolozucchinesalepepesalsadisoia

Progetto Sufjan Stevens se lo conosci lo ami

Terremoto a Christchurch

21.2.11

Effetto sperimentale



Ci sono delle cose nella vita che ti segnano.
Ci sono delle persone, dei luoghi che frequenti, delle poesie che impari a memoria, che lì per lì non te ne rendi conto, ma dopo anche anni ti rendi conto che ti hanno segnata. Ti rendi conto che ti hanno resa un certo tipo di persona, che se non avessi fatto quel corso di ceramica lì, letto Guida galattica per autostoppisti in quella edizione lì, andata a Filicudi quell'estate lì, ora rischieresti ti guidare un SUV mentre twitteri con uno smartphone.
L'altra cosa è che riconosci i tuoi simili. Non solo li riconosci ma inevitabilmente ci sbatti contro. E' matematico, se tizio è andato nello stesso campeggio di Filicudi solo dieci anni prima di te, vedrai che un giorno lo incontrerai, ovunque nel mondo, e vi riconoscerete. Anime simili.
Per esempio, io per un corso di teatro fatto anni fa dovetti imparare a memoria la canzone Youkali in catalano. Vuoi che non ti segni? Vuoi che non riconosca tutti gli allievi che negli anni precedenti e a seguire hanno imparato Youkali in catalano?
Un'altra cosa che ti segna a vita, ed è come aver un tatuaggio maori sul viso è aver frequentato il Liceo Scientifico Buonarroti sperimentale. Non c'è verso, continui a incontrare ex-studenti e a frequentarli. Non solo li incontri ma ci diventi proprio amica. Decidi perfino di metter su un blog con un'ex dello sperimentale (noi intimi amichevolmente lo chiamiamo così, Lo Sperimentale). Alcuni si sposano tra di loro, per non imbastardire troppo la specie. Altri fanno figli e li mandano allo sperimentale, nella speranza che nonostanze di sperimentale non abbia più nulla, neanche più il nome, qualcosa nell'aria sia rimasto, magari negli acari della moquette verde.
Expata non si sa bene perché, quando il momento arrivò, non scelse Lo Sperimentale ma il tradizionale (noi dello sperimentale, così chiamavamo, in senso dispregiativo ovviamente, quelle sezioni del liceo che seguivono un programma banalmente normale: in poche parole facevano latino ma non andavano a scuola anche il pomeriggio). Sono sicura che ancora se ne pente. Ma nonostante Expata non possa essere etichettata sperimentale, qualcosa nei suoi pori pare sia trapassato.
Expata, insieme ad Expato, come gli attenti lettori già sanno, ha da poco cambiato casa, laggiù in Australia.
Il suo vicino di casa ha fatto lo sperimentale.
(Sì, è lui!)

17.2.11

toitū he whenua, whatungarongaro he tangata


Qui un articolo sulla Nuova Zelanda. (via byronic)

Solo un paio di appunti:
Anch'io quando qualcuno dà dell'australiana alla mia mamma metto su una faccina scocciata, però:
Forse proprio perché il resto del mondo si dimentica dell'esistenza della Nuova Zelanda, la Nuova Zelanda è rimasta quella che è. Il paragone con l'Italia messa così in mezzo alla vecchia Europa è un pochino fuori posto. Poi, che le politiche italiane possano fare più per l'ambiente è un altro discorso. Inoltre una popolazione totale di soli 4 milioni di persone, aiuta a mantenere le zone verdi.
In Nuova Zelanda la gente non ci va perché rispetto al resto del mondo, tranne che per l'Australia costa est, la Nuova Zelanda è dall'altra parte del mondo (tutte le volte che da piccola scavavo una buca sulla spiaggia speravo di arrivare dall'altra parte, ma trovavo sempre prima l'acqua e scavare diventava complicato, cedevano i lati) e il biglietto aereo costa una fortuna. E forse meglio così (vedi sopra) per la Nuova Zelanda; meno per me che per andarci devo aprire un mutuo.
Per il resto: Viva la Nuova Zelanda

15.2.11

L'Alaska vista dall'acqua


Chiara Lazzaroni
Imago
21.30
Giovedì 17 febbraio

Hurt




I Motus mi hanno risposto.
Eccola la canzone cantata in iovadovia.
L'originale è dei Nine Inch Nails, qui è cantata da Johnny Cash.
Gabriela Rusticali spesso fa concerti dedicati a Johnny Cash.
E' tristissima, e ancora non ho fatto troppo caso alle parole.

