Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo appuntito di selci taglienti. (Robert Louis Stevenson)
31.5.09
L'imbarazzo della scelta
Ieri pomeriggio esco di casa una mezzoretta e trovo:
- la manifestazione canapisa sui lungarni
- i goliardici universitari coi loro lunghi mantelli in una piazza
- in un'altra piazza la marina militare
- arriva un boato dallo stadio, dove il Pisa perderà, retrocederà, e ci saranno disordini intorno allo stadio
-la sera in un'altra piazza ancora gli Officina Zoé e tutti che ballano.
Il blog funziona
Già per il mio compleanno mi arrivarono 2 coltelli, uno dei quali per sfilettare il pesce, come da desiderio espresso qui.
Ieri poi mi è arrivato questo:
acquistato in una nuova libreria pisana, vicina al mio biciclettaio di fiducia che non c'è più perché ha preferito lavorare alla mensa dell'ospedale. La libreria si chiama La 56ma Strada ed è del figlio del tizio che ha fatto nascere il mio coinquilino. E'una libreria di cinema. E come nastro regalo usano pellicole di film, te ne mettono anche un paio dentro la busta, come segnalibri credo.
Ieri poi mi è arrivato questo:
acquistato in una nuova libreria pisana, vicina al mio biciclettaio di fiducia che non c'è più perché ha preferito lavorare alla mensa dell'ospedale. La libreria si chiama La 56ma Strada ed è del figlio del tizio che ha fatto nascere il mio coinquilino. E'una libreria di cinema. E come nastro regalo usano pellicole di film, te ne mettono anche un paio dentro la busta, come segnalibri credo.
29.5.09
Paesaggi
28.5.09
Maggio è per gli herzoghiani
Nel caso non si fosse capito.
Hitchcock è solo in pausa per ora, la mia socia hitchcockiana se la sta spassando su un'isola nell'Oceano Pacifico. Dice anche ci sia scarsità di benzina da quelle parti quindi non si sa bene quando torna. E' suspence. E' Hitchcock.
Ci sarà stato Werner Herzog alle Comore? Secondo me sì, e se non c'è stato sicuramente ci andrà, perché Herzog è un supereroe: ha trasportato una nave di 300 tonnellate oltre una collina. Per davvero! Non era mica un modellino quello, come avrebbe voluto che usasse la produzione americana, che infatti l'ha abbandonato. Ma il supereroe Herzog ce l'ha fatta lo stesso, c'ha messo quattro anni a fare il film, ma ce l'ha fatta. Alla fine ha detto: "Io non dovrei fare film, dovrei essere subito rinchiuso in un manicomio".
Ieri sera, quindi, è toccato a Fitzcarraldo. E la serata era adatta. La natura herzoghiana si è fatta sentire; nuvoloni carichi di fulmini e pioggia si sono addensati sopra le nostre teste.
Fitzcarraldo è ancora Kinski, è ancora la natura, è ancora il Sud America, è ancora l'acqua come in Cobra Verde, anche se questa volta è un fiume, e come in Cobra Verde ma anche Aguille, sono ancora le popolazioni indigene. Non l'ho visto al cinema, purtroppo, e ci perde molto, perché la fotografia anche qui è da notare.
Poi c'è anche Claudia Cardinale che ride sempre, c'è la bella figlia dell'a-mo-o-re cantata da Caruso sul grammofono in mezzo alla foresta ammazzonica , e l'orchestra, coro e cantanti dei puritani sulla nave, le rapidi, la barca a vapore, gli indigeni silenziosi.
Fitzcarraldo è un mostro di film.
Appunti:
Vedere Fitzcarraldo al cinema.
Vedere il documentario sul film Burden of dreams.
Leggere il libro di Herzog sul film (sono la trascrizione dei suoi diari tenuti durante la lavorazione del film) La conquista dell'inutile.
Come mi va a maggio
Leggo L'ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafón. Lettura rilassante un po' libro per ragazzi.
Leggo Assassinio del padre, Il caso del fotografo Philipp Halsmann. Lettura un po' faticosa, non so.
Ascolto il mio coinquilino che ascolta gli Eagles of Death Metal, che nonostante il nome mi piacciono.
