26.6.07

Prossimamente...


Sono in pausa creativa, a presto con...

14.6.07

Critical Mass

Da queste parti se non leghi la tua bici a un palo, il giorno dopo ce ne trovi trenta, e potrebbe andare anche bene ma io non saprei dove metterle. Oppure, se non la leghi ad un palo e non hai un garage perché abiti in centro e in centro i garage non ci sono, poi a me manca una camera da letto, e se c'avessi il garage ci farei la camera da letto, dicevo, se non la leghi al palo la bici la devi portare su in casa. Ora, io abito al primo piano, quindi si può anche fare, anche se la mia bici è di quelle vecchie, con i freni a bacchetta, bellissima ma anche un po' pesante. Quindi: io la lego al palo. Facile. Per niente.
Io abito in un palazzo che è quasi una casa torre, quattro appartamenti uno sopra l'altro. Qualche numero:

Bicilette per appartamento: due.
due x quattro = otto

Pali davanti casa a cui legare la bicicletta: due

Spazio muro davanti casa a cui appoggiare le biciclette: tre metri.

Primo problema. I nostri vicini di casa sulla sinistra non vogliono che tu appoggi la biciletta al muro della loro casa. Mi sono informata da un avvocato e effettivamente è proprietà privata il muro (il marciapiede no). Se appoggi la bici sul loro muro, loro, due personcine sulla sessantina, con figli grandi, lui preside di scuola (...) in pensione, che usano un vecchio permesso di parcheggio per handiccapati risalente a qualche anno fa quando era viva la mamma di lui, insomma queste due simpatiche personcine che sono i miei vicini, te la prendono a calci la bici fino a quando non l'hanno spostata dal loro davanti di casa. A me una volta hanno rotto il fanalino di coda. Quelli che abitavano sopra di me un'altra volta li hanno beccati che tagliavano la catena di una loro bici con le tronchesi e li hanno denunciati. Hanno fatto bene.
A destra c'è un garage, incredibile ma vero, il garage in centro, quindi le bici non le puoi mettere lì. Insomma: otto bici accattastate una sull'altra in tre metri. Non è vero, esistono soluzioni alternative.
Tra cui (1) la rastrelliera per bici messa dal comune che però è sempre piena, e (2) la caccia ai pali liberi nella via.
Ah! Bisogna fare comunque attenzione al tipo di palo a cui la leghi. Per esempio io la legavo al tubo di scolo dell'acqua dal tetto. Una notte, non riuscivo a dormire, sento armeggiare sotto casa, mi affaccio, e becco due creativi giovincelli che erano riusciti a togliere un anello che bloccava il tubo al muro, stavano cercando di togliere l'anello più in basso, per sfilare la mia bici da sotto. Quando gli ho chiesto cosa stavano facendo, loro hanno risposto niente, io gli ho detto lo vedo.

Insomma, negli ultimi giorni, siccome i 2 pali davanti casa, di cui uno neanche troppo sicuro, erano sempre già presi da altre biciclette, ho cominciato a legare la bici ad un palo sul marciapiede opposto. Peccato che non ho notato che accanto al palo c'era lo sportellino dietro il quale sta il contatore dell'acqua del palazzo. E' risaputo che il contatore dell'acqua deve avere sempre una via di fuga libera, ci fosse un incendio anche lui ha diritto di mettersi in salvo. Anche se, non è che avevo legato la mia bici con ventiquattro catene ai ventiquattro pali tutto intorno allo sportellino del contatore dell'acqua. Poi la mia catena è parecchio lunga, basta spostare la bici, e il contattore dell'acqua ha un'eccellente via di fuga.
Ma si sa durante un incendio si va nel panico, meglio non avere nessun tipo di ingombri. Fatto sta che ieri quando torno a casa e vado per legare la mia bici al suddetto palo trovo il seguente cartello appiccicato allo sportellino: Se trovo di nuovo la bici legata davanti al contatore dell'acqua taglio la catena. Era anche firmato: Claudio. Io che mi porto sempre dietro un pennarello ho tenuto a sottolineare a Claudio il suo alto grado di civiltà.