The King of Limbs


E, a sorpresa, sabato esce il nuovo album dei Radiohead.

E' umano

Exco è a casa ormai da una settimana.
Exco quando torna a casa si cambia d'abito e torna ad essere coinqui in tutto il suo splendore.
Non ha studiato per niente, ha deciso di saltare un appello d'esame, ha scambiato il giorno con la notte e si è comprato un biglietto ryanair.
Devo urgentemente rifornirmi di tè verde. Di quello buono.

14.2.11

Lungarno senza sole



... ma pieno di gente: la manifestazione!

Due film nel fine settimana



Another Year, Mike Leigh.
Come mi giro mi giro trovo recensioni incredibili su questo film. Si dice che vincerà Cannes. Io non ho una gran passione per i film, come dire, neo neo neo realisti, di solito francesi, certe volte inglesi. Non sono proprio i miei preferiti ecco; poi ci sono sempre le eccezioni. Quindi non sono uscita dal cinema dicendo wow, però è tre giorni che continuo a pensarci e a parlarne con chiunque l'abbia visto o non visto. Nel film non succede assolutamente niente, infatti per buona parte del film mi aspettavo succedesse qualcosa: un incidente tremendo, una bomba nella metropolitana, le scappatelle del marito, anzi no, della moglie... Cambiano solo le stagioni, autunno, inverno, primavera, estate: ma niente a che fare con Kim Ki-Duk. Sono i personaggi il capolavoro del film, è di loro che parli: qual'era il tuo preferito, quanto ti dava sui nervi quell'altro, cosa era successo secondo te al fratello, cosa sarebbe meglio per il figlio... e ci spettagoli e ti accorgi che un po' gli vuoi anche bene. Attori notevole dalle espressioni facciali infinite.



A single man, Tom Ford.
Tom Ford è uno stilista di moda. Un super stilista di moda e questo è il suo primo film. A single man si vede che l'ha fatto uno stilista, non solo nei vestiti e nelle acconciature; esteticamente è molto curato, è perfettamente curato, fino all'utlimo dettaglio, fino all'ultima inquadratura. Nella prima, invece, si vede il corpo nudo di un uomo immerso nell'acqua che si lascia trasportare dalla corrente. Si sente che ogni cosa è stata pensata. Ma non stucca per niente. E' un po' Armani, diciamo, in qualche modo, sempre sul filo del rasoio, riesce a rimanere misurato. E' tratto da un romanzo di Christopher Isherwood e racconta la giornata di un uomo che ha da poco perso l'amore di una vita e che non riesce a riprendersi. Protagonista Colin Firth, che mi piace sempre di più (il suo primo piano quando per telefono riceve la cattiva notizia è fantastico), e Julianne Moore, che mi è sempre piaciuta.

11.2.11

iovadovia


C'è che il titolo mi piace molto, sia nella grafica che nel senso, e mi ci ritrovo.
C'è che quando tocchi i miti greci, anche quando non li conosci, si smuove sempre qualcosa. E Sofocle, che Antigone lo scrisse, è morto più di duemila anni fa, era il 406 A.C.
C'è che Silvia Calderoni, l'attrice che a modo molto suo faceva Antigone, non lascia indifferenti per niente.
C'è che Gabriella Rusticali cantava una canzone con una voce rauca rauca e all'inizio senza accompagnamento, e che sono sicura di conoscere, la canzone, ma non sono ancora riuscita a capire cos'era. Mi fa pensare a Lou Reed.
C'è che quando gli spettacoli non li fanno sul palco di solito mi coinvolgono di più.
C'è che quando vedo uno spettacolo al Teatro di Buti, comunque, mi piace sempre.
Poi però, c'è che i Motus non lo so se mi piacciono e se non mi avessero regalato l'abbonamento forse l'avrei saltato questo spettacolo. Perché nonostante i Motus costruiscano degli spettacoli ben fatti l'impressione tutte le volte è che mi volessero dire qualcosa, qualcosa che secondo loro è importante (e già sono contraria a questo volermi dire per forza qualcosa) ma io questo qualcosa non lo capisco chiaramente, rimane nebuloso, acchiappo solo qualcosa qua e là.
Cosa mi vuoi dire quando mi fai vedere la foto del ragazzo ucciso durante le manifestazioni in Grecia?
Cosa mi vuoi dire quando su una barchetta ci scrivi il nome del fratello di Antigone, Polinice, e più tardi la bruci?
Cosa mi vuoi dire con Gabriella Rusticali che parla e canta in americano e interpreta Tiresia, un indovino che cerca ancora di convincere il re Creonte a liberare Antigone dalla grotta dove l'ha rinchiusa a morire e di fare il funerale a Polinice, e quasi quasi lo convince, solo troppo tardi, nel frattempo è morta già un po' di gente?
Cosa mi vuoi dire quando Antigone si tinge i capelli e la bocca di nero?
Cosa mi vuoi dire quando Antigone si spoglia nuda e scivola sul linoleum nero?
Cosa mi vuoi dire col cane?
Perché è chiaro che qualcosa mi vuoi dire e me la vuoi dire anche con una certa prepotenza. Ma io non la capisco. Ora lo so che certe volte non capisco neanche Pinter, però...