Leggo Assassinio del padre, Il caso del fotografo Philipp Halsmann. Lettura un po' faticosa, non so.
Ascolto il mio coinquilino che ascolta gli Eagles of Death Metal, che nonostante il nome mi piacciono.
Pari pari da Internazionale di qualche settimana fa
Herzog su youtube
snipurl.com/hewjv
Misteri del copyright all'epoca della rete: il gruppo televisivo americano Starz ha reso disponibili sul suo canale youtube le versioni integrali di ben otto film di Werner Herzog, in versione inglese. Oltre ai più famosi Aguirre e Fitzcarraldo, ci sono uno dei suoi primi e meno noti film - Anche i nani hanno cominciato da piccoli - e tre documentari: Little Dieter needs to fly (sulla stessa vicenda da cui Herzog ha recentemente tratto il film Rescue Dawn), My best friend (sulla folle relazione di amore-odio tra Herzog e il suo attore feticcio Klaus Kinski) e Lessons of darkness, apologo visionario filmato in Kuwait dopo la prima guerra del Golfo.
snipurl.com/hewjv
Misteri del copyright all'epoca della rete: il gruppo televisivo americano Starz ha reso disponibili sul suo canale youtube le versioni integrali di ben otto film di Werner Herzog, in versione inglese. Oltre ai più famosi Aguirre e Fitzcarraldo, ci sono uno dei suoi primi e meno noti film - Anche i nani hanno cominciato da piccoli - e tre documentari: Little Dieter needs to fly (sulla stessa vicenda da cui Herzog ha recentemente tratto il film Rescue Dawn), My best friend (sulla folle relazione di amore-odio tra Herzog e il suo attore feticcio Klaus Kinski) e Lessons of darkness, apologo visionario filmato in Kuwait dopo la prima guerra del Golfo.
26.5.09
Tiny Kitchen
Via ComidaDeMama e Il Pranzo di Babette (due blog soprattutto culinari soprattutto il secondo) ho scoperto questi brevi video di preparazione di ricette di una critica e cuoca newyorchese per il New York Times, ma dal cognome italiano, Jill Santopietro.
Jill Santopietro cucina in una cucina piccolissima, molto più piccola della mia; però il nostro piano di lavoro, mio e di Jill, è praticamente identico. Questo è il primo motivo che mi ha portato a guardarmi tutti i video di Tiny Kitchen, che a un certo punto ha cominciato a chiamarsi Kitchen 4B, dal numero dell'appartamento dove la nostra cuoca abita. Il secondo motivo, è che nel primo video che ho guardato, questo, lei fa notare che per cucinare agilmente in uno spazio piccolo bisogna tenere sempre tutto in ordine, mettere a posto le cose una volta finito di usarle. Su questo concetto io ho da sempre avuto delle difficoltà. Ogni tanto ci provo, ma l'esperimento dura di solito solo per qualche giorno. Poi mi ritrovo a preparare la cena in un angolino del mio piano di lavoro. E me ne vanto anche delle mie capacità di preparare una torta in 10 cmq!
Ecco, magari Jill Santopietro mi darà quello stimolo in più, a mettere a posto dopo che ho finito.
Poi lei è simpatica.
Poi voglio quella spatolina rossa e le pinze. Lei con le pinze ci spreme gli agrumi.
Ah, e ho capito che mi serve anche un colino.
E ora che mi viene in mente, alla mia frusta si stacca sempre il manico.
PS: Mentre cercavo una foto di una cucina disordinata ho trovato questo blog che si chiama The Messy Kitchen. Mi sembrava doveroso linkarlo.
22.5.09
Da grande voglio fare Werner Herzog
Herzog.
Un nome sempre sentito e circondato da un alone di mistero; dalle faccie di Klaus Kinski e dalle leggende su Fitzcarraldo.
Non avevo mai visto niente, del regista tedesco fino a quando una malata di herzogmania mi ha attaccato la malattia e passato qualche film.
Per ora ne ho visti solo due: Aguirre furore di Dio e Cobra Verde.
E' stato un colpo di fulmine. Soprattutto col secondo ma solo perché l'ho visto al cinema, mentre il primo sullo schermo del macchino.
