22.12.07

Continua il periodo turco

Difficile scrollarsi di dosso il periodo turco.
Una legge un inglesissimo Pinter e trova nelle pagine introduttive del suo libro (la seguente conversazione risale circa al 1991):
"Una sera mi trovo a una festa. Mi avvicino a due signore turche che stavano chiacchierando tra loro:
- Cosa dite delle torture che avvengono tutti i giorni nel vostro paese?
Mi guardano sbalordite.
- Torture? Quali torture?
- Ma come? Non sapete che ogni giorno vengono torturati decine e decine di uomini nel vostro paese?...
- Ma no vi sbagliate, solo i comunisti vengono torturati...
Invece di strangolare le due signore lì per lì me ne tornai a casa e cominciai a scrivere Party Time!"

Poi uno va nella livornesissima Livorno a mangiar sarde cotte sulla brace su un molo davanti al mare col freddo che fa, e cosa ascolta? Ma i BaBa ZuLa. Gruppo turco tra i protagonisti del film di Fatih Akin Crossing the Bridge. Notevoli. Pare dal vivo soprattutto. Su myspace si possono ascoltare.

19.12.07

The air is on fire

Intanto la mostra di David Lynch l'ho vista. E' a Milano fino a gennaio ed è bella, se-ti-piace-lynch. Certo Lynch è un regista parecchio complicato. Io non ho visto proprio tutto tutto di Lynch, anzi ho visto molto poco, ma Mulholland Dr è uno dei miei film preferiti e comunque in generale i suoi film sono sempre intriganti. Anche se con INLAND EMPIRE (ho scoperto che va scritto in maiuscolo ma non ho scoperto perché) è stata dura. Dura dura dura. A voglia ad essere intrigante. Davvero non so come sono riuscita a vederlo tutto.
Ma.
Grazie a questa mostra, che fra l'altro viene allestita da David in persona, nel senso che lui va nei musei e dirige l'allestimento, forse ho trovato delle risposte alle varie questioni aperte tipiche dei film lynchiani.
La mostra è abbastanza estesa e siccome avevo poco tempo purtroppo ho dovuto saltarne alcune parti, tipo la serie di post-it e tovaglioli di bar con su scritto motti illuminanti tipo "tesoro svegliami alle 9.15, david". Invece la serie di dipinti, tutti di grosse dimensioni, me li sono guardati con calma. Una predilezione per il colore nero e marrone. Sembrano enormi disegni di bambini. Inquietanti, non credo che me ne appenderei uno nel salotto, ma mi sono piaciuti. Intriganti, anche quelli. Divertenti, ma anche inquietanti pure una serie di foto erotiche degli anni 20 da lui modificate - vorrei provare a descriverle ma non è facile. Poi c'era il salotto di Twin Peaks, ricostruito, ma nel quale non si poteva entrare né tanto meno sederci sui divanetti. Sob.
Il pezzo meglio però, secondo me, sono stati i filmati, di cui purtroppo davvero questa volta, ho potuto vedere solo una mezzoretta. Ma in quella mezzoretta ho visto la luce, David Lynch mi è apparso in tutta la sua semplicità ed è con grandissimo piacere che vi svelo il segreto (è Natale):
Dumbland
Questo è il nome di una serie di suoi filmati di animazione molto brevi. Su internet si trovano. Guardare per credere.
Divertente ed inquietante.
Questo è David Lynch.

13.12.07

Non solo Luttazzi





















Anche nella mailing list del gasp (gruppo d'acquisto solidale pisa) negli ultimi due giorni non si fa altro che parlare di pipì e pupù. Tutto è partito dall'iniziativa di un iscritto nel proporre un acquisto solidale ad una ditta che produce carta igenica, tovaglioli etc anche in modo ecologico. Apriti cielo. Pare che questa ditta sia tutt'altro che ecologica e che questa linea ecologica sia solo uno specchietto per le allodole. E poi, come fa notare un'altra iscritta, non ce ne è proprio bisogno di carta igenica e tovaglioli, possono essere totalmente sostituiti con tovaglioli di stoffa e per quanto riguarda la carta igenica con l'acqua. A questo punto la discussione è ruotata intorno agli Elfi (non quelli del Signore degli anelli) che pare non la usino e gli aeroporti giapponesi dove pare ogni cesso sia dotato di spruzzino regolabile elettronicamente per lavarsi. Colpo di scena. Tra i nostri iscritti c'è un giapponese che ci ha illuminato sulle usanze del suo popolo: da quel che ho capito prima usano l'acqua e dopo la carta (dopo la carta, boh?). E poi ha lanciato un nuovo dubbio - chiaramente è ovvio che se siamo dei veri ecologisti e teniamo alla salvezza del pianeta, l'uso dell'acqua al posto della carta igenica è fuori discussione. Invece, la nuova linea di discussione è la seguente: usare diverse qualità di acqua a seconda della necessità, insomma non c'è bisogno che l'acqua sia potabile per lavarsi il culo, tanto meno per l'acqua dello sciacquone.
Meditate, gente, meditate tutte le volte che tirate lo sciacquone. E a proposito, e sono sorpresa che nessuno in lista l'abbia fatto notare, ma lo tirate tutte le volte lo sciacquone? Anche solo per due gocce di pipì, o aspettate che ci sia qualcosa di più consistente prima di sprecare tutta quella acqua potabile?
Come vedete Luttazzi ha decisamente toccato un argomento sensibile e vista la sua ormai più che decennale esperienza, Luttazzi, volevo chiederti: nella tua fantasia in che tipo di acqua era immerso Ferrara nella vasca, ovviamente prima che, sempre nella tua fantasia, gli altri personaggi facessero quelle cose lì? Ferrarelle, Panna, del sindaco, con l'aggiunta di cloro, dalla brita, di montagna, della foce di quale fiume o semplicemente piovana?

12.12.07

Una citazione























Amanti

10.12.07

LuccaDigitalPhotoFest

A Lucca fino al prossimo fine settimana c'è questa bella mostra fotografica. Io non l'avevo capito. Quando mi hanno detto vieni a Lucca a vedere questa mostra fotografica io pensavo fosse una mostrina di fotografi dilettanti, niente di particolare, ma ultimamente tendo a dire sempre sì senza pensarci molto.
Qualcuno mi dice vieni, e se ho il tempo e i soldi, io dico sì.
E faccio bene.
Almeno certe volte.
Come questa.
Perché la mostra nonostante la pioggia era proprio bella.
Andateci!
Intanto è bella perché è esposta in vari palazzi. E Lucca a palazzi non scherza. Per esempio c'è Villa Bottini con quel giardino incredibile che di solito riuscivo a vedere solo dal cancello, poi Palazzo Guinigi che è pure in ristrutturazione e quindi ha anche quel fascino di palazzo fatiscente (qui vi consiglio di andare al bagno), e infine a noi è piaciuto particolarmente la ex-Manifattura Tabacchi, le vecchie fabbriche non deludono mai.
Poi è ben organizzata. Belli i luoghi, appunto, bella la disposizione delle foto, belle le strutture su cui sono appese (a me è piaciuta tantissimo tutta la struttura in metallo di Palazzo Guinigi). Ci sarebbero piaciuta più segnaletica nella città per trovare i vari posti (e noi Lucca un pochino la conosciamo ma per chi viene da fuori...) e avvertiamo che sulla cartina che ti danno insieme al programma la Chiesina dell'Alba è mal segnalata.
Infine le foto. E qui è questione di gusti. Non ho visto tutto, tra cui la World Press Photo e infatti ho intensione di tornarci. Elliot Erwitt mi è piaciuto tantissimo, perché è molto ironico e perché non fotografa le cose direttamente ma per vie traverse. Mi è piaciuto anche molto una mostra nell'ex-Manifattura Tabacchi di un giovane israeliano, Oded Balilty, che ha fotografato soprattutto la vita intorno al muro che stanno innalzando nel suo paese. E poi cose qua e là.
Ho pensato che c'erano pochissime foto a colori.
Ho trovato divertente vedere varie persone che fotografano le fotografie anche col cellulare. Fotografare una foto, una foto di una foto. Buffo, no?