Insomma, spesso ho l'impressione che si facciano apposta spettacoli teatrali dove solo le persone che ci hanno lavorato ne capiscono fino in fondo il senso. Ma non è neanche questo il problema, perché non è necessario sempre capire il senso. Gli spettacoli della Compagnia della Fortezza e della Societas Raffaello Sanzio sono un po' misteriosi e di solito non li capisco ma non bruciano barchette. E secondo me il punto è proprio che, almeno per me, questi ultimi due non ci tengono particolarmente a dirti qualcosa, non si mettono sul piedistallo per spiegarti il mondo, mentre con i Motus ho questa sensazione.

O semplicemente, siccome la comunicazione prevede due poli, questo tipo di teatro a me parla poco.

10.2.11

Hey Rosetta!

Hey Rosetta - Welcome 

Il 15 febbraio esce il nuovo album: Seeds

9.2.11

Troppe parole, un'immagine:

Lungarno al sole #3

Exco su e giù per lo stivale

Giovedì per telefono.
Sburk: Ciao exco. Com'è andato il test stamani?
Exco: Boh, spero bene.
Sburk: E invece l'esame della scorsa settimana. Hai avuto i risultati?
Exco: Sì 28.
Sburk: (con l'orgoglio ormai totalmente fuori controllo) Dai! Fantastico! Evviva! Bravo! Squilli di trombe! Campane a festa! Fuochi d'artificio! Giornata di festa nazionale!
Exco: ...
Sburk: Non sei contento?
Exco: Sì sì.
Sburk: ...
Exco: Ciao, mi rimetto a studiare.
Sburk: Ciao.
Sburk: (tra sé e sé) Ecco lo sapevo. Mi mente. Non è vero che sta studiando. Non sta dando nessun esame. Mi mostrerà un libretto falso, con falsi esami, e poi per paura che io lo scopra, mi ucciderà. Deve essere per forza così, altrimenti avrebbe mostrato dell'entusiasmo. Invece niente.

Nonostante l'assenza di tè verde in casa Sburk, Exco torna per qualche giorno nella città natale.

Sburk: Ciao
Baci e abbracci rituali.
Sburk: Senti, non mi sei sembrato per niente contento di come è andato l'esame.
Exco: Te l'ho detto. Praticamente abbiamo fatto l'esame tutti insieme, aiutandoci, eravamo seduti proprio appiccicati. Non mi ha dato nessuna soddisfazione.
Sburk: Ah!
Exco: ...
Sburk: Manca il tè verde.

Exco per smettere di mangiarsi le unghie si è fatto un piercing sotto il labbro.

8.2.11

Come siamo messi, non a febbraio, tutto l'anno

Oggi è uno di quei giorni in cui moooolto più di altri vorrei fare un altro lavoro, oppure non lavorare proprio, o che ne so, magari 3 giorni alla settimana ma solo mezza giornata.  E poter dire di no a tutte quelle cose che non ho voglia di fare.
Oggi è un di quei giorni da isola deserta.
Il motivo in sintesi è che all'Università di Pisa nessuno sa l'inglese.
Ma la seguente scenetta appena avvenuta rappresenta meglio il mio umore:

Nella mia stanza c'è un fax. Questo fax nella mia stanza c'è da dieci anni. Sempre lo stesso. Sempre uguale. Lo usano tutti. Non ci vuole una specializzazione per usare questo fax. Metti il foglio, fai il numero e pigi invio. Semplice. Questo fax usato da dieci anni da tutti se trova occupato ci riprova per tre volte in automatico. E te lo dice anche, sul display ci viene scritto 'riselezione automatica' (in italiano fra l'altro, perché all'Università...) e poi alla fine ti stampa un foglio e se è riuscito a inviarti il tuo foglio ci scrive OK. E questa cosa la fa da dieci anni, e la fa tutte le volte e lo fa con tutti. Non ha delle particolari preferenze. E' un fax veramente democratico.

Da dieci anni nella mia stanza succede questo.

PersonaX viene a inviare un fax.
PersonaX infila il foglio fa il numero e pigia invio.
(E fin qui tutto fila liscio)
Il numero però è occupato.
PersonaX rimane lì a fissare il fax.
(I primi anni a PersonaX dicevo, non importa che stai lì, è occupato, il fax ci riprova da sola per tre volte poi stampa la ricevuta. Poi ho smesso.)
Tu tu tu tu tu.
PersonaX sempre lì a fissare il fax.
Tu tu tu tu...
Il segnale di occupato a un certo punto finisce. E parte il dialogo, avvincente:

PersonaX a me: E' occupato.
Io: Già.
PersonaX: C'è scritto riselezione automatica.
Io: (penso, però sai anche leggere; ma dico) Vuol dire che ci riprova per tre volte.
PersonaX: Ma fa tutto da sola?
Io: (vorrei rispondere, no dentro ci sono gli gnomi di babbo natale che siccome durante l'anno sono disoccupati io li assumo per farmi questo lavoro, ma mi trattengo e dico) Sì.
PersonaX: Ah. Utile.
Io: Sì
E per sua fortuna PersonaX esce dalla mia stanza.

Scenetta opzionale, che accade sempre da dieci anni:
PersonaX viene a inviare un fax.
PersonaX infila il foglio fa il numero e pigia invio.
(E fin qui tutto fila liscio)
Il fax parla anche: numero inesistente.
PersonaX: Perché.
Io: (che già lo so perché ma faccio finta di niente) Avrai digitato male il numero. Succede anche ai migliori digitatori.
PersonaX ridigita.
Il fax parla: numero inesistente.
PersonaX: Perché.
Io: Che numero hai fatto?
PersonaX: 1234
Io: (penso, il fax e tu vi conoscete da dieci anni, possibile che non ti è ancora entrato nella capoccia che, ma dico solo) il fax ha una linea telefonica esterna, devi mettere anche il prefisso e gli altri numeri, come se tu chiamassi dal telefono di casa tua.
PersonaX: Ah, non lo sapevo.
Io: (penso, fiato sprecato).

Perché se ti capita di dover tradurre in un'altra lingua un documento che non serve a niente tranne ad aumentare la pila di fogli sulle scrivanie, però in realtà ti dicono che serve a fermare l'infiltrazione della mafia nelle aziende sì sì, ti rendi conto davvero delle cazzate che ci sono scritte. E la cosa peggiore è che poi ti chiedono di inviarlo all'estero, ma tanto la nostra figuretta ultimamente l'abbiamo già fatta.

Come mi va a febbraio

Ascolto i Band of Horses, per gli amici BOH, che venerdì suonano a Bologna e che qui hanno messo tutto il loro ultimo album Infinite Arms in streaming.
Leggo l'Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino.

Band of Horses - The Funeral

7.2.11

Somewhere


Elle Fanning m'è piaciuta tanto.

C'è una bella fotografia.
Ci sono delle sequenze lunghe dove non succede niente.
Dove non si dice niente.
C'è chi per questo ha tirato in ballo Antonioni.
Antonioni!
Antonioni?!?!
Questa fissa dei paragoni, che poi si dicono certe sciocchezze. Antonioni. Va be'.
Forse per questo andava visto al cinema e forse, forse, mi sarebbe piaciuto di più.
Forse ho capito cosa Sofia Coppola voleva fare, ma secondo me non gli è proprio venuto bene.
Ma gli altri film dell'ultimo Festival di Venezia com'erano?