Tutte e due i film hanno come protagonista Klaus Kinski - Herzog ne ha girati cinque con lui, tra cui il mitico Nosferatu. E sicuramente la presenza di Kinski caratterizza molto i due film, ma anche Herzog lascia la sua impronta. Il primo è del 1972 e il secondo del 1987. Il primo si svolge in Sud America e racconta della ricerca dell'Eldorado mentre il secondo prima in Sud America poi soprattutto in Africa, Ghana credo, e racconta le avvenute di un personaggio un po' bandito, un po' negrerio, un po' conquistatore. Tutte e due sono storie eccentriche di personaggi eccentrici. Ma l'altra grande protagonista in tutte e due è la natura, il paesaggio, che sia in Sud America che in Africa è travolgente. Noi europei abituati ai nostri paesaggi così umanizzati rimaniamo sconvolti, anche quando la vediamo al cinema, questa natura che ancora domina (sì sì, Herzog mi ha decisamente preso). Tutte e due poi sono film grandiosi, storie avventurose, delle specie di colossal; ma niente a che fare con i colossal americani finti. Ecco, per quanto Herzog racconti storie al limite della realtà, i suoi film li senti veri, reali, i conquistadores erano davvero così, le tribù ed i re africani davvero così.
Insomma, non so se si percepisce l'entusiasmo.
Entusiasta quindi vado su Wikipedia e scopro che:
- abbandonato dal padre da piccolo cresce fino a 12 anni con la madre e i fratelli in un piccolo paesino della Baviera, dove non esisteva radio, cinema, televisione. Grande contatto con la natura però;
- non vede un automobile fino a dodici anni e fa la prima telefonata a diciasette;
- a dodici anni con la famiglia si trasferisce a Monaco, per proseguire con la scuola, ed in una pensione dove abita per qualche tempo incontra, nientepopodimeno che quel Klaus Kinski; e a dodici anni capisce che avrebbe fatto il regista e diretto Kinski;
- sua grande passione sono i viaggi a piedi, a quindici anni andò a piedi da Monaco all'Albania;
- ha fatto un film sul salto con sci, perché a un certo punto da grande voleva fare quello;
- per ritrarre la passività di un villaggio bavarese di fronte a una catastrofe imminente, Herzog ipnotizzò di persona tutti gli attori (non professionisti) del cast, facendoli recitare in stato di trance;
- alla notizia che un'isola del pacifico, Guadalupa, stava per essere distrutta dall'eruzione di un vulcano e che un solo uomo si era rifiutato di lasciare la propria casa, nonostante il pericolo, si precipitò sul luogo. Il vulcano però non erutta e il film diventa una "cronaca di una catastrofe inevitabile che non ha avuto luogo";
- ed altro ancora;
- insomma, ha fatto un po' quello che gli pareva ed anche di più.
E per ora su Herzog mi fermo qui; perché Herzog è un mondo e questo post è solo una goccia nell'oceano.
E non sto esagerando neanche un pochino!
21.5.09
Può succedere
Avevano presentato domanda per un mutuo di 10 mila dollari
Banca per errore accredita milioni di dollari, coppia prende i soldi e scappa
Erano gestori di una stazione di servizio a Rotorua, in Nuova Zelanda
Una coppia di gestori di una stazione di servizio della Bp di Rotorua, in Nuova Zelanda, aveva chiesto alla banca Westpac un mutuo per 10 mila dollari neozelandesi (circa 4.600 euro). Per errore la banca ha loro accreditato a Leo Gao e alla sua fidanzata australiana Cara Young una somma mille volte superiore, cioè 10 milioni di dollari (4,6 milioni di euro). Al posto di andare a parlare con il direttore della filiale per far notare i tre zeri in più, l'8 maggio la coppia ha preso 6 milioni dal conto ed è sparita. Ora la polizia è sulle loro tracce, anche se teme che i due abbiano lasciato la Nuova Zelanda, diretti forse in Cina o in Corea del sud e infatti ha avvertito anche l'Interpol.