A scanso di equivoci

Per me, stare dalla parte di Luttazzi è semplicissimo, non ho dubbi, soprattutto se c'è di mezzo Giuliano Ferrara. Trovo molto più volgare lui di qualsiasi immagine volgare usata da Luttazzi. Basta leggere certi suoi articolo dove si critica il governo per alcuni spot sulla necessità dell'uso del preservativo per prevenire l'aids, sarebbe meglio l'astinenza, e poi non veniamo a lamentarci degli stupri. Leggere per credere. Stamani, a RadioPopolare ne hanno letto un altro notevole, in difesa della Binetti che si rifiuta di firmare un emendamento in difesa degli omossessuali, lui è con la Binetti e con i farmacisti che si rifiutano di darti la pillola abortiva. Pare il medioevo. Insomma è parecchio facile non stare con Ferrara, per me.
Non ho neanche intensione di dire, levate Otto e mezzo dalla TV e Il foglio dalle edicole, semplicemente non lo guardo e non lo compro, e mi fa piacere quando sento alcuni suoi articoli letti alla radio perché così mi ricordo bene bene perché non sto dalla sua parte.
E mi piacerebbe che Luttazzi avesse più visibilità per ricordarmi bene bene perché sono dalla sua.

30.11.07

Io so che tu sai che io so, forse

Scatole visive ha finalmente riaggiornato il suo blog di foto.
E l'ho inserita tra i passeggeri a sinistra.

Il titolo del post? Sono tornata sul blog di scatole visive perché ieri qualcuno che di solito soffre nel non riuscire a dare i nomi alle facce di attori ha invece dato il nome alla blogger.
Ehi ma lei è scatole visive!
Era seduta vicino a noi, magari anche lei ha votato per l'antipasto di mare con cappuccino nero di seppia, che il terzo posto proprio non se lo meritava. Allora ho pensato che comunque mi faceva un effetto strano pensare che io sapevo chi era lei, che poi con tutte le foto, anche se non mostra mai niente di troppo personale, in realtà ti mostri parecchio. Forse di più che con le parole. Il discorso le foto, l'anima, etc, un po' è vero. Insomma, c'è stato quell'effetto io so chi sei. E lei lo saprà chi sono io?

Ho pensato. T'immagine avvicinarsi e fare:
Piacere, sono AndataeRitorno. Tu sei ScatoleVisive, vero?
Piacere, Scatole Visive.
Piacere, FunnyTaleProject.
Piacere, Blogico.
Piacere, ilgeko (ma questo suona quasi normale).

Si vede che ultimamente ho poco da dire, eh?

29.11.07

More cats




Sul sito
Moleskine Project si raccolgono i disegni fatti sulle Moleskine.
Un po' come il sito tso che raccoglie i disegni fatti sui post-it.

Basta Billy












Mi sa che il periodo polacco è finito.

Mi sa che sono entrata in un periodo turco (ah, ho visto La Sposa Turca, bello, ma devo dire che ho preferito Ai Confini del Paradiso, però bello, ora mi manca Crossing the Bridge, anche se è più un documentario).
Insomma se volete qualche idea per una libreria, queste non sono male. Danno nomi turchi alle loro creazioni, nomi difficili da ricordare come quelli di ikea, ma almeno i turchi ti spiegano il significato. Quella nella foto è una salkim (la 'i' non dovrebbe averci il puntino sopra), che in turco vuol dire grappolo.

Nel frattempo...


Avete una marea di CD originali e non sapete più dove metterli?

Non sapete proprio cosa fare con quel CD di celine dion che via ha regalato l'ex che neanche ai bei tempi riusciva ad azzeccare un regalo?
Alanis Morissette ha perso la verve di un tempo ma voi continuate a comprare i suoi CD?
Lavorate in un negozio di CD e siccome ormai tutti scaricano vi annoiate tutto il giorno?

Non buttateli.
Teneteli da parte per un giorno di pioggia.

Usateli così.

Cats

Eh...
E' un periodo un po' tanto impegnativo e un po' poco creativo. Nell'attesa di tempi migliori vi lascio questo youtube che mi ha mandato Sus.
Thanx.
Enjoy.

22.11.07

Cliccare per credere

E Istanbul non mi delude mai


La traduzione alla lettera di Ai confini del paradiso sarebbe Dall'Altra Parte. Certo Ai Confini del Paradiso è molto più poetico, evocativo, misterioso, perché appunto, cosa c'entra? Poi ovvio che ce lo fai entrare.
Però però però.
Il film è di Fatih Akin, quello di La Sposa Turca, che vinse l'Orso d'Oro a Berlino, che se ne parlò parecchio, e che io non ho visto. Fatih Akin è del 1973, e fa dei bei film. Un altro è Crossing the Bridge ed è sulla musica turca, mi sembra. Fatih Akin (scrivo sempre il suo nome così forse lo imparo) è tedesco di seconda generazione turca e nei suoi film mescola sempre Germania e Turchia. Ecco, Fatih Akin. Fatih Akin dice che sta facendo una trilogia su amore, morte, male (allegria). Questo era sulla morte, infatti muiono un paio di persone, e ti dispiace perché erano delle belle personcine a modo loro, ma anche i sopravvissuti se la cavano, soprattutto il protagonista, bel personaggio, sì sì. Poi c'è Istanbul, la città, voglio dire. Insisto. E' veramente fotogenica, anche quando inquadri solo le viuzze anonime e i tetti delle case. Poi è bella la costruzione del film, due parti che si rincorrono (il titolo tedesco, poco poetico, aveva un senso), personaggi che si cercano, viaggiano, si sfiorano. Poi ci sono delle belle figure di donne, tra cui Hanna Schygulla. Poi ci sono anche altre cose in questo film, davvero tante, e Fatih Akin le tiene tutte insieme davvero bene. Ah Fatih Akin. Per i fan di La Sposa Turca (titolo originale era Contro il Muro) il nuovo film di Fatih Akin, è stato deludente. Bisognerà proprio che me lo veda.

Ai Confini del Paradiso, a noi quella sera, c'è piaciuto assai. Almeno a me. Qualcuno ogni tanto, ha poi confessato, si è appisolata, colpa soprattutto delle fantastiche poltrone del Lumière e della vita faticosa di tutti i giorni. Qualcunaltro ancora ha preferito andare a mangiare degli involtini di pesce spada. Son scelte che poi si sa, si pagano. Ora al Lumière c'è Sleuth.

21.11.07

Angel

Otto donne e un mistero mi era piaciuto. Sarà stato per tutte le bravi attrici, per il miscuglio riuscito di film giallo e musical. Per l'ironia, che si capiva. In Angel, Ozon, ci riprova a rivisitare un genere, questa volta il melò. Ma a me il melò proprio non piace e questo film mi rimane un po' indifferente infatti non so proprio cosa scrivere e allora sarà meglio che non scriva altro.
Voi: E allora non scrivere niente, no?
Io: Lo so, avete ragione. E' che mi dispiace non scrivere niente. Ultimamente ho poco da dire e perdere l'occasione di scrivere qualcosa di un film visto mi sembrerebbe un'occasione, un post, sprecato. Poi un tipo che non conosco all'uscita dal cinema ha fatto al mio compagno di cinema "Bel film, eh!" con aria estremamente convinta e quindi ho pensato che magari scrivendoci capivo cosa lì per lì non ho capito.
C'ho provato. Non è successo.

E' quasi l'ora di pranzo, e ho un certo languorino


Sono stata al cinema e non ve l'ho raccontato.
Ho visto Ratatouille. Premetto che non sono una grande fan dei film d'animazione, gli unici che mi hanno veramente esaltato sono quelli di Miyazaki (meravigliosi). E infatti, non credo che ci sarei andata a vedere il film della Pixar se non m'avessero fatto scegliere tra quello e Becoming Jane e avessi proprio voglia di andare al cinema. Le recensioni che si trovano su internet sono tutte del calibro di "capolavoro" del cinema tutto.
Boh.
E' carino, eh. Ci mancherebbe.
Fatto veramente bene, sicuro.
Campi lunghi, panoramiche, come nei migliori film di Kubrik.
Mai vista un'animazione così bella.
I personaggi, wow, su tutti quello del cattivissimo critico culinario il cui salotto è a forma di bara e la macchina da scrivere su cui stronca i ristoranti ricorda un teschio. E il topo che sembra così vero da farti anche un po' ribrezzo.
E la storia, sì sì sì, di un ratto e di un umano che collaborano in cucina, del piatto povero che vince, l'infazia ritrovata.
Ma che palle che palle che palle tutta questa perfezione.
Un po' freddina, ecco.

Un blog al giorno

Un nostro appassionato lettore ci consiglia un blog.
E' quello di Roberto Alajmo.