12.6.07

Se potessi avere 1000 lire al mese


Se mi avanzassero dei soldi in fondo al mese mi piacerebbe comprarmi una 500.
Di quelle vecchie. La vorrei rossa.
Quando ero piccola la nostra invece era bianca ed aveva un anno più di me. I miei genitori me lo dicevano sempre e me la sentivo un po’ sorella maggiore e un po’ mi dava fastidio che fosse sempre un anno avanti a me. C’abbiamo fatto un sacco di viaggi per la Maremma, e anche un paio di traslochi Pisa-Grosseto, me ne ricordo uno sotto un acquazzone di quelli che non si vede nulla con i mobili (immagino niente di più grosso di un comodino) sul tettino. Il tettino era di quelli apribili che poi quando pioveva infatti c’entrava tutta l’acqua, ed una volta con Fiorella, la mia amichetta delle elementari, si fece a gara a chi ce la faceva per prima a uscire di macchina, se io dal tettino o lei dalla portiera. Non so bene chi vinse ma lei uscendo dalla portiera la chiuse velocemente dietro di sé chiudendomici anche il dito medio della mano sinistra. Ho ancora la cicatrice. Un ricordo endelebile della 500. Quando partimmo per l’estero lasciammo la 500 ad una cugina che poi ce la rese tre anni dopo quando tornammo. Aveva sempre un anno più di me, 14. Poi mio padre in curva cappottò, non è mai riuscito a spiegarsi come, lui non si fece neanche un graffio, lei invece fu data allo sfasciacarrozze. Credo. Io almeno non l’ho più rivista. Ci comprammo allora una Fiat Uno amaranto.
Ora c’è tutta questa campagna sull’uscita della nuova 500, infatti è vedendo alcune foto sul sito della repubblica che mi è tornata in mente la nostra. Mi è toccato anche di votare per un parente lontano di un’amica lontana che partecipava al concorso per il miglior spot pubblicitario, o qualcosa del genere. Insomma, già so che non mi piacerà la nuova 500, sarà un po’ come la nuova maggiolino, avoglia a metterci un fiore.

11.6.07

Letto su Internazionale

Libri

Cara Milana, perché la maggior parte della gente legge solo un paio di libri all'anno?

Per svolgere una qualunque attività è necessario avere un'adeguata predisposizione, che si tratti di leggere libri, avere relazioni extraconiugali o scrivere sonetti.

Per quanto riguarda la Croazia, la predisposizione ad avere relazioni extraconiugali è piuttosto diffusa (in Croazia un matrimonio su quattro finisce male, e il motivo principale è l'adulterio), mentre la predisposizione per la lettura è piuttosto scarsa (un croato in media legge 0,75 libri all'anno). Solo il tradimento con la libraia potrebbe unire l'utile al dilettevole, la lettura all'adulterio.

Recentemente uno scrittore croato poco rilevante (a dire il vero, tutti gli scrittori croati sono poco rilevanti) ha dedicato il suo romanzo alle libraie del paese. Forse è il suo modo per conquistare i loro difficilmente raggiungibili cuori – e i loro letti. Tanto tempo fa, all'epoca di Omero, uno dei principali divertimenti per la gente era rappresentato dall'arrivo nel villaggio del rapsodo ambulante. E anche quando da orale diventò scritta, la cultura rimase ancora divertente per un certo periodo – quanto meno per gli scrivani dei conventi.

Oggi la lettura non è identificata con il divertimento, ma con la perdita di tempo prezioso che invece va dedicato alla televisione, alle storie extraconiugali e alla scrittura dei sonetti. Sto scherzando. Questa dei sonetti me la sono inventata.

Internazionale 696, 7 giugno 2007

7.6.07

Se lo fa LUI...