INDAGINI - Le indagini però potrebbero richiedere parecchio tempo, ha ammesso il sergente della polizia neozelandese David Harvey. La Westpac (che è già riuscita a recuperare 4 milioni di dollari) ha dichiarato di aver avviato una «vigorosa azione penale e civile per il recupero della somma», e non ha rilasciato dichiarazioni sulle cause del disguido, ma ha ricordato che il denaro trasferito per errore in un conto non entra in alcun modo nella proprietà del titolare del conto stesso.
(da corriere.it)
Banca per errore accredita milioni di dollari, coppia prende i soldi e scappa
Erano gestori di una stazione di servizio a Rotorua, in Nuova Zelanda
Una coppia di gestori di una stazione di servizio della Bp di Rotorua, in Nuova Zelanda, aveva chiesto alla banca Westpac un mutuo per 10 mila dollari neozelandesi (circa 4.600 euro). Per errore la banca ha loro accreditato a Leo Gao e alla sua fidanzata australiana Cara Young una somma mille volte superiore, cioè 10 milioni di dollari (4,6 milioni di euro). Al posto di andare a parlare con il direttore della filiale per far notare i tre zeri in più, l'8 maggio la coppia ha preso 6 milioni dal conto ed è sparita. Ora la polizia è sulle loro tracce, anche se teme che i due abbiano lasciato la Nuova Zelanda, diretti forse in Cina o in Corea del sud e infatti ha avvertito anche l'Interpol.
INDAGINI - Le indagini però potrebbero richiedere parecchio tempo, ha ammesso il sergente della polizia neozelandese David Harvey. La Westpac (che è già riuscita a recuperare 4 milioni di dollari) ha dichiarato di aver avviato una «vigorosa azione penale e civile per il recupero della somma», e non ha rilasciato dichiarazioni sulle cause del disguido, ma ha ricordato che il denaro trasferito per errore in un conto non entra in alcun modo nella proprietà del titolare del conto stesso.
(da corriere.it)
19.5.09
Vietato sognare
Ieri, senza saperlo mi sono ritrovata ad un evento della campagna elettorale dei democratici anonimi, quelli qui sotto, quelli di Sinistra e Libertà.
Credevo di andare a vedere un documentario sulla Palestina con dibattito a cui partecipavano Giuliana Sgrena e Luciana Castellina, e invece dopo mezzora di ritardo e un cinema imbarazzantemente vuoto sono apparsi sui muri con lo scotch dei manifesti elettorali e a noi spettatori sono stati consegnati dei volantini con la faccia sorridente della Sgrena che si candida alle europee. Per i manifesti sui muri non avevano il permesso e glieli hanno fatto togliere.
Davvero non ne sapevo niente, e neanche l'amico con cui c'ero andata, che si è molto infastidito, soprattutto per il ritardo che era diventato di 45 minuti, e a un certo punto se ne è andato. Diciamo che se quelli di Sinistra e Libertà volevano raccogliere voti, non hanno fatto proprio un'eccellente figura.
Comunque poi il dibattito è partito, anche se causa il ritardo la Castellina ha caldamente consigliato di non fare domande altrimenti non ci sarebbe stato il tempo di vedere il documentario. Solo una persona è intervenuta, con ulteriori testimonianze sulla situazione in Palestina e con alcuni consigli di lettura.
Giuliana Sgrena mi è piaciuta. E' piccola e magra e bionda bionda. Per la sua storia probabilmente me l'aspettavo per qualche verso più imponente. Invece sta lì e da conoscitrice del mondo mediorientale, ti spiega in modo molto semplice come lei vede la questione tra palestinesi e isrealiani: oltre al muro, alle violenze, alla difficoltà di pensare uno stato palestinese, per la totale mancanza di un'economia palestinese e al fatto che non si capisce bene quali terre rimarrebbero ai palestinesi, visto che gli israeliani colono dopo colono gliene stanno lasciando davvero una miseria; e alla difficoltà anche di pensare uno stato unico, dato che quello israeliano è confessionale; ha parlato anche dell'aumento demografico enorme sia dei palestinesi che degli ebrei che tra pochi anni diventerà un grosso problema (nella striscia di Gaza lo è già). Niente da dire sulla sua esposizione.
Alla fine ha parlato, poco della sua candidatura, e dell'importanza che ci sia qualcuno di valido al Parlamento Europeo per occuparsi della questione israelo-palestinese.