20.11.07

Il Grande Inquisitore


Al teatro Fabbricone di Prato c'è stato lo spettacolo di Peter Brook The Great Inquisitor. Il titolo è in inglese perché lo spettacolo era in inglese.
Commento a caldo subito dopo gli applausi: Già finito?
In effetti è durato solo 50 minuti, e ho letto che in altre occasioni questo monologo è stato recitato insieme ad altre due regie di Brook: Tierno Bokar e La morte di Krishna. Tutte e tre le opere hanno come tema centrale la religione.
Il Grande Inquisitore, per chi non lo sapesse e io non lo sapevo fino a domenica, è tratto da I Fratelli Karamazov di Dostoveskj. Un fratello racconta all'altro la leggenda di quando Gesù tornò per la seconda volta sulla terra, ma solo per fare una visitina, proprio durante l'Inquisizione a Siviglia. Gesù passa tra la folla che partecipa ai roghi degli eretici, viene riconosciuto e fa anche qualche miracolo; arriva il grande inquisitore, anche lui lo riconosce e lo fa arrestare. Durante la notte lo va a visitare nella sua cella e ci fa quattro chiacchiere, perché ha un paio di cosette da dirgli prima di mandare anche lui al rogo. Il testo completo si trova facilmente su internet, per esempio qui, e vale davvero la pena di leggerlo.
Lo spettacolo è stato bello, anche se forse non proprio bello bello bello. Come ormai da molti anni negli spettacoli di Brook, la scena era molto essenziale: c'era solo una pedana con due sgabelli e i due attori erano vestiti completamente di nero, l'inquisitore con un cappottone lungo fino ai piedi (ricordava un po' uno di Matrix) e Gesù scalzo con pantaloni e camicia lunga. Faccio fatica a criticare anche minimamente uno spettacolo di Brook, però non mi ha lasciata del tutto convinta. Mi piacque di più Ta main dans la mienne, tratto dalle lettere scritte di Chechov e sua moglie: fu più emozionante, era difficile non sentirsi partecipe. Il testo, l'argomento, di Il Grande Inquisitore è intrigante e attuale (verrebbe da pensare molto di più delle lettere d'amore, sul teatro, e sui pettegolezzi di Mosca dell'altro spettacolo) ma stranamente tutto qui rimane distante.
Magari l'attore, Bruce Myers, quella domenica non era in forma. E cinquanta minuti di monologo non sono una passeggiata.
Magari è stata un'impressione solo mia.
Ma parliamo anche dell'attore che faceva Gesù. Mentre Myers per 50 minuti va su e giù per la pedana, gesticola, sposta lo sgabello, interpella il pubblicco, sputicchia anche un po', senza chetarsi un momento, lui, Joachim Zuber, non muove un dito, fermo immobile e son sicura che il naso gli prudeva assai. Mica facile.
Magari era proprio lui che non era concentrato e di consequenza neanche Myers. Chissà.
Conclusione: Peter Brook rimane un grande, lui e la sua scena vuota.

Per chi fosse in zona


A Roma c'è una mostra di fotografia su Istanbul, che è veramente una città molto fotogenica. Sul sito di L'Espresso c'è un slideshow che va un po' troppo veloce ma pigiando un po' il tasto di pausa si riesce a vedere a modino qualche foto. La mostra è al museo Ara Pacis fino al 16 dicembre.
Sempre a Roma, alle Scuderie del Quirinale c'è Pop Art 1956 1968. Per leggere qualcosa,
qui su Repubblica. Fino al 27 gennaio.
Al MART di Rovereto invece c'è la mostra La Parola nell'Arte fino al 6 aprile 2008. Una mostra di opere con il tema comune della parola. Interessante. Anche di questo si può vedere il veloce
slideshow su L'Espresso.
A Milano fino al 13 gennaio c'è David Lynch The Air is on Fire alla Triennale. Per saperne di più
qui. Di questa un paio di persone che conosco l'hanno vista e me ne hanno parlato bene. Dovrei andare a Milano. Mi sa che questa me la vedo.

15.11.07

Pubblicità progesso


Il mio ciclista è diverso.

Ho deciso di fare pubblicità al mio meccanico personale.
E' quello che sta in Via San Francesco, non ricordo il numero civico (né conosco il suo nome, e questo è imperdonabile da parte mia) ma c'è solo quello, non si può sbagliare.
Ecco perché gli faccio pubblicità:
Da un po' di tempo uno dei pedali della mia bicicletta non girava regolarmente ma facava uno scatto. Finalmente trovo il tempo di passare dal ciclista, e lui dice, non è nulla un paio di martellate e ti va a posto. In effetti. Se poi dovesse succedere di nuovo allora lasciamela. Dopo qualche giorno succede di nuovo e io gliela lascio. Ieri mattina. Ieri pomeriggio torno a ritirarla, e lui mi fa:
Allora tutto a posto, ti ho anche sistemato il freno destro che non funzionava bene, e raddrizzato il manubrio. Te l'ho anche gonfiata.
Ah. Grazie. Faccio io.
Fanno 3 euro.
Tre euro.
Ora via!
Tre euro.
Ha detto, tre euro.
Poi ha detto, per amicizia.
Amicizia.
Trovatemelo il meccanico di SUV che solo dice per amicizia a uno con la SUV.

12.11.07

Certi film


Sabato vedo questo film: Giardini in autunno di Otar Iosseliani.
Vi racconto come è andata.
Sabato ero, diciamo, inversa. Capita no? Non hai voglia di vedere nessuno, di parlare con nessuno, di sforzarti a essere simpatica etc etc, però non hai voglia neanche di stare da sola, altrimenti finisci che peggiori la situazione, allora trovi 2 inversi come te (oh che bella combriccola!), che tanto di questi tempi si trovano sempre, e siccome vuoi reagire perché non è che ci godi a stare inversa, e neanche i tuoi amici, decidi di prendere una commedia. Facciamoci 2 risate. O bevi, ma poi il giorno dopo stai peggio, oppure ti guardi una commedia.

Io ho scelto di vivere, ho scelto una commedia.
O così c'era scritto sul risvolto del dvd.
Era classificato come commedia, e c'era scritta una cosa tipo ministro all'apice della sua carriera, rimane improvvisamente senza carica né lavoro; ma questo gli riserva delle inaspettate sorprese.

Eravamo in tre a vedere questo film. L'amante di commedie francesi si è addormentata dopo 5 minuti. Io, che non ho particolari sentimenti verso le commedie francesi, e quello che delle commedie francesi ne farebbe anche a meno, ce lo siamo visti ligi ligi fino alla fine. Lui l'ha classificato come brutto. Io, non so.
Certo però durava 2 ore; durante l'ultima mezzora eravamo tutte e due in ginocchio di fronte allo schermo pregando che finisse, perché non essendoci proprio una storia era difficile capire quando potesse finire, l'unica era pregare.

Però, ecco, alla fine, devo dire, e non so spiegarmene il perché, devo dire insomma, che mi è piaciuto. E' un film dove non succede niente, o meglio succedono cose che però non sembrano avere senso, che non si collegano l'una all'altra, però il protagonista è simpatico, e lo sono anche tutti gli altri strampalati personaggi, in cima a tutti la madre-Michel Piccoli, è pieno di animali insoliti, e comunque è ben fatto.
Ma tutto rimane inconcludente, e forse è questo il senso del film: viva l'inconcludenza. Forse è per questo che se non posso dire che mi sia proprio piaciuto, soprattutto perché ho fatto una certa fatica a guardarlo, questa specie di inno all'inconcludenza me lo rende simpatico, sento di volergli bene a Giardini in autunno.

In una recensione entusiastica ho trovato questa frase riferita al film "La vita è sempre possibile quando si ha a disposizione qualcosa da bere".

8.11.07

Un blog in cui sprofondarsi


Da leggere.
Questo in particolare, ma anche il resto a cadenze regolari.
Secondo me.

7.11.07

Un po' come il Buonarroti


Il MIT (Massachussettes Institute of Technology) di Boston ha deciso di citare in giudizio l'architetto Frank Gehry, quello del Guggenheim di Bilbao, ma anche della Dancing House di Praga. Il problema del MIT è la Stata Center, una costruzione disegnata dal famoso architetto parte del famoso istituto .
Pare che ci siano varie perdite, problemi di drenaggio e muffa. Pare inoltre che cumuli di neve e ghiaccio siano caduti pericolosamente dalle sporgenze di finestre e tetti bloccando le uscite di sicurezza e provocando danni. Pare che il MIT abbia pagato lo studio di Gehry 15 milioni di dollari per il progetto dello Stata Center, e che i costi per la costruzioni siano stati di 300 milioni di dollari. Infatti viene citata in giudizio anche la ditta che si è occupata dei lavori di costruzione. Né lo studio di Gehry ne lui stesso hanno ancora commentato la citazione. La ditta che si è occupata dei lavori, invece, la Beacon Shanska Construction Co, ha fatto sapere che loro glielo avevano detto che alcune cose non tornavano.
Bellino da fuori però, no?