C'è l'Italia come ci vedono nel resto del mondo.
C'è quella dei Telegatti.
C'è Valeria Marini.
Valeria Marini!!!!
Che fa la velina. Ai Telegatti.

Somewhere è un film di Sophia Coppola del 2010, che ha vinto l'ultimo Festival di Venezia.

4.2.11

Technicolor




risozuccacavolorossocarotemeleacetobalsamicobuonoliosaleqb

3.2.11

L'Amante


Applausi. Applausi. Applausi.
Sburk: Ma te l'hai capito?
Lafra: Sì lui così, lei così, allora lui e lei così.
Sburk: Ah. (Pausa) Giusto.
Lafra: Almeno credo.
Sburk: No no, hai ragione. (Pausa) Ho fatto questa identitica scenetta alla fine della donna che canta, solo con un'altra persona.

L'Amante è una commedia di Harold Pinter. (Pausa per pensare cose su Pinter). Qui si può vedere una versione per la televisione di L'Amante (The lover, in inglese). Nella parte della moglie c'è Vivien Merchant, a quel tempo moglie di Pinter.

Ieri sera, al teatro di Buti invece era fatto dalla compagnia Le Belle Bandiere, che sono Elena Bucci e Marco Sgrosso, due attori del nucleo storico (c'è scritto così sul loro sito) della compagnia di Leo De Berardinis.

Ah, gli anni 80

Cercando altro ho trovato questo.
Non capisco come ho fatto a perdermelo, a quel tempo di TV ne guardavo assai.




Interbang‽ o Interbang!? (sottotitolo Le sette torri di Pisa)

Un anziano professore nasconde in vari luoghi del mondo sette miniature della torre pendente di Pisa, apparentemente indistinguibili da un comune souvenir, eccetto per il punto esclarrogativo ("interrobang", qui chiamato "interbang") impresso sotto la base, in sette colori diversi. In realtà ognuna contiene un frammento di metallo magico, che conferisce loro diversi poteri, dal teletrasporto al ringiovanimento.

Le torri fanno gola ad un criminale chiamato semplicemente "il Capo" o "il Boss", che rapisce lo studioso per farsi rivelare dove sono nascoste; ma questi usa la torre che fa ringiovanire e ritorna un ragazzino, perdendo parzialmente la memoria. Gli unici indizi per trovare le miniature sono dunque gli enigmi che il professore ha disseminato nei posti più impensabili del globo, scritti su bigliettini con il marchio interbang.

Due giovani studenti, i fratelli Gianni e Bruno (interpretati dai figli del regista e autore), girano il mondo, visitandone i più suggestivi e famosi luoghi, per trovare le torri prima che lo faccia il Boss, seguendo gli indizi come in una caccia al tesoro e vivendo molte avventure, spesso surreali.

Sulle loro tracce c'è il Killer, un sicario "a noleggio" pasticcione e sfortunato (una gag ricorrente lo vede rimanere sempre senza benzina nel momento peggiore).

Nel finale, il Killer decide di ribellarsi al Boss e tenere per sé le sette miniature. In una stanza segreta della vera torre di Pisa si trova una specie di monolito con sette fori disposti a cerchio: la leggenda vuole che inserendo le sette torri in un ordine preciso verrà rivelato il loro massimo potere. Il Killer sbaglia l'ordine, e la torre di Pisa, raddrizzatasi, diventa un razzo e parte per lo spazio, con il Killer imprigionato dentro, verso una destinazione ignota.

Fonte: wikipedia, ovviamente.

2.2.11

The little people project

Slinkachu
28/m/UK
5ft9
Handsome
Inactive 1979-2006
Active 2006-

Qui sito ganzo.
Qui blog con più foto.

Sarà un Pokemon?

1.2.11

Martìn Weber



Sud America, sogni e fotografie: qui.
Accanto a Leopardi, mi sembrava ci stesse bene.

Uno due tre via



Ci provo. Intanto comincio a recuperare i testi.
E trovo questo.
Ma non è Giacomo che mi può bloccare.

Promemoria



Frenzy, Il sipario strappato, Marnie, Gli uccelli, Psycho, La donna che visse due volte, Il ladro, L'uomo che sapeva troppo, La congiura degli innocenti, La finestra sul cortile, Il delitto perfetto, L'altro uomo, Nodo alla gola, Il caso Paradine, Notorious, Io ti salverò, L'ombra del dubbio.

Siamo a 17.