Poi una frase che mi ha colpito: "La sinistra a cui appartengo..." Uno è sicuro che Giuliana Sgrena appartenga alla sinistra, per la sua storia, per il suo lavoro come giornalista de Il Manifesto, ma sentire nominare la sinistra con l'articolo davanti, come se La sinistra davvero esistesse ancora mi ha fatto effetto.
Forse mi sbaglio.
Davvero lo spero.
Il documentario è di Barbara Cupisti. Si chiama Vietato Sognare. Si sarebbe dovuto chiamare Figli, come seguito a un altro documentario sempre della Cupisti che si chiamava Madri e che aveva come protagoniste proprio delle madri di ebrei e palestinesi. I due protagonisti di Vietato Sognare, sono effettivamente due figli che parlano anche del loro rapporto con le madri, uno ebreo e l'altro palestinese, che dopo aver lottato per i loro rispettivi popoli, decidono di deporre le armi e promuovere, insieme, la non-violenza. I due giovani sono notevoli, sono belli, sorridono, ridono, staresti ad ascoltarli per ore. Intorno a loro la Palestina e tutta la violenza che c'è, soprattutto quella a cui sono costretti i bambini (da quella estrema che porta alla morte a quella quotidiana come la difficoltà di arrivare fino alla scuola). Il documentario è bello, ben fatto anche se forse un po' troppo lungo, e vien voglia di vedere anche l'altro e di capire chi sia Barbara Cupisti.
Ma per ora non ho proprio tempo...
Credevo di andare a vedere un documentario sulla Palestina con dibattito a cui partecipavano Giuliana Sgrena e Luciana Castellina, e invece dopo mezzora di ritardo e un cinema imbarazzantemente vuoto sono apparsi sui muri con lo scotch dei manifesti elettorali e a noi spettatori sono stati consegnati dei volantini con la faccia sorridente della Sgrena che si candida alle europee. Per i manifesti sui muri non avevano il permesso e glieli hanno fatto togliere.
Davvero non ne sapevo niente, e neanche l'amico con cui c'ero andata, che si è molto infastidito, soprattutto per il ritardo che era diventato di 45 minuti, e a un certo punto se ne è andato. Diciamo che se quelli di Sinistra e Libertà volevano raccogliere voti, non hanno fatto proprio un'eccellente figura.
Comunque poi il dibattito è partito, anche se causa il ritardo la Castellina ha caldamente consigliato di non fare domande altrimenti non ci sarebbe stato il tempo di vedere il documentario. Solo una persona è intervenuta, con ulteriori testimonianze sulla situazione in Palestina e con alcuni consigli di lettura.
Giuliana Sgrena mi è piaciuta. E' piccola e magra e bionda bionda. Per la sua storia probabilmente me l'aspettavo per qualche verso più imponente. Invece sta lì e da conoscitrice del mondo mediorientale, ti spiega in modo molto semplice come lei vede la questione tra palestinesi e isrealiani: oltre al muro, alle violenze, alla difficoltà di pensare uno stato palestinese, per la totale mancanza di un'economia palestinese e al fatto che non si capisce bene quali terre rimarrebbero ai palestinesi, visto che gli israeliani colono dopo colono gliene stanno lasciando davvero una miseria; e alla difficoltà anche di pensare uno stato unico, dato che quello israeliano è confessionale; ha parlato anche dell'aumento demografico enorme sia dei palestinesi che degli ebrei che tra pochi anni diventerà un grosso problema (nella striscia di Gaza lo è già). Niente da dire sulla sua esposizione.
Alla fine ha parlato, poco della sua candidatura, e dell'importanza che ci sia qualcuno di valido al Parlamento Europeo per occuparsi della questione israelo-palestinese.
Poi una frase che mi ha colpito: "La sinistra a cui appartengo..." Uno è sicuro che Giuliana Sgrena appartenga alla sinistra, per la sua storia, per il suo lavoro come giornalista de Il Manifesto, ma sentire nominare la sinistra con l'articolo davanti, come se La sinistra davvero esistesse ancora mi ha fatto effetto.
Forse mi sbaglio.
Davvero lo spero.