6.11.07

30.10.07

Fiera dell'editoria indipendente


Lo scorso fine settimana a Pisa c'è stata la Fiera dell'editoria indipendente (oppure il pisa book festival). Io ci vado sempre non solo perché ci sono i libri ma anche perché ci incontri gli amici e certe volte ci sono delle interessanti presentazioni. Quest'anno non ho incontrato molti amici tranne quelli con cui mi ero messa d'accordo per andare e ho visto 2 presentazioni, una di Armando Punzo sul lavoro in carcere (ci doveva essere anche un altro signore che insegna nel carcere di Rebibbia, ma non è potuto venire) e l'altra di Fulvio Grimaldi che ha fatto un documentario sulla guerra in Libano (documentario interessante anche se un po' bruttino secondo me, restando il fatto che purtroppo, come sottolinea/urla lui, c'è una incredibile disinformazione sulle guerre in Medioriente e in generale, quindi benvengano questi documentari, però poteva sforzarsi un po' di più ecco).
I libri ovviamenti c'erano. Tanti tanti tanti.
Quest'anno c'era anche un banchetto del Vernacoliere che oltre agli albi e libri vari vendeva anche la tazza di Maico (Luana) "Bongiorno una sega".
Io ho comprato da due sole case editrici.
La Nuova Frontiera. Da cui ho preso il libro "In via del tutto eccezionale" di Felipe Benitez Reyes, spagnolo, perché c'era la prefazione di Andrea Camilleri (che si può leggere qui) e dopo aver letto il suo "Biografia del figlio cambiato" (su Pirandello) tutto quello che Camilleri dice io faccio (e la tipa allo stand era pure antipatica, e c'ho rimesso 10 cents perché non aveva il resto). Questa casa editrice è soprattutto specializzata in autori di lingua spagnola e poroghese. Un altro suo autore, conosco una sua fan sfegatata ma mentre ero allo stand me ne ero completamente dimenticata ma provvederò presto ad ordinarmene un libro, è José Louis Pexoto, giovane autore portoghese. Fra l'altro l'anno della nascita di questa casa editrice avevano pubblicato un'agenda con i disegni di Edward Gorey. Ho sperato che la pubblicassero ancora, ma invece no.
E poi Minimum Fax. E' una delle mie case editrici preferite. Senza un reale motivo, certo non pubblica libri di Vespa Tamaro Wojtyla. E non ho centinaia di libri Minimum Fax nella mia libreria (ma mi piacerebbe). Mi piace il suo sito internet. Da anni sono iscritta alla loro newsletter. Mi piace la loro storia. E' specializzata diciamo in letteratura americana e fra gli altri hanno pubblicato tutto Carver e infatti Carver mi sono comprata alla Fiera del libro: Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. E' la raccolta di racconti dove c'è il famoso Meccanica Popolare che però ora si chiama "Meccanica per tutti" (in inglese è Popular mechanics). Bello. Tremendo. L'avrò letto un mucchio di volte, sono 2 pagine. Il libro l'ho preso per ragalarlo a una persona che non ha mai letto Carver. Quando l'ho comprato ho pensato chissà se le piacerà; ora che me li sto leggendo tutti i racconti prima di regalarlo, forse, penso che non possa non piacere. Inoltre, dai racconti di questa raccolta Altman ha fatto America Oggi. Eh insomma. Poi di Minimum Fax mi piace anche l'impaginazione, la grafica, il formato dei libri, le copertine lisce e morbide dai colori decisi. Per i libri di Carver vengono usate immagini di copertina sempre dello stesso artista, che si chiama Tommaso Medugno, è giovane ed è di Roma. Ho provato a cercare qualcosa di più su di lui in rete ma non ho trovato un granché e altri suoi lavori che ho trovato mi piacevano meno. L'immagine per Di cosa parliamo... si chiama Playstation, sono un ragazzo e un bambino con gli occhi pallati. Infine, il tipo dello stand era proprio simpatico e mi ha regalato il lapis di minimumfax e il quadernino di Buk.

Dall'Internazionale

La settimana
Giovanni De Mauro

Nobel
I signori che ogni anno attribuiscono il Nobel per la pace non brillano certo per coraggio. Né usano la potente arma del loro premio per aiutare chi nel mondo rischia la vita nell'oscurità cercando di difendere la pace e la democrazia. Senza nulla togliere all'importanza della lotta ai cambiamenti climatici, ecco secondo il Wall Street Journal a chi altro sarebbe potuto andare quest'anno il Nobel. Ai monaci birmani; a Morgan Tsvangirai, leader dell'opposizione che in Zimbabwe si batte contro il dittatore Robert Mugabe; a Nguyen Van Ly, prete cattolico vietnamita condannato a otto anni di prigione per aver aiutato il movimento filodemocratico Block 8406; a Wajeha al Huwaider, della lega saudita per il diritto delle donne a guidare l'auto; a Gary Kasparov, ex scacchista russo candidato contro Vladimir Putin; agli iracheni; ai blogger cinesi; al giornalista libanese Samir Kassir, ucciso il 2 giugno 2005; a Saad Eddin Ibrahim, intellettuale egiziano.

Io tifavo soprattutto per Wajeha al Huwaider.

Hansel e Gretel





















Dal New Yorker le
immagini di una mostra sulla favola di Hansel e Gretel, una delle mie preferite. A me piacciono quelle di Lorenzo Mattotti e Gahan Wilson.

Non è venuta in mente a me ma a quelli di WuMing
















"Un topo, credendo che la nave stesse per fare naufragio, si tuffò in mare. Ma la nave non affondava. Il topo la inseguì a nuoto, protestando, e già pensava di fondare un partito nuovo, ma un pescecane lo inghiottì."

(Gianni Rodari)

23.10.07

Quando la logica non fa una piega

Dialogo la mattina tra madre e figlio che dovrebbe andare a scuola.
Madre irrompendo in camera del figlio che ancora dorme: Ma non la metti la sveglia?
Figlio: Ma sennò suona.

22.10.07

Un appello

Se qualcuno ha visto Inland Empire di David Lynch, per favore, parliamone. Non c'ho proprio capito nulla nulla nulla, ma l'ho guardato tutto fino alla fine. Almeno così ho visto Ben Harper.

17.10.07

The Simpsons -The Movie


Non so cosa pensiate del Nobel per la pace ad Al Gore, non so cosa pensiate di Al Gore e non so cosa pensiate del suo documentario che ha vinto l'Oscar, An Inconvenient Truth; ma penso, che qualsiasi siano i vostri pensieri a riguardo di tutto ciò e se davvero avete a cuore l'ambiente e il futuro dei vostri nipoti, dovete andare a vedere il film dei Simpson.
C'è Arnold Schwarzenegger presidente degli Stati Uniti.

C'è Homer che adotta un maiale, lo chiama Spider-pig, lo fa camminare sul soffitto e gli canta la canzone Spider-pig, spider-pig.

C'è Bart completamente nudo sullo skateboard.
Maggie dice la sua prima parola.
I Green Day cantano la sigla iniziale dei Simpson e poi muoiono affogati nel Lago di Springfield troppo inquinato.

Marge dice a Lisa "Ricordati che sei una donna, puoi portare rancore per il resto della vita".

E poi e poi e poi... non vi posso raccontare tutto il film.
Sono i Simpson niente di più e niente di meno.

W i Simpson.

16.10.07

Dice Sciascia

"... le parole non sono come i cani cui si può fischiare a richiamarli."
(Il giorno della civetta)

Il film dell'anno

Molto tempo fa, agli inizi di questo blog, bei tempi quando ancora eravamo in due a bloggare, vi avevo presentato Anthony Lane: un critico (parecchio critico) di cinema del New Yorker. Un inglese, che commenta i film con quella tipica cattiveria inglese da cui non c'è scampo. I suoi articoli sono divertenti, scrive molto bene e ogni volta che mi capita di leggerlo imparo nuove parole in inglese, perché con lui mi tocca andarle a cercare sul dizionario, non posso sorvolare e fare finta di niente come al solito (questa volta ho imparato churlish, che vuol dire più o meno scortese). E' raro trovare una recensione positiva, ma, incredibile ma vero e c'è da preoccuparsi forse, l'ho trovata: il film si intitola "We own the night", è con Joaquim Phoenix, Mark Wahlberg, Robert Duvall, regia di James Gray. James Gray è il regista di Little Odessa, che non ho visto ma se lo trovo me lo guardo subito anche perché c'è Tim Roth. L'articolo in questione (qui sotto c'è la parte finale, il resto è in inglese qui) non è dei suoi migliori, però: Anthony Lane dà il meglio di sé quando fa il cattivo.