Avevo deciso di non commentare.
Il risultato parla anche troppo da solo.
Poi ho trovato questo.
Che dire?
Io e LUI andiamo sempre più d'accordo.
Poi ora che l'ho ritrovato dopo quasi 2 anni.
Sabato scorso l'ho anche sentito in radio.
Non ha dato proprio il meglio di sé.
Chissà che ha combinato in tutto questo tempo.
Ma è tornato. E' questo che conta.
E ogni giorno trovo nuovi motivi che mi entusiasmano.
Dalla foto direi anche che alto, no?

6.6.07

Non solo Dardenne


Non c'entra proprio ma proprio niente Henri Michaux con i fratelli Dardenne. Intanto è stato soprattutto uno scrittore (ma anche pittore e viaggiatore) e poi è morto nel 1984. Però anche lui è belga, anche se gravitava soprattutto intorno a Parigi. Ha scritto vari libri, sui suoi viaggi terreni (Ecuador, Un barbaro in Asia, e altri) e con gli allucinogeni, soprattutto mescalina (Miserabile miracolo, Conoscenza attraverso gli abissi e altri), poesia, romanzi. Certe volte viene accostato alla corrente surrealista.
A me è capitato di leggere Le disavventure del Signor Plume. Molto divertente, il Signor Plume.
Nell'appendice ho letto questo pezzo (che non parla di Plume):



L'odio è colmo d'invidia per l'amore. Vorrebbe agire come l'amore. Ma torna sempre dicendo che non c'erano oggetti degni d'amore, che ha trovato solamente oggetti d'odio.
I giaguari sono unanimi nel trovare la compagnia delle gazzelle irritante. Non possono provare alcun sentimento di quiete in mezzo a quelle.
Vi è dell'altro ancora. Vi è l'odore del giaguaro.

Le gazzelle manifestano uniformemente ripugnanza per l'odore dei giaguari e si allontanano a tutta velocità.

Ah! Ah! forse che i giaguari possono tollerare questo?

Bisogna che si sappia una volta per tutte quel che valgono le gazzelle.

Bisogna che si sappia una volta per tutte che le gazzelle formano un sindacato da cui i giaguari sono esclusi.

Forse che i giaguari possono tollerare questo?

La consorteria della dolcezza, l'intolleranza della dolcezza. E le sue terribili maledizioni di rosicchiatrice d'erba.

Quando l'aceto si accosta al latte, per il latte non c'è più salvezza, diventerà ancora più cattivo dell'aceto e ogni sua dolcezza scomparirà. Lo sa e questo lo fa impazzire.

L'aceto al contrario è perfettamente a suo agio. E' l'esecutore delle opere della natura. Anche i giaguari hanno sempre un'andatura assolutamente priva d'imbarazzo, come anche di ogni minima traccia di ostentazione. Essi fanno parte degli esseri che hanno ragione.

Perché le gazzelle non imparano il trucco dei giaguari?

Potrebbe tornar loro utile un giorno, forse!

Perché non si allenano a diventare giaguari, mangiando erba intrisa di sangue?...

Resta di sapere quel che i giaguari penserebbero di tutto questo.

Tra la gazzella e il giaguaro esiste un fossato palpitante e insormontabile.
Il territorio del giaguaro è palesemente delimitato da quello della gazzella e il territorio della gazzella è palesemente delimitato da quello del giaguaro, e ciascuno per uscirne morirebbe cento volte prima di vedere la terra di Canaan. Ci sono persone che si fanno delle illusioni sugli alimenti. La gazzella scompare nel giaguaro. Non vi lascia alcuna traccia. Più il giaguaro ne mangia, di tenere gazzelle, più eccolo giaguaro.

Robecchi insegna


Libero è un giornale che fa sganasciare dalle risate.
Vedi per esempio un'altra recensione al'ultimo libro dei Wu Ming Manituana del simpatico poeta Davide Brullo.
Ma da oggi, è possibile, grazie a un sofisticatissimo programma incredibilmente ancora gratuito, generare ogni qualvolta se ne sento il bisogno, articoli in stile Libero (non rana e non dorso). Enjoy.