Il documentario è di Barbara Cupisti. Si chiama Vietato Sognare. Si sarebbe dovuto chiamare Figli, come seguito a un altro documentario sempre della Cupisti che si chiamava Madri e che aveva come protagoniste proprio delle madri di ebrei e palestinesi. I due protagonisti di Vietato Sognare, sono effettivamente due figli che parlano anche del loro rapporto con le madri, uno ebreo e l'altro palestinese, che dopo aver lottato per i loro rispettivi popoli, decidono di deporre le armi e promuovere, insieme, la non-violenza. I due giovani sono notevoli, sono belli, sorridono, ridono, staresti ad ascoltarli per ore. Intorno a loro la Palestina e tutta la violenza che c'è, soprattutto quella a cui sono costretti i bambini (da quella estrema che porta alla morte a quella quotidiana come la difficoltà di arrivare fino alla scuola). Il documentario è bello, ben fatto anche se forse un po' troppo lungo, e vien voglia di vedere anche l'altro e di capire chi sia Barbara Cupisti.
Ma per ora non ho proprio tempo...
18.5.09
Colorblind
Ho visto passare uno straccio giallo.
Allora:
quello bianco era per la pace;
quello rosa per la laicità;
e quello giallo?
Non ricordo.
Ma il tizio che lo portava legato alla sua borsa sembrava un tizio intelligente: avrà avuto i suoi buoni motivi.
15.5.09
Le specie più pericolose del Mediterraneo
Klas Ernflo, che non sono sicura ma credo sia il nome di un tizio, ha fatto questa bella campagna per la pulizia dei mari. Klas Ernflo ha anche un bel sito con altre sue opere ed è anche su flickr. Klas Ernflo. Non ho capito neanche di dove sia. Ma mi piace, Klas Ernflo.
Lo so, è piccolo: qui si vede meglio.
13.5.09
6.5.09
Buone letture
Udite udite!!!
E' uscito l'ultimo numero di Sottobosco.
In realtà è uscito da un pezzo, anzi è già in preparazione il quarto numero.
Costa 3 euro e lo potete acquistare sicuramente alla libreria Tra le righe.
In copertina c'è un'opera di Guido Bartoli, all'interno racconti di Icoeisuoigattai, mio e molti altri ancora.
Accorrete.
Leggete.
Diffondete.
(Lecce; foto di mic.lischi)
Allora vuol dire che non mi ami abbastanza
Questo blog aveva deciso di ignorare la vicenda personale del presdelcons degli italiani che l'hanno votato. Secondo questo blog, il presdelcons degli italiani che l'hanno votato, fa già parlare troppo di sé inutilmente (oddio, magari fosse inutilmente). A questo blog della sua vita privata gli importa una ... .
Poi però stamani alla radio ho sentito la lettura dell'intervista a quel simpaticone di Baget Bozzo e non ho resistito. L'intervista è sul giornale Libero e si intitola "Veronica non l'ha amato abbastanza". (Basterebbe il titolo.)Per leggere tutto l'articolo mi dovrei iscrivere al sito on line di Libero, e non ce la posso fare, e quindi incollo qua sotto stralci trovati qua e là.
"Quello di Avvenire è un editoriale molto imbarazzato, episcopale, critica tutti e due, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, non si sbilancia più di tanto e sorvola sull’accusa più grave fatta a Berlusconi, quella di lolitismo». Don Gianni Baget Bozzo è un prete intelligente. Che sa come vanno le cose del mondo. Della vita. Specie nella vita pubblica. E nei meandri del potere. Sa benissimo come funzionano le corti e le sue cortigiane. E sa che spesso la donna di un uomo potente, se tale vuole essere, deve accettare di ingoiare alcuni rospi. Quindi non si scandalizza più di tanto se un premier ama circondarsi di belle ragazze. E non concorda con le critiche che ieri il quotidiano dei vescovi ha riservato a Silvio Berlusconi in prima pagina, con un articolo in cui si chiede maggiore sobrietà al Cavaliere e si legge che «la stoffa di un leader, il suo stile e i suoi valori non sono indifferenti». Allora, don Gianni, nessuno scandalo? «Guardi, qui l’unica cosa grave era l’ipotesi che il premier andasse con le minorenni. Ma la cosa è stata ampiamente smentita dai fatti: prima da palazzo Chigi e poi dalla famiglia della ragazzina napoletana. Resta solo un presidente del consiglio un po’ libertino, che preferisce fare una noiosa campagna elettorale per le Europee insieme a dieci belle ragazze invece che a..."