Gray, credo, sarebbe stato di girare film negli anni settanta e questo film si avvicina più al 1975 che al 1988 (ndt, anno in cui si svolge il film); sicuramente avrebbe bisogno di un pubblico anni settanta per guardarlo ora il suo film - un pubblico di cui ci si può fidare, che non brontolerà per la lentezza e la sobrietà delle dissolvenze. Quindi, chi c'è di meglio per promuovere questa atmosfera di Duvall, la cui carriera ha avuto un balzo in avanti sui rigidi ritmi di "Il Padrino"? Tutte le volte che Gray butta là una delle sue inquadrature giù-per-il-corridoio (gli piace la malinconia inprevedibile che dà la prospettiva) viene da pensare subito a Brando e Pacino nascosti nei loro oscuri uffici, anche se neanche Coppola è riuscito a inventarsi una visione tanto seducente quanto quella di Eva Mendes che emerge dalle ombre in un bustier rosso scuro con il fumo di sigaretta che le si arriccia intorno come un sussurro. E poi, quando Coppola aveva bisogno di acqua, o di giungla, doveva andarsele a cercare, mentre la pioggia che si rovescia sull'inseguimento in auto in "We own the night" e che dà al film il suo significato più profondo - lo strano senso di un oscuro e privato apocalisse - non era lì in origine. La sequenza è stata girata in un bel giorno di sole, e l'acquazzone è stato aggiunto più tardi, goccia dopo goccia, con la magia del CGI. Pare proprio che gli dei non abbiano più bisogno di esistere.

9.10.07

Ho visto re, pittori e illusionisti


L'unico re che mi entusiasma e Re Artù, credo. Questo, The King, un film con William Hurt e Gael Garcia Bernal, non mi ha entusiasmato un granché. Non ho capito neanche il titolo, immagino riferito sia al re Gesù, William Hurt fa la parte di un predicatore di quelli col microfono che urlano in Texas, sia a Bernal che ha un certo punto si mette una corona di carta in testa - Bernal fa la parte del figlio che va alla ricerca del padre, Hurt, che lo aveva abbandonato prima che nascesse. E non ho neanche capito come finisce, ma non c'è bisogno che lo vediate per dirmelo. Non importa. Vivo bene comunque.

Il pittore invece mi ha decisamente entusiasmato. E' Filippo Lippi. Domenica scorsa l'associazione Mostri in Astronave ha aderito all'iniziativa UrbanTrekking mandando a Prato una sua delegazione. A Prato, o mi ero fermata al Museo Pecci, che è in periferia, oppure in centro c'ero solo capitata di notte. Il centro è bello, ci sono delle belle chiese, compreso il duomo, e dei bei palazzi; c'è il fiume con un bel lungo fiume con camminamento; ci sono le mura ancora in piedi e qualche bella porta. C'è l'odio per i fiorentini. E poi c'è Filippo Lippi, pittore fiorentino del 1400 che proprio a Prato venne chiamato a decorare la cappella del duomo (al posto di Beato Angelico, un po' un rimpiazzo insomma). Ci mise 13 anni anche perché nel frattempo, lui che era frate scappò insieme a Lucrezia Buti che era suora. La famiglia Medici poi mise tutto a posto, e i due si poterono sposare e fare anche due figlioli tra cui Filippino, pittore anche lui. Lucrezia la ritroviamo in molti dei dipinti di Filippo Lippi, di solito nelle Madonne ma anche nella Salomè del ciclo su San Giovanni Battista che si trova nel duomo e che assomiglia tantissimo ad una figura del Botticelli . Di Filippo Lippi colpiscono soprattutto i visi dei suoi personaggi, anche quelli secondari hanno una loro espressione unica, sono molto belli. Siamo stati anche in un piccolo museo che custodisce varie sue opere; purtroppo l'itinerario ci consentiva di fermarci solo davanti alle opere del Lippi, ma varrebbe la pena tornarci, anche perché è dentro un bel chiostro. Anche al Duomo, varrebbe la pena tornarci, per guardare anche la cappella decorata da Paolo Uccello.


Dall'illusionista mi aspettavo di più, devo dire. Si tratta del film The Illusionist con Edward Norton. Insomma, niente di più di una storia d'amore. Mi è piaciuto di più The Prestige.

5.10.07

Amsterdam una volta fuori dal palazzo dei congressi/3

Scrivere questo post mi fa paura.
Perché?
Van Gogh.

Van Gogh è uno degli artisti più famosi di tutti i tempi. Tutti lo conoscono, non solo per le sue opere ma anche per la sua vita di artista maledetto che entrava ed usciva dal manicomio, fino al famoso taglio dell'orecchio e poco dopo suicidio a soli 37 anni. Come succede per altri artisti famosi le sue opere vengono usate per tutto di più e soprattutto per la pubblicità (vedi per esempio Il cenacolo di Leonardo Da Vinci che ce lo hanno proposto in tutte le salse e probabilmente quando vai a vedere quello vero siccome c'è rimasto proprio poco ci rimani anche male). I quadri di Van Gogh ce li ritroviamo un po' ovunque e succede che perdono un po' di interesse, di mistero, ti sembra di sapere già tutto. Ovviamente non è vero.
Come tanti, verso i sedici anni mi innamorai pazzamente di Van Gogh. Sapevo tutto di lui, tutti i suoi quadri (naturalmente, no, ne ha fatti così tanti), tutta la sua vita, le lettere al fratello, la convivenza con Gaugin. Alcuni suoi quadri poi mi turbavano anche solo riprodotti piccoli piccoli sul manuale di storia dell'arte e immaginavo che quando un giorno sarei andata al Museo Van Gogh di Amsterdam sarei svenuta a destra e a sinistra dall'emozione.
Non è successo.
Ma mi è piaciuto tantissimo. Anche se Van Gogh non è più in cima alle mie passioni, sapevo di dover andare per forza a vederlo visto che ero ad Amsterdam, e il primo pomeriggio libero che ho avuto ci sono andata. Era una domenica, ma non c'era troppa gente. Il museo non è per niente grande quindi ti puoi vedere tutti i quadri (sono circa 200) senza sentirti sovraffatta. Insomma ce la fai anche ad andare al piano superiore a guardare i suoi disegni. E poi succede, naturalmente, perché è Van Gogh, mica uno qualsiasi, che ci sono cose che non avevi notato o su cui non ti eri soffermata. Per esempio, durante la visita, io sono rimasta molto tempo davanti ad alcuni suoi quadri diciamo del periodo giapponese, La Cortigiana e Il susino in fiore, entrambe del 1887. Una scoperta. Chi l'avrebbe detto.



Mi sarei voluta comprare il poster di uno dei due e attacarlo nella mia cameretta. Già mi ci vedevo indecisissima tra i due. Purtroppo era tardi e il negozio stava chiudendo e un'olandesona dall'aria non proprio gentile non mi ha fatto entrare. Sarà per la prossima volta, quando vado a provare la doccia ghiacciata dopo la suana bollente.


4.10.07

Bobby

Insomma. In questo film c'era veramente una marea di gente, nel senso di attori alcuni veramente oni. E l'idea era interessante. Mostrare la giornata di una serie di persone più o meno comuni che ruotano intorno all'albergo Ambassador di Los Angeles il giorno in cui viene assassinato, nell'albergo stesso, Robert Kennedy. Ci sono Anthony Hopkins, Sharon Stone, Demi Moore, Helen Hunt, Laurence Fishburne, Emilio Estevez (che è anche il regista), Ashton Kutcher, William Macy, Martin Sheen (il papà di Emilio Estevez), Christian Slater, Harry Belafonte, Elijah Wood, Freddy Rodriguez (non guardate Six Feet Under?) che interpretano il direttore dell'albergo o l'ex direttore dell'albergo, l'estetista dell'albergo o la telefonista, il cuoco o lo sguattero, lo spacciatore o il fruitore... etc, tranne due, quelli interpretati da Helen Hunt e Martin Sheen, che oltre a individuarli come ospiti dell'albergo, non ho tutt'ora la più pallida idea di chi fossero. Però alla fine, ma anche sin dall'inizio non era niente di speciale. Un po' perché parte subito con questo "quanto è buono, intelligente, giovane, pacifista, un sorriso per tutti, aiutiamo i poveri, istruzione per tutti e così via Robert Kennedy" e finisce con "oh che peccato che questo uomo eccezionale che avrebbe reso gli Stati Uniti una nazione migliore e sicuramente anche il resto del mondo sia stato ucciso ma noi che abbiamo imparato la sua lezione non risponderemo alla violenza con la violenza ma ci impegneremo a conoscere e amare le persone che camminano su questo mondo per quel breve periodo che è la vita"; e poi perché nel mezzo non è che ci sia molto altro a parte ovviamente un buon recitare e qualche simpatica battuta.
Insomma. Si può guardare, ma niente di che.