5.6.07

Ancora titoli di coda

Se si guardano fino in fondo i titoli di coda del film dei due fratelli belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne si scopre che l'enfant che dà il titolo al film (sottotitolo: Una storia d'amore), un neonato che dovrebbe avere 8 giorni, è interpretato da circa una ventina di 'attori'. Durante il film, sempre in collo alla madre, ogni tanto sembrava finto, un bambolotto, ma poi vedevi la manina che si muoveva e capivi che era in carne ed ossa.
Krubs: Com'era il film?
Sburk: Bah sì carino. Ha vinto Cannes quando presidente della giuria era Kusturica, e i due avevano già vinto con Rosetta che non ho visto. Per non sciuparvi le sorprese di L'enfant, vi faccio il riassunto di Rosetta:
Periferia di Bruxelles. Rosetta vive con la madre in una bidonville. La madre è alcolizzata e si prostituisce per una bottiglia. Rosetta è il capofamiglia, lavora ma viene licenziata, si arrabatta fra mille espedienti, vende vecchi abiti, pesca in una riserva. Ha dolori insopportabili alla pancia (si scalda col fono) e corre, corre sempre. C'è un ragazzo che l'aiuta, la fa anche lavorare (in nero), ma lei fa la spia e lo fa licenziare per rubargli il lavoro. E corre. Viene di nuovo licenziata. La madre è andata a farsi disintossicare, torna e ricade. E Rosetta è ancora d'accapo, sola, nella bidonville. E pensa di farla finita, ma la bombola del gas è vuota, ne compara una nuova, la porta con fatica. Il ragazzo che ha tradito arriva in suo aiuto. Così la speranza non muore. Si parla tanto di Dogma ed ecco il film dogma-che-più-dogma-non-si-può. La cinepresa a spalla tallona Rosetta a dieci centimetri per tutto il film. Ma i contenuti e la sostanza riescono a intergrarsi con l'artificio, che altrimenti sarebbe mortale (come lo è nel caso di Idioti dell'inventore del Dogma von Trier). Film amaro, povero, ma per qualche verso geniale e indispensabile. Vincitore della Palma d'oro a Cannes 1999.
Non penso che lo vedrò.
Kurbs: Sprizzi entusiamo da tutti i pori.
Sburk: L'enfant non è male se ti piace il Loach proletario inglese e Lars Von Trier e la camera a mano. Anche se qui la camera a mano è usata con parsimonia, il film non è certo una commedia ma riesce a rimanere in qualche modo leggero e ottimista - no ottimista non è la parola giusta, diciamo che c'è speranza - i due attori, giovani, sono veramente bravi, e la storia è originale.
Kurbs: Ok, diciamo che i Dardenne ora li conosciamo e possiamo andare avanti.

1.6.07

Infatti, a proposito di titoli di coda


Se uno si guarda quelli di The Constant Gardener fino alla fine trova:
"Nessuna persona in questa storia, e nessuna azienda o compagnia, grazie a Dio, è basata su persone o compagnie esistenti nel mondo reale. Ma vi posso dire che durante il mio viaggio attraverso la giungla farmaceutica, mi sono reso conto che se paragonata alla realtà, la mia storia era mite quanto una cartolina delle vacanze" (John LeCarré, che ha scritto il libro da cui è tratto il film)

Il film è diretto da Fernando Meirelles, quello di City of God, che per me è uno dei più bei film degli ultimi anni, e in effetti si vede un po' la stessa mano, anche il direttore della fotografia è lo stesso. Ma purtroppo non si avvicina neanche lontanamente a City of God. Questo non vuol dire che è brutto, anzi, ma City of God è difficilmente arrivabile. Secondo me.

Qualche citazione:

Lorbeer: Do il cibo solo alle donne, Mr Black. Le donne fanno le case, gli uomini solo la guerra... e bevono. Adamo è stato il primo tentativo di Dio. Eva è il risultato finale. Dica questo ai suoi lettori, Mr Black.


Tessa: Pensavo che le spie sapessero tutto.

Tim Donohue: Solo Dio sa tutto. Lavora per il Mossad.