"Mi dispiace per Berlusconi, che ha fiducia in sua moglie. Fiducia che è stata disattesa e quindi ne soffrirà. Mi dispiace per lui perché si è fidato di una persona che non lo ha amato abbastanza. D'altronde per arrivare fino a questo punto...". Don Gianni Baget Bozzo, fra i fondatori di Forza Italia e amico personale del presidente del Consiglio, commenta così al quotidiano online Affaritaliani.it la separazione tra il premier e Veronica Lario. "Berlusconi faceva del suo meglio ed era impegnato in una grande opera e quindi se la moglie l'avesse amato avrebbe amato anche la sua opera. Evidentemente non è stato così, perché le due cose coincidono", dice Baget Bozzo. Ripercussioni elettorali? "Direi di no. Le questioni sentimentali non hanno tanto peso sul piano politico, gli italiani distinguono facilmente tra fatto pubblico e fatto sentimentale. Non credo proprio che ci saranno ripercussioni politiche -conclude- nemmeno nei sondaggi".
Che dire.
Poi però stamani alla radio ho sentito la lettura dell'intervista a quel simpaticone di Baget Bozzo e non ho resistito. L'intervista è sul giornale Libero e si intitola "Veronica non l'ha amato abbastanza". (Basterebbe il titolo.)Per leggere tutto l'articolo mi dovrei iscrivere al sito on line di Libero, e non ce la posso fare, e quindi incollo qua sotto stralci trovati qua e là.
"Quello di Avvenire è un editoriale molto imbarazzato, episcopale, critica tutti e due, dà un colpo al cerchio e uno alla botte, non si sbilancia più di tanto e sorvola sull’accusa più grave fatta a Berlusconi, quella di lolitismo». Don Gianni Baget Bozzo è un prete intelligente. Che sa come vanno le cose del mondo. Della vita. Specie nella vita pubblica. E nei meandri del potere. Sa benissimo come funzionano le corti e le sue cortigiane. E sa che spesso la donna di un uomo potente, se tale vuole essere, deve accettare di ingoiare alcuni rospi. Quindi non si scandalizza più di tanto se un premier ama circondarsi di belle ragazze. E non concorda con le critiche che ieri il quotidiano dei vescovi ha riservato a Silvio Berlusconi in prima pagina, con un articolo in cui si chiede maggiore sobrietà al Cavaliere e si legge che «la stoffa di un leader, il suo stile e i suoi valori non sono indifferenti». Allora, don Gianni, nessuno scandalo? «Guardi, qui l’unica cosa grave era l’ipotesi che il premier andasse con le minorenni. Ma la cosa è stata ampiamente smentita dai fatti: prima da palazzo Chigi e poi dalla famiglia della ragazzina napoletana. Resta solo un presidente del consiglio un po’ libertino, che preferisce fare una noiosa campagna elettorale per le Europee insieme a dieci belle ragazze invece che a..."
"Mi dispiace per Berlusconi, che ha fiducia in sua moglie. Fiducia che è stata disattesa e quindi ne soffrirà. Mi dispiace per lui perché si è fidato di una persona che non lo ha amato abbastanza. D'altronde per arrivare fino a questo punto...". Don Gianni Baget Bozzo, fra i fondatori di Forza Italia e amico personale del presidente del Consiglio, commenta così al quotidiano online Affaritaliani.it la separazione tra il premier e Veronica Lario. "Berlusconi faceva del suo meglio ed era impegnato in una grande opera e quindi se la moglie l'avesse amato avrebbe amato anche la sua opera. Evidentemente non è stato così, perché le due cose coincidono", dice Baget Bozzo. Ripercussioni elettorali? "Direi di no. Le questioni sentimentali non hanno tanto peso sul piano politico, gli italiani distinguono facilmente tra fatto pubblico e fatto sentimentale. Non credo proprio che ci saranno ripercussioni politiche -conclude- nemmeno nei sondaggi".
Che dire.
Subscribe to:
Posts (Atom)