3.10.07

La fantasia al potere

Il nuovo corriere.it assomiglia parecchio al vecchio e tutt'ora online lastampa.it.
Sui contenuti ancora non so.

2.10.07

Amsterdam una volta fuori dal palazzo dei congressi/2

Ad Amsterdam è facile perdersi, sono tante strade, stradine, canali, ponti, con nomi impossibili da ricordare. Quindi stai continuamente a fermarti (noi ovviamente giravamo in bicicletta), tirare fuori la cartina, guardare il nome della strada in cui ti trovi nell'elenco alfabetico sul retro della cartina (fondamentale comprarsi una cartina con l'elenco delle strade), ricercare la strada nel quadrato giusto sulla cartina, non trovare la strada nel quadrato, ricercare la strada nella lista, oh ma il quadrato è giusto guardiamo meglio, uffa guarda un po' te che io non la trovo e capire come arrivare dove vuoi arrivare. E' divertente. Una specie di caccia al tesoro, che non sempre va a buon fine. Tipo noi abbiamo girato mezz'ora alla ricerca di Leliegracht 22 dove c'era una libreria consigliata dalla mia espertissima guida per A'dam e finivamo sempre in Keizersgracht, una strada lunghissima che praticamente arrivava dietro il nostro albergo che invece avevamo l'impressione fosse totalmente da un'altra parte. Al momento di rientrare all'albergo dopo un'intera giornata a girare in bicicletta pensavamo non ci fosse più bisogno della cartina, tanto saremmo capitate su Keizersgracht e quindi all'albergo. Sbagliato. Ci siamo perse in zone totalmente sconosciute. Però siamo passate in Leliegracht, ma ormai era tardi per la libreria.
Poi
Keizersgracht, come anche altre strade di Amsterdam, ha un canale che gli corre nel mezzo e un senso di percorrimento diverso da una parte e dall'altra del canale, e se te devi andare al 614 e sei al 19, devi percorrere tutto un lato del canale dei numeri dispari, fermandoti ogni tanto per tirare fuori il cannocchiale per leggere a che numero pari siamo arrivati dall'altra parte del canale col senso di percorrimento contrario in modo tale da azzeccare il ponte giusto da attraversare. E' divertente.
Comunque su Keizersgracht c'era anche la nostra sauna, che dopo un'intera giornata a pedalare su e giù per Keizersgracht è proprio quello che ci vuole. Una sauna mezza vuota, eravamo in cinque, con sauna-bagno turco-vasca idromassaggio-piccolo giardino -massaggio-salottino con morbide sdraie dove sorseggiare il tè o la birra, insomma ti rimette veramente al mondo e come avevo pensato anche per gli hammam di Istanbul sono una gran bella abitudine che qui non abbiamo.
Però non ce l'ho fatta a uscire dalla sauna a bollore e rovesciarmi addosso una secchiata di acqua fredda come ha fatto ripetute volte l'olandese abitué. C'era proprio un secchio di legno legato in alto in una specie di nicchia che tiravi la corda e lui, o meglio l'acqua nel secchio, ti si rovesciava addosso. Mi sono pentita di non aver provato. Devo tornare per provare.

Amsterdam una volta fuori dal palazzo dei congressi

Ad Amsterdam fra le altre cose c'è il museo di fotografia Foam. Si trova nella mitica Keizersgracht, è una strada, lungo un canale, naturalmente. Il Foam è un piccolo museo che purtroppo era in parte chiuso ma con biglietto a metà prezzo. Logico. Al Foam 2 mostre, oltre ai bagni, in particolare mi sono piaciute (ce ne erano 3).

(1) La mostra intitolata Paris - New York - Shanghai di Hans Eijkelboom.
Hans Eijkelboom è un fotografo olandese. Ha un sito internet un po' scarso, ma la foto della pagina iniziale non è male. La sua mostra al Foam consisteva in una serie di fotografie scattate nelle tre città, scelte perché tutte e tre in periodi diversi sono state o sono centri di innovazione e cambiamento: Parigi nel secolo XIX, New York nel XX e Shanghai adesso nel XXI. Per rappresentare queste città, Eijkelboom ha fotografato soprattutto le persone; persone in atteggiamenti simili: coppie di mamme con figlie adolescenti; tassisti; giovani con magliette di Al Pacino; uomini in giacca e pantaloni, uomini con magliette a righe; coppie di fidanzati; donne in mimetica; donne in tailleur; ragazze con l'ombelico di fuori; persone con borse Louis Vuitton e altro ancora. Le foto sono poi raccolte in file di 10 foto per ciascuna città e messe una sopra l'altra. Il fotografo ha voluto dimostrare che nonostante le enormi differenze culturali e storiche, le tre città sono anche molto simili. L'effetto è divertente.

(2) L'altro fotografo in mostra è Mikhael Subotzky. Lui è sudafricano ed è giovanissimo, è nato nel 1982. Ha già vinto di tutto e di più ed è il più giovane fotografo ad entrare nella prestigiosa agenzia di fotografia Magnum. La sua mostra si intitola Beaufort West e ritrae una cittadina del Sud Africa che ama le rotonde (dubito che sia arrivata ai livelli pisani) tanto da costruirci nel centro una prigione. A parte la prigione, nel resto di Beauford West, non è che si viva molto bene, la città non si è ancora liberata dalle influenze dell'apartheid e c'è ancora molta discriminazione sociale e economica; che vuol dire, violenza, gang, prostituzione, alcolismo e in più la prigione. Subotzky ha fotografato tutto questo; e fa strano dirlo, ma le sue foto sono veramente belle.



28.9.07

Va dove ti porta il vento


Ma dove ci sta portando esattamente? E' sempre bene saperlo, per uscire di casa adeguatamente vestiti. Sul Corriere della Sera di qualche giorno fa ho trovato questo utilissimo promemoria.

Tramontana o Bora
Vento gelido moderato, o teso e impetuoso, freddo e secco.
Genesi del nome: forse da intra montes, perché spira dalle valli alpine.
Grecale
Vento forte soprattutto d'inveno, in genere non porta pioggia.
Genesi del nome: nell'isola di Zante, sulla quale è costruita la rosa dei venti, il grecale soffia dalla Grecia.
Levante
Vento caldo e umido, generalmente debole. D'inverno può portare pioggie intense.
Genesi del nome: viene da Est, cioè Levante. Gli antichi lo conoscevano anche come Euro.
Scirocco
Vento caldo che proviene dal Sahara e altre zone del Nord Africa. Spesso porta pioggia e sabbia, è più frequente in primavera.
Genesi del nome: da Siria, a sud est di Zante.
Mezzogiorno
Vento caldo da sud, in Italia ha effetti poco sensibili.
Genesi del nome: è detto anche Ostro, dal latino Auster, vento australe.
Libeccio
Vento caldo e afoso a raffiche, spesso porta pioggia.
Genesi del nome: su Zante soffia dalla Libia, cioè l'antica Africa; secondo altri deriva dal'arabo Lebeg
Ponente
Vento fresco da occidente.
Genesi del nome: occidente, ponente.
Maestrale
Vento intenso e freddo, a raffiche.
Genesi del nome: Maestrale perché il nord est di Zante è in direzione Venezia, la città maestra.

Però: cosa vuol dire Lebeg? Paul Auster tifa per Mezzogiorno? E che la Tramontana si decida, o moderata o impetuosa, e la smetta di essere così sciroccata. E Zante, dov'è? Naturale che ho guardato sulla cartina, ma dimmi qualcosa di più, no? E se vado A Zante ci trovo una rosa dei venti? La prima rosa dei venti? Ganzo, voglio andare a Zante. Che vento devo aspettare per andare a Zante?

27.9.07

Funeral Party


Non per fare la solita polemica trita e ritrita sulla traduzione in italiano dei titoli dei film stranieri che spesso c'entrano poco con quelli originali; però credo sia la prima volta che vedo un titolo originale straniero cambiato ma lasciato nella stessa lingua. Insomma, in Italia il film Death at a Funeral è diventato Funeral Party. Ma andava anche meglio funerale con il morto! Ma non ci dovrebbe essere una multa? Usano anche loro Creative Commons e il Copyleft?
Chiusa la polemica.
Il cinema era pieno, per un film di cui non si sente molto parlare e proiettato in un cinema che proietta soprattutto film che vengono distribuiti poco, e anch'io ho contribuito a riempire la sala: eravamo Io, Me, Sburk, Mestessa, Memedesima, Lasottoscritta, Sempreio e Iononmancomai.
Occupavamo una fila intera insomma e quando ci partiva da ridere ci portavamo dietro tutta la sala. A un certo punto ci hanno dovuto perfino zittire. E' stato quando a Memedesima è venuto in mente che Frank Oz, il regista del film, faceva la voce di Miss Piggy dei Muppets. Allora Iononmancomai che tende a fare la saputella e a volerne sapere sempre una di più degli altri ha detto che Frank Oz faceva anche la voce di Yoda di Guerre Stellari. Sempreio, che ieri sera era un po' acida, alzando un po' la voce le ha fatto, "perché hai visto Guerre Stellari in lingua originale, ma se non sai una parola d'inglese". A quel punto, dalla fila dietro è arrivato un shh, giustamente. Io, che sono Io, mi sarei sepolta. Mestessa ha lasciato passare un lasso ti tempo sufficiente a far dimenticare le battute su Miss Piggy e Yoda, e nell'unico momento in cui nel film non si ride ha detto "Frank Oz ha anche diretto le pubblicità delle pile energizer, quelle con i conigli, quelle dove cercano di ucciderli, i conigli". Ha riso anche la fila dietro alla nostra. Sburk invece ieri era silenziosa. Sembrava fosse andata al cinema da sola, si è addirittura alzata prima della fine dei titoli di coda. Sono un po' preoccupata. Lasottoscritta ha detto che non rideva così dai tempi di Little Miss Sunshine.
Io, che sono Io, dico che è vero, mi sono schiantata dal ridere, ma Little Miss Sunshine era superiore.
Qualsiasi film sia, è sempre un piacere andare al cinema con le amiche!

21.9.07

Io sto con Luttazzi

Tutte le volte che posso.
E appena torno in patria lo aggiungo nella lista dei link.
Al posto di ico.

20.9.07

Amsterdam dal palazzo dei congressi/2

Ancora prigioniera.
Ma mentre tornavo da prendere qualche lunchbox con la speranza che questa volta non ci fosse il formaggio all'ananas, per terra sul serissimo tappeto blu calpestato dai rispettabilissimi dottori diabetologi, c'era un pacchetto di cartine con un rettangolino strappato.
Ah ah!

19.9.07

Amsterdam dal palazzo dei congressi

Sono ad Amsterdam, anche se per ora ho visto molto poco essendo sempre rinchiusa nel palazzo dei congressi. Ma essendo Amsterdam una città esuberante, qualcosa mi è arrivato.

Amsterdam/1
Ad Amsterdam fa freddo, ma niente che una zuppetta di gamberetti e una cofanata di cozze possa risolvere. Mi sono dimenticata il cavo per scaricare le foto sul computer, il senso delle mie parole lo potrete capire fino in fondo solo quando tornerò a casa.

Amsterdam/2
Qui la gente è tutta felice, sorridente e molto rilassata. Ci credo c'è un perenne profumino di maria nell'aria che se anche non fumi, giorno dopo giorno gli effetti ti arrivano lo stesso; e in più vanno tutti i giro con in barconi lungo il canale bevendo vino e mangiando formaggio. Starebbe bene chiunque.

Amsterdam/3
Però fa freddo, troppo freddo.

Amsterdam/4
Anche se siamo in Europa del nord, gli olandesi, almeno a prima vista non sono così precisini e ligi al dovere come uno si aspetterebbe. Ad esempio i pedoni non aspettano il verde per attraversare, e le biciclette comandano, vanno dove vogliono e hanno sempre la precedenza. Però mi sarei aspettata, proprio per tutte le biciclette, che avessero risolto il problema del traffico. E invece no, all'ora di punta, Amsterdam non è molto meno caotica di Napoli.

Amsterdam/5
Gli olandesi ti dicono sempre di sì, qualsiasi cosa tu gli chiedi rispondono sempre sì, ma questo non vuol dire che poi lo faranno.


Amsterdam/6
Nessuno si aspetta che qui il cibo locale sia buono, infatti è pieno di buoni ristoranti stranieri. Poi ovviamente c'è il salmone. Oggi però nel mio lunchbox del congresso ho addentato un panino con formaggio insapore tipo philadelphia e ananas. Avevo fame. L'ho mangiato. Ma non è stata una bella esperienza.

Amsterdam/7
Il piatto vegetariano della cena presidenziale consisteva nel sostituire il pezzo di carne con della pasta scotta e fredda al pomodoro.

Amsterdam/8
Forse non si capisce, ma Amsterdam mi piace un casino

13.9.07

Non è come al cinema

Avete presente quando nel film il ladro (buono) di turno vestito in calzamaglia nera scala il palazzo tipo uomo ragno e poi arriva alla finestra, quella giusta (perché se è quella sbagliata allora è una commedia e non un thriller) e tira fuori dalla tasca un piccolo diamante con cui incide il vetro facendo un cerchio intorno alla ventosa che ha appiccicato in un angolo e pluf! un perfetto cerchio di vetro, degno del miglior Giotto, gli cade, senza assolutamente rompersi o scheggiarsi, tra le mani?
Beh. Non funziona così.
Oggi è venuto il falegname a fare un buco nel vetro. Il diamante non usa più, ma questo lo sospettavo anche se mi piaceva credere che ci fosse sempre il diamante. Prima delusione, insomma, ma ero preparata. Poi, il falegname ha fatto 3 cerchi concentrici, cominciando dal più grande. Poi, ha fatto tante incisioni incrociate nel cerchio più piccolo formando una specie di scacchiera. E poi, molto delicatamente, ha cominciato a battere sul vetro fino a quando alcuni pezzettini sono venuti via. A quel punto, dal buchino che si era formato, con delle pinze ha cominciato a togliere altri quadratini.
Poi, purtroppo, come il falegname aveva preannunciato, il vetro della finestra era troppo fine e si è rotto. Ma è stato bello, finché è durato.

12.9.07

Critical Mass/2


Ora non posso neanche più legare la mia bicicletta sotto casa perché altrimenti sveglio (SVEGLIO?!?!?) la signora che abita al pianterreno. La tal signora non è neanche venuta a dirmelo di persona, ma per bocca della sua coinquilina, anche lei impossibilitata a parcheggiare la sua bicicletta sotto casa.
Sto ragionando su che tipo di provvedimenti prendere.

Colgo comunque l'occasione per annunciare il BicycleFilmFestival (la locandina qui è quella del 2006 - mi piaceva di più di quella del 2007) che si tiene in tutto il mondo, anche a Roma e Milano in date diverse nel mese di novembre. Mi sa che ci vado, potrebbe darmi ispirazione per la rappresaglia.

11.9.07

W la scuola

Madre: Oggi mettono fuori i cartelloni con le date per i tuoi esami integrativi. Vacci.
Figlio: S
ì ...
Madre: Sei andato etc etc?
Figlio: Ora ci vado.
Madre: E cosa aspetti, scusa?
Figlio: Ora ci vado.
...
Madre: Sei andato etc etc?
Figlio: Vado.
Madre: *
§&%
...
Madre: Sei andato etc etc?
Figlio: Gli esami ce li ho tra tre giorni e mi vogliono far fare anche fisica.
Madre: Ma sei sicuro?
Figlio: S
ì c’è scritto.
Madre: *
§&%. Avranno fatto un errore, domani mi vado a informare.
...
...
Madre: Buongiorno.
Preside (che non alzerà mai gli occhi durante tutto il dialogo e non chiederà alla madre di accomodarsi; inoltre i toni del dialogo man mano si surriscalderanno): Buongiorno.
Madre: Mio figlio deve sostenere gli esami integrativi per essere ammesso alla terza e gli avete aggiunto una meteria, la fisica. Le assicuro che fisica l'ha fatta in prima e seconda.
Preside: Mi faccia vedere (tira fuori un enorme foglio con i nomi di tutti i ragazzi che devono sostenere gli esami integrativi). S
ì suo figlio deve sostenere anche fisica e infatti non ha portato il programma.
Madre: Non ha portato il programma perch
è quando venimmo per l'iscrizione a fine giugno, confrontando le materie, ci venne detto che le due materie che avrebbe dovuto integrare erano musica e scienze della formazione, non fatte alla scuola di provenienza.
Preside: Mi faccia vedere (tira fuori la vecchia pagella). Ma qui infatti non c'
è fisica, quindi deve sostenere l'esame.
Madre: Nella pagella si chiama laboratorio di chimica fisica.
Preside: Quindi
è un laboratorio, non la materia fisica.
Madre: Certo che è fisica.
Preside: La commissione ha preso in esame la cosa,
è un laboratorio...
Madre: Ma voi avete raffrontato i nomi dati alle materie o i programmi?
Preside: Il programma lei non ce l'ha portato.
Madre: Voi non me lo avete chiesto.
Preside: Ma lei ce lo doveva portare.
Madre: Perch
è ve lo avrei dovuto portare se mi era stao detto che l'esame di fisica non avrebbe dovuto sostenerlo?
Preside: Ma a lei chi glielo aveva detto?
Madre: Vicepreside.
Preside: Comunque, la commissione ha preso in esame...
Madre: La commissione ha deciso che mio figlio deve sostenere l'esame integrativo di fisica senza neanche leggere il programma della fisica che ha fatto nella scuola di provenienza. Lo trovo un po' strano.
Preside: Lei non ci ha portato il programma.
Madre: Come potevo sapere che lo volevate?
Preside: E poi qui c'
è scritto laboratorio, non è fisica.
Madre: Ma
è solo il nome che è diverso.
Preside: La commissione sulla base dei documenti ha deciso...
Madre: Non mi sembra una procedura molto corretta. Mi informer
ò
Preside: Faccia lei.
Madre: Potrei avere il vostro programma di fisica del biennio?
Preside: Se lo faccia dare dalle segreterie.
Madre: Arrivederci.
Preside: Arrivederci.
Madre (con una gran voglia di sbattere la porta): *§&%.
...
Madre: Vai alle segreterie del tua vecchia scuola e insisti finché non ti danno il programma di fisica del biennio.
Figlio: OK
...
Figlio: Ho portato il programma al preside.
Madre (tra sé e sé) non ci posso credere, senza che io glielo dicessi.
Figlio: Lui l'ha letto e si vedeva che cercava qualcosa che non andava bene. Comunque ha detto che ne parlava col prof di fisica e di richiamare domani.
Madre: Ti ha mai guardato negli occhi a te?
Figlio: No.
...
Figlio: Ha appena chiamato il preside.
Madre: A casa?
Figlio: Sì. Non lo devo dare l'esame di fisica.
Madre: Bene.

Commento di una livornese che passava di qua: Il potere della strizza.


Pensierino conclusivo: tutto bene ciò che finisce bene.

10.9.07

Comunicazione di servizio


Come minacciava già da tempo Ico ha cancellato questo blog dai suoi link sul suo blog.
Io come promesso ho linkato il
blog di Ico un po' di qua e un po' di .
Ho fatto anche di più, ho linkato questo blog un po' di qua e un po' di là sul suo
blog.
Insomma pare che siamo passati dalle parole ai fatti.

4.9.07

Kerblog




Se cliccate sul titolo di questo post si apre il blog di un disegnatore libanese che si chiama Mazen Kerbaj. Il blog nacque per raccontare la guerra in Libano nel luglio 2006. Kerbaj ha anche un
sito. Kerbaj è anche un musicista.
Magari qualcuno ha già visto alcuni suoi disegni a colori apparsi su Internazionale di inizio estate.
A me piace.

Identità multipla


All I can do is be me. Whoever that is.

L'ultimo film di Todd Haynes, il regista di Velvet Goldmine e Lontano dal Paradiso, si chiama Io non sono qui ed è sulla vita di Bob Dylan.

Bob Dylan è interpretato da:
1. Christian Bale
2. Cate Blanchett
3. Marcus Carl Franklin
4. Richard Gere
5. Heath Ledger
6. Ben Wishaw

Il 2 è una donna, il 3 è nero e il 4 ha 57 anni ma interpreta Bob Dylan quando aveva 32 anni. Gli altri hanno qualchecosa in più in comune col menestrello, che pare abbia dato la sua approvazione al progetto. Dice il regista, che ogni personaggio di Dylan rappresenta un periodo o un aspetto della sua musica e della sua vita.
Qui il trailer.

Mi sa che lo voglio vedere!

Copiando sfacciatamente dal blog di inchiostro

59 insegne per il bagno.
Il gigante playmobil pescato in mare con la scritta un po' inquietante secondo me "No real than you are".
Sta per uscire il film dei simpson. Qui un bel ripasso delle cose migliori.

3.9.07

Nonciritorno


Volevo scrivere una recensione su ciritorno ma visto com'è andata a finire forse non sarebbe pertinente. Insomma finesettimana settembrino in Capraia, che vuoi di più, infatti è andato tutto benissimo e alla fine anche l'incidente culinario è diventato divertente.
Ecco i fatti: decidiamo di andare a mangiare al Doc, che è il primo ristorante che incontri sulla salita che porta in paese. Io c'ero già stata altre volte e c'ero sempre stata bene. Il posto è carino, pieno di cianfrusaglie, si mangia fuori, si mangia pesce, mi ricordo una buonissima pasta alle sarde col finocchietto selvatico mangiata due anni fa alla fine di una bella camminata. Prenotiamo ed in orario arriviamo. Una cameriera giovane straniera e con l'aria triste ci dice che di là c'è un tavolo prenotato per noi cinque.
Effettivamente c'è.
Ci lascia 2 menu. Scegliamo e aspettiamo. Aspettiamo e aspettiamo. I più impazienti cominciano a dare dei limiti di tempo. Se tra 10 minuti non arriva nessuno ci alziamo e ce ne andiamo. Tutti d'accordo? La cameriera intanto gira tranquillamente tra i tavoli, tra tutti i tavoli tranne il nostro. C'è anche un tipo col cappellino da baseball che gira tra tutti i tavoli tranne il nostro. La cameriera triste e cappellino da baseball ogni tanti ci guardano, ci guardano e basta. E' a quel punto comincio a sospettare che siamo invisibili. Ma dopo 15 minuti la cameriera triste arriva.
CT: Cosa bevete?
NOI: Oh, buonasera. Acqua naturale.
CT: E vino?
NOI: Che vini ci sono.
CT: C'è la lista nel menu.
NOI: No, non c'è.
CT: Sì, all'inizio.
NOI: Non c'è.
CT: Sì, guarda.
CT guarda ma non c'è. Neanche nell'altro. I menu oltre alle pietanze del giorno, poche ma interessanti, è piena di recensioni positive del ristorante. La lista dei vini proprio non c'è. CT si convince e ci porta un altro menu con la lista.
CT: Vi lascio tempo per decidere.
NOI: Nooooo, rimanga qui. Decidiamo subito. Ecco, il Vermentino XY.
Ct scrive tutto su un foglino rosso. Deve essere in Italia da poco: parla maluccio l'italiano e ha problemi a scriverlo; probabilmente è pagata meno di una miseria e da vicino ha un'aria ancora più triste.
NOI (approfittando della rara presenza al nostro tavolo di un rappresentante del personale): Mi scusi, cos'è la pasta alla DOC?
CT: Questo non so. Dovete chiedere a lui (cappellino da baseball). Poi viene.
Dopo cinque minuti torna col vino. Sbagliato. Può succedere. Di portare quello più caro tra i due. Comunque alla fine il vino giusto arriva e almeno si beve. Ma si sa il mare fa venire appetito e son passati 20 minuti e neanche un tozzo di pane mentre cappellino da baseball saltella tra un tavolo e l'altro. Poi si ferma sulla porta e ci guarda. Vai, si è reso conto che ancora non ci hanno preso neanche le ordinazioni. Arriva! No. Ed è passata mezz'ora. Siamo chiaramente invisibili. Altrimenti ci avrebbe visto perché insomma, quelli di noi più arrabbiati lo manifestano ad alta voce, quelli di noi più sorpresi ridono ad alta voce. Intanto abbiamo quasi seccato il vino e siamo tutti d'accordo che ora ci alziamo e ce ne andiamo. Ma cappellino da baseball deve aver intuito il nostro malcontento, viene sicuro verso di noi. Sì, eccolo finalmente al nostro tavolo.
NOI: Buonasera. (Le nostre facce sono un misto di speranzoso e inviperito)
CB (legge il foglino rosso con le nostre consumazioni liquide): Ah, ma ho sbagliato tavolo.
E se ne va.
Se ne va.
Ha sbagliato tavolo e se ne va!
Anche noi. Prendiamo quel che è rimasto della bottiglia di vino e andiamo alla cassa. Spieghiamo brevemente la situazione alla cassiera. Che non fa un piega. Ci fa il conto come se fosse normale, venire a mangiare in un ristorante e bere solo il vino.
Per questo non ho fatto la recensione su ciritorno. Magari il cibo era strepitoso.